capitolo 55

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Kelsey’s Point of View:

Il mio stomaco piombò a terra per il terrore. Non doveva accadere proprio ora.
Nel momento in cui Justin si pietrificò accanto a me capii che qualcosa non andava ma non aspettavo che il motivo fosse proprio Luke.
Di tutti i giorni che poteva venire qui, ha dovuto scegliere proprio oggi.
"Kelsey, tesoro, stai bene?" Mia madre parlò, per qualche ragione, nonostante fosse vicina, sembrava così lontana.
Deglutii, notai che Luke sorridere in modo civettuolo- e secondo il mio punto di vista disgustoso- alla cameriera, lei ridacchiò. Lui le mise una mano sulla spalla mentre si preparavano per andare verso l'altra parte della sala dove presumo fosse il suo tavolo. 
Quando si girò per seguire la cameriera, un amico di Luke li diede una botta al petto per vedere fargli qualcosa e subito gli occhi di Luke si girarono verso la mia direzione.
Girai la testa verso i miei genitori e pizzicai la mano di Justin per convincerlo a prestarmi attenzione.
"Kelsey, stai bene?" Una espressione preoccupata cadde sul viso di mia madre.
"Oh, uhm, si. Sto bene." Scossi la testa, presi un sorso dal mio drink. 
"Stai tremando tesoro." La preoccupazione pendeva dalle sue parole e guardandomi notai davvero che stavo tremando. 
"Kelsey.." Mio padre parlò. "Sei sicura di stare bene?"
Gli occhi di Justin fissavano il lato del mio viso, il suo sguardo così intenso potrebbe, se possibile, attraversare la mia carne. 
Sapevo che voleva dire qualcosa, ma se lo avesse fatto la sua copertura sarebbe saltata in aria. 
Leccai le labbra e mi schiarii la voce. "Sto bene, pensavo solo di aver visto un insetto o qualcosa del genere.." Feci cenno con la mano cercando di cambiare presto argomento.
"Un insetto?" Dennis mi guardò, finalmente parlò. 
"Si." Sibilai. "Un insetto." Una volta che vidi il viso sorpreso di Denni, il senso di colpa mi prese a calci. "Scusa, non pensavo di spaventarmi." Sospirano mi alzai in piedi. "Potete scusarmi un momento?"
"Dove stai andando?" Mi chiese mio padre.
"In Bagno."
Mia madre annuì gesticolando con le mani. "Saremo qui quando torni."
Le sorrisi ringraziandola in silenzio, inviai un sguardo disperato a Justin per dirli che ero nervosa e preoccupata.
Scivolò accanto a me. Mise il palmo della sua mano contro la mia guancia dove mi accarezzò dolcemente, i suoi occhi sui miei. Chinandosi, premette le labbra sulla mia fronte.
"Andrà tutto bene" Borbottò.
"Lo so." Sussurrai, sorrisi prima di girarmi e andare verso il bagno. Gli occhi di Justin fissi su di me.
Tirai la maniglia aprendo la porta ed entrai nel bagno, la porto si chiuse con un sibilo che mi fece sussultare dallo spavento. 
Maledicendo la mia vita al massimo mi costrinsi a calmarmi. Camminai verso uno dei cinque lavandini arroccati alla parete; fissai la mia immagine allo specchio.
Il mio viso fu privato del suo colore naturale, sembrava avessi visto un fantasma. Le mie guance erano colorate di rosso, i palmi sudati.
Leccai le labbra mentre aprii il rubinetto lasciando che l'acqua fredda scivolasse sulle mie mani. Mordendomi l'interno della guancia portai le mani umide su di esse cercando di liberarmi dal calore che mi avvolgeva. 
Tamponai contro il mio collo, dopo presi un po' di carta per asciugarmi.
Lo gettai nella spazzatura, presi un profondo respiro e guardai nuovamente la ragazza di fronte a me. La ragazza che non riconoscevo fossi io.
Come ha fatto la mia vita a prendere una svolta così radicale? 
Perché Dio, mi odi così tanto?
Tutto quello che volevo era una serata felice, una serata per vivere il momento e non preoccuparmi di eventuali situazioni. Le cose stavano cominciando ad andare bene sia per me sia per Justin ma, naturalmente, qualcosa avrebbe impedito tutto. 
Scuotendo la testa mi liberai dalle lacrime che volevano disperatamente fuoriuscire, decisi che sarebbe stato meglio tornare al tavolo. Sono già sembrata troppo sospettosa, l'ultima cosa che voglio è dargli un'altro motivo per pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in me.
La porta del bagno si aprì, mi voltai pronta per tornare al tavolo ma un paio di mani afferrarono le mie braccia spingendomi violentemente contro il muro. 
Lanciai un grido per il dolore ma una mano mi copri velocemente la bocca. Guardai in alto per vedere Luke davanti a me.
Il mio stomaco si contorceva dalla paura ma feci del mio meglio per nascondere l'evidenza. Una volta calmatami abbastanza levò la mano dalla mia bocca dandomi la possibilità di parlare.
"Lasciami andare" Parlai severamente cercando di uscire dalla sua portata.
"Non posso babe." Mi parlò con una voce bassa e roca che mi fece venire i brividi lungo la schiena.
"Luke ci sono persone da tutte le parti. Non puoi passare inosservato se solo mi tocchi con quelle sporche mani" Dissi, la rabbia prese la meglio di me.
"Ow, ancora combattiva come l'ultima volta che ci siamo visti." Sorrise. "Non credo tu voglia una ripetizione di quello che è successo l'ultima volta?" Stetti in silenzio mentre i suoi occhi mi fissavano duramente.
Mi contorsi sotto di lui volendo allontanarmi. Se Justin vede, diventerebbe pazzo e questa cena non sarebbe potuta andare peggio. 
Le cose stavano cercando di andare bene per noi.
"Ti consiglio di smettere di muoverti se non vuoi che ti spezzi quel grazioso collo." Sogghignò infastidito.
"Lasciami andare o giuro su Dio, grido." Lo misi in guardia cercando di sembrare minacciosa, ma tutto quello che feci è farlo divertire.
"Fallo e ti faccio saltare la testa." Sussurrò. Le sue dita premettero nella pelle della mia spalla.
Mi bloccai non volendo tentare la fortuna. "Che cosa vuoi?"
Ridacchiò, chinò la testa e le sue labbra sfiorarono il mio orecchio. "Tu."



