capitolo 53

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Kelsey’s Point of View:

Quasi non mi strozzai con il pezzo di pane che stavo masticando quando Justin aprì bocca e disse quella cosa a Jaxon. 

Jeremy e Pattie smisero di mangiare, i loro occhi era spalancati in completo shock ed entrambi erano stupiti dalla reazione improvvisa di Justin. 

“D-Di cosa stai parlando?” Jaxon balbettò schiarendosi la gola poco dopo per nascondere il nervoso. 
Il sorriso di Justin crebbe. “Oh, sai esattamente di cosa sto parlando.” Enfatizzò sarcasticamente. 

Jaxon rise cercando di far credere che il fatto non lo toccasse minimamente ma tutti sapevamo che era il contrario. 

“Stavo facendo vedere la casa a Kelsey e siamo finiti in camera tua. Ho pensato di mostrargliela, sai, per cortesia.” Justin fece un mezzo sorriso. “E abbiamo trovato un … giornalino veramente interessante. All’inizio pensavo fosse libro divertente poi ho visto l’immagina di una ragazza troppo esposta e in una posa veramente inappropriata sulla copertina.” Cercò di sottolineare tutte le parole chiavi cercando di imbarazzare Jaxon. 
“Stai zitto,” Disse Jaxon nervoso, le sue guance erano di una sfumatura rossa. “Non sai cosa stai dicendo.”

“Justin…” Mormorai sentendomi in colpa per Jaxon. Anche se ci aveva preso in giro, quel ragazzino non aveva bisogno di essere messo in imbarazzo di fronte a tutta la sua famiglia. 

Justin, ovviamente, scelse di ignorarmi e nei suoi occhi si poteva leggere la malizia. “Invece si che lo so e sono problemi tuoi adesso ma hey, questo è il karma.” Fece un sorriso malizioso prima di spostare i suoi occhi da Jaxon a me. “Pure Kelsey l’ha visto. Vero piccola?” Alzò un sopracciglio. 

Aggrottai la fronte guardandolo. Alzando la gamba, tirai un calcio sulla sua gamba facendolo sussultare dal dolore.

“Cazzo, Kelsey!” Grugnii. “Perché l’hai fatto?”
“Perché stai facendo lo stronzo.” Sbottai a bassa voce.

“Perché non gli tiri uno scappellotto anche a lui quando dice una parolaccia?!” Si lamentò Jaxon con Pattie riferendosi alle parole che aveva detto poco prima Justin. 
“Perché a differenza tua, tuo fratello non legge riviste inappropriate!” Rispose Pattie ancora in soggezione dall’informazione che aveva appena sentito. 
“Oh, ti prego!” Jaxon alzò le mani in aria. “E’ da lui che ho preso quella rivista! L’ho trovata nella sua stanza, sai.”

Justin rise scuotendo la testa. “Cazzata … e lo sai.” Incrociò le braccia contro il petto. “A differenza tua, amico, riesco a trovarmi delle ragazze invece di fantasticare e farmi le seghe mentre penso a qualcuna che mi tocchi.” Fece un sorriso divertito. 

La mia bocca si spalancò alle parole che Justin aveva detto. Rimasi incredula che avesse detto quelle cose di fronte alla famiglia. Prima che Pattie ebbe la chance di tirargli uno scappellotto, gli tirai un altro calcio -- questa volta sullo stinco. 

“Gesù Cristo, Kelsey!” Grugnì Justin allungando il braccio sotto il tavolo prima di massaggiarsi il punto in cui l’avevo calciato. 

“Ha-ha!” Jaxon rise facendomi alzare un sopracciglio. Voltandomi, tirai uno scappellotto anche a lui facendo ridacchiare Justin. 
“Ow! Che diamine, Kelsey?” Mormorò strofinandosi la testa. 
Alzai gli occhi al cielo. “Siete dei ragazzini di cinque anni, lo giuro!” Feci un respiro profondono scuotendo la testa. “Stiamo cercando di mangiare e voi parlate di queste cose come se fossimo degli animali. Ovviamente a tua mamma non piace che usi questo linguaggio sotto il suo tetto perciò controllati un po’ o meglio, chiudi quella beep di bocca.”

Jeremy prese un morso dal pezzo di pane trovando questa situazione divertente. 

