capitolo 36

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Stavo impazzendo o Justin aveva appena detto di amarmi?

Feci una pausa, inumidendomi le labbra. “Cosa hai detto?” Sussurrai. 

Sorrise appena, accarezzandomi i capelli. “Ho detto che ti amo pure io.”

Non riuscii a non sorridere. 

Tutto quanto nella mia vita stava diventando migliorando e mi sentivo come se stessi togliendo una roccia dalle mie spalle. 

Non sapevo la motivazione ma qualcosa dentro di me diceva che era grazie a Justin. Non ero io la ragione, ma l’amore. 

“Sai,” Justin intrecciò i suoi diti con i miei. 

Alzai lo sguardo, i suoi occhi fissavano i miei. 

“Non pensavo che potesse succedere. Dopo tutte le stronzate successe con Jen, pensavo che la mia vita fosse finita. Che sarei andato avanti da solo senza preoccuparmi di altri. Preoccuparmi per delle stronze o per tutti i problemi che vengono stando in una relazione …”

Aggrottai la fronte alla sua affermazione. 

L’ultima cosa che volevo era che si sentisse legato e forzato ad avere una relazione. 

Notando la mia reazione, mi strinse la mano. “Ma poi sei arrivata tu e mi hai fatto capire perché avrei dovuto aprirmi di nuovo; e sono felice di averlo fatto. Mi hai dato uno scopo. Non sono solo i ragazzi che rendono la mia vita degna di essere vissuta, ora ho un’altra persona.” 

Mi morsi il labbro, sentendomi le guance arrossare. 

“Ma, devi sapere,” Si sollevò sul suo gomito, guardandomi dall’alto in modo solenne e serio. “Ora che stai insieme a me, le cose cambieranno.” 

Le mie labbra si contrassero. “Cosa intendi dire?”

“Intendo dire che la mia vita non è sicura, come hai potuto vedere. Ho nemici che farebbero di tutto e di più per buttare giù sia me che i ragazzi. E questo significa che sarebbero capaci di ferire anche le persone a cui tengo.”

Deglutii, distogliendo lo sguardo. 

“Sei pensi che quello che ti abbia fatto Luke fosse orribile, non hai ancora visto il peggio.”

Cambiai posizione sul letto non sapendo cosa dire. 

“Hey,” Accarezzò gentilmente il mio mento con il suo pollice. “Non lascerò che niente ti succeda. Va bene?”

Lo guardai negli occhi prima di annuire. 


Sapevo che mi avrebbe tenuto fuori pericolo. L’aveva già fatto così tante volte che adesso avevo fiducia in lui. 

“Nonostante il mio stile di vita pericoloso, ti amo e farò di tutto per proteggerti. Sei parte della mia vita adesso e questo significa che sei sotto la mia ala. Pure i ragazzi ti guarderanno le spalle. Non permetteranno a nessuno di farti del male.”

Sorrisi. 

“Ma devi anche sapere che stare con me significa che ci sono cosa che non potrai sapere. Riguardo al lavoro.”

Annuii. “Capisco.”

“Quindi quando ti chiederò di lasciare la stanza, tu uscirai. Va bene?”

Annuii un’altra volta. “Capito.”

“E quando sei nella stessa stanza con noi, non farai domanda e non dirai una parola di quello che avrai sentito. Questo include non dire niente neanche a Carly.”

Feci finta di cucirmi le labbra per poi gettare l’ago. 

Justin ridacchiò prima di catturare le mie labbra in un bacio a stampo. “Sei così carina.”

Tossii per finta lanciandogli un’occhiata. 

Alzò le mani. “Volevo dire, attraente. Scusa.” Mi prese in giro prima di catturare le mie labbra in un altro bacio.

Mi allontanai. Rise di cuore. “Cosa farei senza di te, huh?”

“Non lo so.” Alzai le spalle. “Ma sono sicura di una cosa …” Feci un mezzo sorriso. “Avresti una vita noiosissima.”

“Di sicuro.” Ridacchiò, stringendomi fra le sue braccia. 

Finalmente tutto nella mia vita era perfetto … almeno, per la maggior parte. Avevo ancora un problema di cui preoccuparmi. 

“Justin?”

“Hm?”

“Che ore sono?”