Justin’s Point of View:


Erano passati circa dieci minuti da quando Kelsey se n'era andata e stavo cominciando a preoccuparmi. 
So che le ragazze ci mettono sempre un po' in bagno ma, con Luke nei paraggi non potei fare a meno di pensare al peggio.

"Spero che stia bene" Mormorò Melissa al marito, la preoccupazione si sentiva in ogni sua parola.

"Sono sicuro che sta bene Melissa, non ti preoccupare." Anche se Paul, il padre di Kelsey, cercò di sembrare calmo e rilassato, si capiva che era altrettanto ansioso come sua moglie.

"Justin , tu forse sai cosa le è preso?" Paul si voltò verso di me. 

Scossi la testa alzandomi. "No, ma vado a vedere perché ci mette tanto tempo." 

Alzò un sopracciglio incrociando le braccia al petto. "Non credo che tu entri dentro il bagno vero?"

"No signore, vado solo a bussare alla porta"

Annuendo si girò dall'altra parte, cercando di non preoccuparsi. 

"Forse dovrei andare io a vedere se sta bene?" Melissa si alzò ma qualcosa dentro di me mi disse non lasciarla andare.

"No!" Quasi urlai facendoli girare verso di me. 

"Voglio dire, non vorrei che lei pensasse che tu non ti fidi di lei. Vado io." Forzai un sorriso allontanandomi prima che potessero protestare.

Sorridendo a tutti i passanti, girai l'angolo, vidi un cartello col segno dei bagni. Passai la stanza e aprendo la porta del bagno mi fermai bruscamente alla vista di fronte a me.