“Jaxon, magari la prossima volta dovresti pensarci due volte prima di dire qualcosa. Se lo avessi fatto, tutto questo non sarebbe successo.” Sospirai voltandomi verso Justin. “E tu,” Sbuffai, “Devi smetterla di essere così antipatico.”
“Antipatico?” Chiese Justin irritato.
“Sì, antipatico.” Mi inumidii le labbra. “Siamo venuti qui per divertirci, non per becchettarci ogni cinque secondi.”
“Allora, se non mi sbaglio questa è la mia famiglia, non la tua. Posso fare quello che voglio e posso dire che cazzo mi pare.” Justin finì la frase con un sussurrò che mi mandò brividi per tutto il corpo. 

Rimasero tutti in silenzio mentre fissai Justin in completo shock per quello che aveva appena detto. Non essendo in grado di credere che aveva avuto la decenza di essere così scortese nei miei confronti di fronte alla sua famiglia, chiusi la bocca. “E se non era per me, non saresti seduto con la tua famiglia in questo momento.” Sbottai, lanciandogli uno sguardo incredulo prima di alzarmi dalla sedia. “Potete scusarmi un attimo?” Chiesi e anche se non aspettai risposta, uscii. 

“Kelsey--” Pattie provò a chiamarmi ma ormai ero già uscita dalla stanza. Camminando lungo il corridoio, uscii dalla porta principale cercando di prendere un po’ d’aria e per calmarmi. 

Una cosa era arrabbiarsi con me quando nessuno era intorno, un’altra era farlo davanti ad altre persone. Fu soprattutto imbarazzante perché sembrai un idiota mentre il coglione era lui che mi aveva messo in quella posizione. 

Facendo un respiro profondo, lasciai che l’aria fresca mi spettinò facendomi venire tutti i brividi. 

Sentendo la porta aprirsi e chiudersi dietro, mi irrigidii immediatamente sapendo chi fosse. “Justin, non sono in vena--”
“Non sono Justin.”

Mi voltai di scatto e trovai Jeremy a pochi metri da me con le mani nelle tasche dei suoi jeans. 

“Oh,” Mormorai. “Scusami.” Sorrisi appena, cercando di fargli capire che non era arrabbiata con nessun altro se non con Justin. 
“Non c’è bisogno di scusarsi.” Sorrise. “Capisco perché non vuoi parlare con mio figlio, è comprensibile. Se fossi nei tuoi panni, non vorrei parlargli neanche io.” Alzò le spalle guardando il sole che splendeva su di noi. 
Dondolai sui talloni non sapendo cosa dire o fare. “Mi scuso per essermi alzata da tavola in quella maniera. E’ stato irrispettoso da parte mia--”
Jeremy sollevò una mano scuotendo la testa e facendomi zittire. “Come ho detto prima, non hai niente di cui scusarti. Justin ha esagerato nel dire quello che ha detto.”

Serrai le labbra in una linea ascoltando ciò che aveva da dire. 

“L’ha preso da me, sai.”

Aggrottai la fronte cercando di capire cosa volesse dire.

“L’irascibilità.”

Spalancai gli occhi non appena capii e mormorai un ‘oh’. Distogliendo lo sguardo e annuendo lasciandogli capire che avevo colto cosa volesse dire. 

“Ha la tendenza di non pensare prima di aprire bocca.” Jeremy ridacchiò stendendo il piede in avanti. 
“Già, non pensa proprio …” Mormorai sentendomi a disagio dal fatto che non volevo dare l’impressione di essere arrabbiata con tutti quando in realtà lo ero solo con Justin. 

“Non pensa veramente le cose che dice quando è arrabbiato. E’ come che siamo fatti, io e Justin …” Fece una pausa facendo un respiro profondo. “Diciamo cose che normalmente non diremmo e mi dispiace che abbia preso questo tratto di me.”

“Hey,” Mi voltai verso di lui incredula. “Tuo figlio è una persona magnifica e anche tu lo sei. Non dovresti incolparti per qualcosa di cui non puoi avere il controllo.”
“Lo so … Mi dispiace che abbia preso qualche mio tratto perché probabilmente non avrebbe fatto alcune cose del passato …”
“Non puoi cambiare il destino. Non puoi essere sicuro che la sua vita sarebbe stata diversa. Tutto quello che puoi fare è guardare al futuro, senza pensare ai ‘se’ o a cosa sarebbero potuto succedere. Non ti aiuta, ti butta solo giù.”
Jeremy annuì con lo sguardo verso il pavimento. “Lo so. Sono stato parte della sua vita per un po’ e so che è impulsivo. Tende a spingere via le persone a cui tiene di più.” 