I suoi occhi si spalancarono. “Merda.” Disse prendendo il cellulare. Sospirò sollevato. “Oh, grazie a Dio. Sono solo le undici e mezzo. Hai perso mezz’ora di Inglese.” Aggrottò la fronte. “Scusami. So di averti detto che ti avrei riportato a scuola in tempo–”

“E’ tutto apposto.” Agitai la mia mano in aria velocemente. “Non sapevi che la tua macchina sarebbe esplosa.”

Accennò un sorriso. 

“Per quanto mi stia odiando,” Mi misi a sedere. “Dobbiamo smetterla di coccolarci.” 

Lamentandosi, Justin si mise le braccia davanti agli occhi prima di rotolare sulla sua schiena. “Non voglio.” Si lamentò in modo infantile. 

Risi, dandoli una spinta contro la spalla. “Muoviti culone, dobbiamo andare. Me l’hai promesso, ricordi?” Dissi scherzando. 

“Come mi hai appena chiamato?” Justin tolse le mani dai suoi occhi, guardandomi in modo scettico. 

Mi morsi il labbro. “In nessun modo.” Dissi innocentemente. 

Mi fissò. “Cazzata.”

Scossi la testa. “No.”

Annuì. “Dillo, Kelsey.”

“Dire cosa?”

“Come mi hai chiamato.”

“Non ti ho chiamato in nessun modo.” Distolsi lo sguardo, cercando il più possibile di trattenere una risata. 

Facendo un mezzo sorriso, Justin inchinò la testa di lato. “Va bene, allora significa che dovrò usare le maniere forti.”

“Cosa vuoi dire?” Lo fissai con occhi incuriositi. 

“Lo vedrai.” Sorrise maliziosamente mettendosi a gattoni. Prima che avessi l’occasione, si scaraventò su di me. Le sue dita stuzzicarono i miei fianchi facendomi strillare dal ridere. 

“No, fermo!” Urlai disperatamente, supplicandolo di smettere di farmi il solletico.

Scosse la testa, ridendo. “Mai!”

“Ti p-prego!” Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva per colpa della mia risata. 

“Dimmi cosa hai detto!” Insistette. 

“Mai!” Risi.

“Allora non la smetterà.” Ridacchiò, continuando a farmi il solletico. 

Il colore della mia faccia era rosso come un pomodoro, le dita di Justin mi facevano morire. 

“Va bene!” Urlai.

Lentamente, la smisi di stuzzicarmi i fianchi ma le sue dita rimasero sui miei fianchi. “Cosa avevi detto?”

“Te lo dirò!”

Sorrise soddisfatto. “Vai.”

Scossi la testa. “Prima, togliti di dosso.” Provai a negoziare ma Justin era più furbo e capì il trucco. 

“Sì, certo, piccola.” Disse sarcasticamente. “Pensi che sia così stupido?”

“No, è che non credo che tu la smetterai una volta che io te lo dirò.” 

“E tu pensi che io creda che tu non scapperai se mi togliessi?” Alzò un sopracciglio. 

Sospirai. “Ti odio.” Feci il broncio.

“No, non mi odi.”

Annuii. “Invece sì.”

“Se mi odiavi, non saresti qui adesso.”

Sospirai per tipo la terza volta. “Sei così complicato.”

“Perché, tu no?”

Feci spallucce ridendo. 

“Sai, sei brava a cambiare argomento.”

“Grazie.”

“Prego. Ora, dimmi cosa hai detto prima e sarai libera.”


Ci pensai un po’ su prima di arrendermi. “Okay, okay …” Feci un respiro profondo. “Ti ho chiamato culone.” Mormorai. 

“Cu- cosa?” Fece finta di non avermi sentito prima di portarsi la mano aperta accanto all’orecchio. 

Alzai gli occhi al cielo. “Ti ho chiamato culone, idiota!”

Rise. “Davvero, piccola? Culone? Che cazzo significherebbe?”

“Non lo so.”

“Sei davvero strana.”

Risi. “Significa che lo siamo entrambi, piccolo.” Sorrisi maliziosamente. 

“Mm,” Justin si morse il labbro. “E’ seducente il modo in cui lo dici.” 

“Dire cosa?” Feci finta di non capire. “Piccolo?” Dissi abbassando il tono di voce, usando un tono seducente.

Quasi gemette in un sussurro. “Gesù, le cose che mi fai …”

Ridacchiai. “Lo so.” Risi. “Adesso, andiamo prima che qualcuno si accorga che non siamo in classe.”