Luke teneva Kelsey ferma contro il muro e il suo viso era pericolosamente vicino al suo. 

La rabbia pulsò nelle vene e la mascella si contrasse. Camminai verso loro, presi Luke per la parte posteriore della camicia tirandolo lontano da lei. 

"Dove cazzo pensi di andare?"

La rabbia attraversò i suoi occhi, le spalle ricurve come fosse un animale pronto ad attaccare la sua preda.

Se questo figlio di puttana vuole la rissa, ero pronto. Mi piacerebbe uccidere questo stronzo e sentirgli dire di smetterla.

Afferrai il polso di Kelsey tirandola dietro di me cercando di proteggerla il più possibile, come ho promesso.

"Puoi nascondere la tua ragazza dietro al tuo sporco culo quanto desideri, Bieber. Ma non mi impedisce di uccidere te e quella piccola merda." Ghignò Luke. 

"Chiamala con quel termine e ti uccido." Sibilai.

"Oh, ho paura." Finse un brivido, roteando gli occhi in modo drammatico mostrando che non gli importava minimamente.

Non sapeva che conoscevo i suoi trucchetti e che non avevo intenzione di lasciarlo arrivare a noi.

Non ora, quando con Kelsey andava tutto sulla retta via. 

"Sei un coglione, Delgado." Sputai duramente, il disgusto era evidente sulla mia faccia. 

"Solo un dilettante come te cerca di giocare duro in un luogo pubblico. Qualsiasi persona rispettabile saprebbe che una lotta dovrebbe essere giocata fuori, in una zona aperta in cui nessuno potrebbe farci riferimento."

"Nah, Bieber. E' solo questione di tecnica. So come giocare il mio gioco meglio di te." Sorrise. 

Semplicemente ridacchiai. "Sei patetico se pensi di vincere contro di me. Te l'ho già detto una volta Luke, sono sempre il primo e niente che tu possa dire potrà cambiare la situazione."

"E' per questo che sono ancora in piedi vero?" Aprì le braccia. 

"L'unica ragione per cui stai ancora respirando oggi è perché ho avuto abbastanza controllo a tenermi calmo per non causare ulteriori danni alla mia ragazza. A differenza di te, Delgado, ho rispetto per le ragazze." 

Mi sentivo sempre più caldo con l'intenzione di ucciderlo.

Kelsey, notando la ma natura mortale mise una mano sulla mia spalla, le labbra premute contro il mio orecchio.

"Non farlo qui." sussurrò, sapevo che aveva ragione.

Annuendo, mi misi in guarda abbastanza rilassato.

"Non ho tempo per le tue stronzate. Ti suggerisco di andare a fanculo ora o te ne pentirai in seguito." 

"Stai andando via?" Luke schernì scuotendo la testa. "E tu mi chiami la femminuccia." Ringhiò con sarcasmo.

"Una cosa che tu non faresti mai." Sputai, tirando Kelsey al mio fianco uscimmo dal bagno per raggiungere la famiglia di Kelsey.

Proprio mentre stavamo per arrivare al tavolo, la mano di Kelsey scivolò dalla mia stretta. Scattai la testa per vedere Luke con il braccio sinistro intorno al collo di lei, l'altro braccio le puntava una pistola alla vita. 

Kelsey rimase a bocca aperta, le lacrime colmarono i suoi occhi mentre guardava verso di me con orrore.

"Spostati o le sparo." Luke sputò, stringendo la presa a Kelsey. 

Tutti gli occhi spalancati in stato di shock per quello che stava succedendo, Paul e Melissa si alzarono allarmati. 

Il mio stomaco si strinse e per abitudine, la mia mano raggiunse il mio fondo schiena, sotto la camicia, afferrai la mia pistola. La tirai fuori e la puntai verso Luke. 

"Lasciala andare Luke."

"Suggerisco a tutti quanti voi di mettere via i vostri telefoni se volete vivere." Abbaiò, tutti lo ascoltarono e si fermarono ad ogni possibilità di chiamare la polizia. 

"Metti giù la pistola, Bieber."