Tirai le labbra dentro la bocca sentendo la tristezza percorrermi tutto il corpo, le mie orecchie erano pronte ad ascoltare ciò che Jeremy aveva da dire. 

“Molte persone sono entrate e uscite dalla sua vita e lui ha paura di perderti. Perciò cerca di farti del male così che tu puoi andartene, si incolpa facilmente.”

Scossi la testa abbozzando un sorriso. “Qualunque cosa succeda, non mi perderà mai.” Risi appena. “Mi dice le peggior cose qualche volta ma come ho già detto; mentirei se dicessi che vorrei che cambiasse. Lo amo per quello che è, in questo modo da -- stronzo e tutto quanto.” 
Jeremy rise. “E’ bello da sentire.” Ci rifletté lanciandomi un occhiata.

Ridacchiai distogliendo lo sguardo dai raggi solari, un sorriso comparve sulle mie labbra. C’era un silenzio piacevole. “Grazie comunque.” 
Aggrottò la fronte. “Per cosa?” 
“Per avermi tranquillizzato … anche se immagino che tu non sia venuto qui per farlo.” Dissi in modo infantile. 
“No mento,” Ridacchiò. “Non sono venuto qui per quello ma sono felice di averti tranquillizzato. Sei ottima per mio figlio. Ha bisogno di qualcuno come te nella sua vita -- forte e disponibile a parlare senza badare alla conseguenze.” Fece un mezzo sorriso. 
“Di quello non ti devi preoccupare.” Sorrisi in modo quasi sadico. “Se c’è una cosa che non sopporto è il suo atteggiamento e sono felice di riuscirlo a controllare.” 
Jeremy gettò la testa all’indietro ridendo. “Esatto.” Indicò la porta. “Credo che sarebbe meglio rientrare.” 
“Sì, è una buona idea.” Entrambi ci voltammo, la mano di Jeremy era sulla mia schiena e mi spingeva gentilmente contro la porta, la quale si aprì rilevando Justin dall’altra parte. 

Nessuno disse una parola, gli occhi di Justin erano fissi sui miei sena emozione, neanche un pizzico di colpa. Il mio stomaco si chiuse dal momento imbarazzante.

“Possiamo parlare?” Justin indirizzò la domanda a me con un luccichio negli occhi. Dal momento che non volevo iniziare un’altra discussione, annuii dando un abbracciato veloce a Jeremy prima di farlo entrare in camera. Diede una pacca sulla spalla di Justin e chiuse la porta dietro di se. 

Justin rimase in piedi con le mani in tasca, il suo sguardo fisso davanti a me, il fruscio delle foglie era l’unica cosa intorno a noi oltre ai nostri respiri. 

Mi guardai le scarpe mordendomi l’interno della guancia, le mie braccia incrociate contro il petto. 

“Ascolta--” Iniziammo a parlare nello stesso momento. 
Ridacchiai appena guardandolo. “Prima tu.” 

Justin si strofinò la nuca, i suoi occhi guardavano qualunque cosa tranne che me. “Ascolta, lo so che lo faccio sempre e probabilmente ti starai stancando di sentirmelo dire ma mi dispiace.” 
Annuii. Una scusa era tutto quello che volevo. “Va bene.” 
Sospirò frustrato, ovviamente senza ascoltarmi. “Non avrei dovuto dire tutte quelle cose--” 
“Justin,” Risi. “Ho detto che va bene.”
Aggrottò la fronte confuso. “Huh?”
“Ti perdono.” 
“Ma … come? Cosa? Perché?” 
“Diciamo che una persona saggia mi ha detto alcune cose sui cui ho riflettuto.” Alzai le spalle sorridendo. 
“Mi stai prendendo per il culo o qualcosa del genere?” Mi indicò e non riuscii a non ridere. 
“No,” Scossi la testa divertita dalla situazione. “Perché sei così sorpreso?”
“Perché questa è la prima volta che non litighiamo.” Mi guardò dall’alto con occhi spalancati. “E’ strano, onestamente. Mi aspettavo che mi tirassi un pugno.” 
Risi un’altra volta, questa volta un po’ più forte. “Non so perché ti stai comportando così. Non dovresti essere felice del fatto che non stiamo litigando?”
“Oh, credimi, lo sono.” Posò una mano sul petto. “Mi aspettavo solo che succedesse un casino, tutto qui.”
“Mi dispiace?”