“Dubito.”

“Con la fortuna che abbiamo, se ne staranno accorgendo proprio ora.” Lo spinsi via prima di alzarmi e camminare verso i miei vestiti. 

Stavo per prenderli quando sentii due braccia avvolgere la mia vita. 

“Justin …”

“Hm?” Mormorò contro la mia pelle, le sue labbra lasciarono alcuni baci sulla mia spalla dandomi brividi ad ogni tocco. 

“Non adesso.” Dissi sussurrando. 

“Andiamo piccola,” Fece scorrere le mani lungo il mio corpo prima di raggiungere i miei seni, accarezzandoli con le sue dita facendomi gemere. “Possiamo rimanere qui e stare insieme.”


Proprio quando stavo per cedere, il buon senso si impossessò di me. 

Togliendomi dalle sue braccia, scossi la testa. “No Justin, dobbiamo andare.”

“Per qualche cazzo di motivo vuoi precipitarti a scuola?”

“Perché hp già saltato tre giorni?” Lo fissai incredula. 

“Quindi? Chi cazzo se ne frega?” Sbottò. “Stiamo parlano solo di scuola!”

“Solo di scuola?” Risi senza umorismo. “Justin, la scuola determina il nostro futuro. Ovvio che mi interessa! Lo so che tu hai già tutto il tuo futuro pianificato ma io no. Se voglio fare qualcosa con me stessa, ho bisogno di prendere buoni voti e diplomarmi senza una cattiva condotta.”

Ridacchiando, Justin scosse la testa. “E’ fottutamente stupido.” 

“No, è la realtà. Tu magari pensi di vivere in un mondo dove tutto ti viene regalato. Sei abituato ad avere sempre quello che chiedi, ho ragione?”

I suoi occhi si fecero freddi. 

Lo presi come un sì. “Beh, notizia bomba, tutto questo finirà.”

“E allora? Mi rifiuterai ogni volta che avrò voglia di scopare?”

Le parole uscirono in una maniera così fredda e ripugnante che mi sentii il cuore uscire dal petto. Mi sentii come se il mondo si fosse fermato e le uniche persone ancora in movimento eravamo solo io e Justin. 

Dopo secondi che sembravano secoli, aprii bocca. “E’ questo quello che pensi che io sia? Solo una ‘scopata’?” Dissi quella parola come se fosse una bestemmia. 

Justin mi fissò in modo freddo e lontano, il silenzio cadde su di noi. 

Scossi la testa. “Sei incredibile e non lo intendo come complimento.” Dissi nervosa, indossando il reggiseno e subito dopo la maglia. 

“Kelsey–”

“Non ci posso credere. Voglio dire, avevamo appena chiarito e tutto stava andando per il verso giusto fra di noi,” Feci una pausa, organizzandomi il discorso. “E tu adesso devi iniziare un’altra discussione?” Lo fissai incredula. “Quanto puoi essere stronzo?”

Justin serrò le labbra; per la prima volta a corto di parole. 

“Credo che Kayla avesse ragione.” Dissi disgustata. “Ti interessa solo del sesso.”

“Non ti azzardare a credere a quello che ha detto quella figlia di puttana.” Disse quasi urlando. “Non è niente se non un problema.”

“O,” Feci finta di essere sorpresa. “Sei arrabbiato solo perché stava dicendo la verità.”

“No.” Sbottò. “Se volevo solo scoparti, l’avrei fatto tempo fa.” 

“Perché correre?” Risi sentendomi risentita. “Voglio dire, sei intelligente. Mi hai aggirato facendomi sentire come se valessi qualcosa per te.” Scossi la testa. “Ti ho pure creduto quanto mi hai detto che mi amavi.”

“Io ti amo!”

“Lo stai dimostrando in una maniera divertente.”

“Mi stai prendendo per il culo adesso, Kelsey?” Sbottò Justin. 

“No.”

“Dannazione, Kels.” Sospirò frustrato, facendo scorrere una mano fra i suoi capelli. “Ero solo arrabbiato, okay?”

“Tutti ci arrabbiato, Justin. Sto fumando in questo momento ma come puoi vedere, non ti stro trattando come se fossi merda!”

Inumidendosi le labbra, distolse lo sguardo. “Odio tutto questo.”