"Prima tu, Delgado." Ribattei, il mio respiro era breve e i palmi sudati.

"Niente da fare" Sorrise, la punta della sua pistola che toccava Kelsey mi fece ribollire il sangue.

"Non uscirai di qui vivo se non la lasci subito andare, cazzo!" Ringhiai mantenendo la presa sicura alla pistola, pronto a sparare, se fosse stato necessario.

"Mi prendo le mie possibilità." i suoi occhi lampeggiarono mentre mi fissavano con intensità.

"Lei non ha nulla a che fare con te." Sibiliai, disperato nel vano tentativo che la lasciasse andare.

"Ma lei vale qualcosa per te e cos'è la miglior cosa da fare se non ucciderti?"Sorrise.

"Uccidere l'unica persona importante per te."

"Toccala e ti faccio a pezzi." Lo misi in guardia.

"Le tue minacce non significano niente per me."

"Dovrebbero" Sputai. "Non mi chiamano Danger per niente. Ti ucciderò e farò sembrare tutto come un incidente. Mi hai capito cazzo?" Tutte le emozioni furono oscurate dalla rabbia. 

"Justin.." Mormorò Kelsey, le lacrime le bagnavano le guance e il mascara corse giù con loro.

"Stai zitta!" Sogghignò Luke tirando Kelsey, la sua pistola le perforò il fianco facendola urlare dal dolore.

Feci un passo in avanti pronto ad attaccare.

"Muoviti ancora e le faccio saltare la testa, Bieber!" Urlò, il suo viso rosso per la furia.

"Tu non sai in che cazzo di guai ti stai andando a cacciare" Scossi la testa.

"Pensi che dopo questo non verrò da te? Ho un'altra cosa contro di te Luke. Uccidila e vedrai che cazzo ne farò di te dopo." Gli feci prevedere la sua morte attraverso i miei occhi.

"Vuoi sapere cosa ho imparato su di te Bieber?" Luke non aspettò la mia risposta per continuare. 

"Sei tutto chiacchere ma nessuna azione."

"Vuoi dire che farti il culo fino a che tu smetta di respirare, non è un'azione? Allora sei proprio illuso di quanto pensavo. Tira fuori la testa Delgado e realizza che non sei niente in confronto a me"

"Nella creazione di Dio, che succede?" Mi voltai per vedere Paul fissare noi con gli occhi spalancati, completamente fuori di testa.

"Ti consiglio di tenere la bocca chiusa se vuoi continuare a respirare." Luke scattò.

"Non parlargli in quel modo. Tutto questo è tra me e te." Sibilai, facendo tornare l'attenzione di Luke a me e lontano da Paul.

"Cosa Bieber? Ci stai andando leggero adesso?" Sorrise, il divertimento sul suo volto.

"No, si chiama prendersi atto del problema e in questo momento il problema è tra noi. Lascia andare Kelsey e vivrai. Toccala e sarai morto. A te la scelta."

"Penso che mi prenderò il rischio." Sorrise tenendo Kelsey stretta a lui.

Feci scattare la pistola, sentendo un suono portai la pistola dritta al cuore di Luke.

"Lasciala andare." Luke imitò le mie azione attivando pure lui la pistola.

"Non ci penso" 

"Ho intenzione di darti cinque secondi Delgado." Guardai Kelsey, gli occhi gonfi, le inviai un chiaro messaggio pregando che capisse cosa stavo cercando di dirle.

L'unico modo per farla uscire da quella situazione era farla scivolare dalla stretta di Luke e c'era solo un modo per farlo che non includesse ucciderlo.

"Cinque secondi vanno troppo veloci Bieber. Non vuoi dire addio alla tua ragazza?" 

"Non sarà necessario" Respirai irritato volendo chiudergli quella cazzo di bocca. 

Il mio sguardo cercò nuovamente quello di Kelsey, aggrottai le sopracciglia.

Si morse le labbra e annuì con la testa.

"Sembri così sicuro di te stesso" Ridacchiò Luke, trovando tutto questo divertente per lui e aggiungendo quanto fosse malato. 