Ridendo, Justin si inumidì le labbra. “Vieni qui,” Allargando le braccia, mi avvicinai facendomi avvolgere fino a formare un abbraccio. Baciandomi la testa, Justin ci posò il mento sorridendo. “Mi dispiace.“ Mormorò dolcemente.
“Lo so.” Sprofondai la testa contro il suo petto. 

Stringendomi per un po’, la tranquillità e pace che si era formata mi fece sentire come se niente era in grado di buttarci giù. 

“Andiamo,” Justin si allontanò lentamente. Allungando la sua mano verso di me, l’afferrai anche se non volevo che questo momento arrivasse ad una fine. 

Seguendolo dentro casa, fui sorpresa dal trovare tutti quanti ancora seduti a tavola. 
“Oh, guardate chi si rifà vivo.” Jaxon iniziò a prendere in giro. “Pensavo che voi due piccioncini eravate spariti.” 

Pattie gli lanciò un’occhiataccia che fece mormorare una scusa da parte di Jaxon. 

Diedi una stretta alla mano di Justin facendolo così voltare verso di me. Lo guardai facendogli capire che doveva dire qualcosa. 

Voltandosi verso Jaxon, Justin si inumidì le labbra. “No,” Scosse la testa sospirando. “Scusami. Non avrei dovuto dirlo.” 
“Hai fatto bene. Stavo facendo l’idiota.” Jaxon alzò le spalle mentre le sue labbra caddero in un broncio. 
“Non fa niente; avrei dovuto capire che stavi solo scherzando.” Lasciando la mia mano, Justin camminò verso Jaxon. Una volta che si alzò, lo abbracciò. 

“Aw,” Ululai con Pattie prima di ridere. “Che dolcezza.” Dissi entusiasta. 
“Zitta.” Sia Justin che Jaxon mormorarono facendomi alzare le sopracciglia. 
“Scusa.” Dissero subito dopo. 
Sorrisi annuendo. “Fa niente.”

“Adesso che è tutto sistemato, chi vuole mangiare?”
“Io ci stò.” Praticamente corsi nel posto in cui ero seduta poco prima. “Sto morendo di fame.” 
Justin ridacchiò. “Ho capito qualcosa …” Sorrise lanciandosi un pezzo di pane in bocca. 
Alzai lo sguardo. “Cosa?”
Buttando giù il boccone, bevve un bicchiere d’acqua. “Tu sei sempre affamata.” 
Arrossi alzando la spalle. “Beh, una ragazza deve mangiare, sai.” Misi in bocca una forchetta di insalata prima di sorridergli in modo sarcastico. 

Tutti quanti risero. 



“Grazie di tutto, Pattie!” Urlai dal finestrino della macchina di Justin per poi sventolare la mano in aria. 
“Quando vuoi tesoro, è stato un piacere rivederti!” Mi salutò con un sorriso a trentadue denti sul volto. 
“Piacere tutto mio!” Risposi.
“Prenditi cura di mio figlio!” 
“Lo farò, prometto!” Salutando per l’ultima volta, mi rimisi composta sul sedile prima di chiudere il finestrino. 

“Dovremmo visitarli più spesso.” Dissi mentre Justin iniziò a guidare per la strada con una mano sul volante e l’altra nella mia. 
“Lo faremo.” Annuii. “Ma prima devo incontrare i tuoi genitori. E’ Domenica, giusto?” Distolse lo sguardo dalla strada per qualche secondo per guardarmi prima di riportarlo alla strada. 
Annuii. “Alle sette.”
Fece un respiro profondo e riuscii a sentire il suo nervosismo. “Andrà tutto bene.” Lo rassicurai. 
“Lo spero.” Mormorò Justin incerto. “Non capisco perché devo incontrarli.” Brontolò. 
“Vuoi vedermi?” Chiesi. 
“Certo che lo voglio, che razza di domanda è?” Mi guardò incredulo e non riuscii a non sorridere. 
“Okay allora incontrare i miei genitori sarà un sacrificio che dovrai fare.”

Justin sospirò accentuando la stretta sulla mia mano. “Le cose che faccio per te …” Mormorò scuotendo la testa. 
Sorrisi allungandomi verso di lui prima di dargli un bacio sulla guancia. “Ti amo.” 
Girò la testa dandomi un bacio sulle labbra. “Ti amo anche io.”

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