“Forse sarebbe meglio se stessimo un po’ per conto nostro …”

“No.” Urlò Justin improvvisamente. “Non la finiamo, no.”

“Perché? Non ti darò quello che vuoi. Potresti stare con qualcuno che magari è in grado di controllare le tue cazzate, fare sesso con te e tutto ciò che vuoi.”

“Se volessi qualcuno così, starei con Jen.”

“Perché non vai al ristorante e vai a riprenderla?”

“Perché non voglio lei. Io voglio te.” Mormorò l’ultima parte, facendo accelerare il mio cuore. 

Scossi la testa, realizzando che delle lacrime causate dalla disperazione stavano per fare la loro comparsa. “Perché mi fai questo?” Sussurrai. 

Justin mi fissò con uno sguardo solenne. 

“Huh?” Continuai. “Perché vai dall’essere felice all’essere arrabbiato? Perché mi fai sentire come se fossi una merda? E più importante, perché non lasci te stesso essere felice?”

Capii di aver colpito un punto debole perché Justin mi fissò con lo stesso sguardo di un cervo che viene catturato. Feci una pausa, finalmente mettendo tutti i pezzi insieme. “Allontani tutte le persone a cui tieni. Per cosa?”

“Non lo so.”

Annuii, mordicchiandomi il labbro inferiore. “E’ come se ogni volta che ti avvicini a qualcuno o ti senti felice, diventi un mostro …”

“Scusami.” 

Rilasciai un respiro profondo che stavo trattenendo. “Non devi scusarti.” Mi guardai i piedi. “Ti chiedo solo di smetterla di farlo con me … con te stesso.”

Annuì, distogliendo lo sguardo perché (ancora una volta) a corto di parole. Camminando verso la sua maglia piegata sul pavimento, si chinò prima di indossarla. “Andiamo.”

Aprii la bocca per dire qualcosa ma decisi di seguirlo e non aggiungere nient’altro. 

“Ci vediamo dopo!” Urlò Justin uscendo di casa senza neanche guardare se io fossi ancora dietro di lui. 

Sospirai, voltandomi verso di loro. Agitando la mia mano, sorrisi a malapena. “Ciao ragazzi.”

“Ciao Kelsey.” Dissero tutti insieme facendomi ridere. 

“Spero di vedervi a giro.”

“Pure io.”

“Stai bene?” Chiese John. 

Alzai un sopracciglio. Era strano come questo ragazzo sapeva a malapena chi fossi ma già era in grado di leggermi come un libro. 

“Sì, sto bene …”

“Sicura?”

Annuii. “Grazie.”

“Quando vuoi.”

Salutandoli con la mano un’ultima volta, uscii dalla porta chiudendo la porta dietro di me. 

“Perché ci sei stata così tanto?” Chiese Justin non appena aprii la portiera. 

“Stavo salutando i ragazzi.” Mormorai, mettendomi la cintura di sicurezza. 

Annuì, il suo sguardo era freddo, il suo volto non presentava nessuna emozione. 

Il mio corpo si irrigidì nel momento in cui Justin iniziò a guidare. Non riuscii a non pensare che gli eventi successi la mattina, sarebbero potuti verificarsi di nuovo. 

Notandolo, Justin si schiarì la gola. “Ho controllato ogni angolo della macchina, siamo al sicuro.”

Mi rilassai espellendo tutta l’aria che stavo trattenendo inconsciamente. “Grazie.”

Alzò le spalle. “Quando ho detto che ti avrei tenuto fuori dai pericoli, ero serio.”

Serrai le labbra sentendo una fitta allo stomaco. 

Quando arrivammo a scuola, Justin parcheggiò davanti alle porte. 

Slacciandomi la cintura di sicurezza, aprii la portiera prima di uscire richiudendola dietro di me. Come iniziai a incamminarmi, notai che Justin non era dietro di me. Voltandomi, mi abbassai al livello dei finestrini. “Non vieni?”

Scosse la testa. 

Sospirai. “Justin–”

“Vai senza di me, ho altre cose di cui preoccuparmi.” Disse senza emozioni nel tono. 

“Ma–”

“Vai e basta Kelsey.” Disse duramente. “Ci vediamo più tardi, va bene?”

“Come vuoi.” Chiusi il discorso, alzandomi e facendo un passo indietro. 

Senza aggiungere una parola, Justin accelerò lasciandomi in piedi in mezzo al parcheggio da sola e confusa.

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