Guardai Kelsey posizionarsi contro Luke, il suo respiro staccato a causa dei nervi che la mangiavano dentro.

Sapeva che se avesse fatto un passo falso sarebbe spacciata. Troppo era in gioco in questo momento, la sua vita e quella degli altri. 

"Forse perché sono molto più intelligente di quanto tu pensi, Delgado." Ri- posizionai le dita sul grilletto della pistola, le nocche bianche per la pressione che stavo mettendo.

"Da dove sono, Bieber, sembra che tu abbia i nervi a pezzi. Perché non lasci perdere e la smetti di sentirti come se tu comandassi?" 

"Io comando questa città, Delgado e non c'è niente che tu possa fare a riguardo."

Luke si strinse nelle spalle con noncuranza. "Dopo che ho ucciso la tua ragazza e farti saltare la testa, non lo farai." 

Sorrisi. "Pensa di nuovo."

Proprio quando Luke stava per reagire, Kelsey alzò il piede prima di piombarlo contro quello di Luke. Il tacco scavò dentro il suo e la gomitata nelle costole fecero causare a Luke il doppio del dolore. 

Raggiunsi Kelsey e la tirai via oltre i suoi genitori prima di afferrare il polso di Luke e girarlo per costringerlo a gettare la pistola. Una volta fatto la tirai lontana, alzai Luke e li diedi un forte colpo alla mandibola.

I genitori di Kelsey la trascinarono per un braccio mormorando ogni tipo di domanda su quello che stava succedendo e se stava bene.

Aggrappandomi per le spalle di Luke, spinsi il ginocchio nel suo stomaco per due volte prima di prenderlo a pugni sul naso. Un colpo secco si sentì alla segnalazione che questo era rotto.

Prendendo la pistola, la puntai contro il lato della sua testa.

"Ti piace esse dietro la pistola, grande ragazzo?" Ghignai con disgusto, non volendo altro che fargli saltare la testa. 

"Justin, non farlo!" Kelsey gridò disperatamente, sapeva che non avrei esitato ad ucciderlo proprio come ho fatto con tutti gli altri che hanno avuto le palle di stare contro me.

Scossi la testa sapendo che non potevo uccidere quel bastardo davanti a tutti, sopratutto non davanti ai suoi genitori. Lo afferrai per il collo, le mie dita premettero contro la sua pelle prima di sbattergli la testa sul tavolo più vicino. Avvicinai il viso al suo e ringhiai:
"Se me lo farai di nuovo, ti ammazzo. Hai capito?" 

Luke non rispose così strinsi la presa al suo collo." Capito?"

Non disse niente. Invece, graffiò la mia mano volendo che lo liberassi.

"Lascialo andare Justin! Non farlo qui, per favore!" La voce di Kelsey si udì da lontano, ma la ignorai rivolgendo la mia attenzione a Luke. Mi spostai verso il suo orecchio assicurandomi che ciò che stessi per dire non fosse sentito da nessuno eccetto lui.

"Non è finita qui, Delgado. Mi hai sentito? Ho intenzione di farti rimpiangere di esserti messo in guerra contro di me. Voglio farti vivere la peggior e dolorosa morte. Ho intenzione di farti strisciare a terra implorando perdono. Questa è l'ultima goccia. Dopo stasera, è meglio se inizi a pregare perché non vedrai il domani una volta che ti ho finito." Spingendolo indietro, mi alzai.

Kelsey corse verso di me afferrando il mio braccio. 

"I poliziotti stanno arrivando" Uno urlò. "Si prega di mantenere la calma e tutto andrà bene." 

Lanciai un respiro profondo, stringendo gli occhi, sperando che se li aprissi tutto questo sarebbe stato come un sogno, ma con mio grande sgomento, quando li riaprii tutto era ancora al suo posto.

Kelsey aveva la testa contro il mio petto, i genitori di Kelsey avevano dipinto sul volto incredulità e Dennis se e stava lì. 

Cazzo, la mia vita non potrebbe essere più rilevante di così.

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