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UNA FAMIGLIA FINALMENTE

Il viaggio in macchina da Heathrow alla mia futura casa londinese è uno spasso, sono seduta dietro in un Suv molto confortevole e Sharon mi sta guardando ed ha un sorriso contagioso, sembra ammirazione la sua.
Mi tocca i capelli e mi sembra che mi dica che adora il colore dei miei capelli e mi chiede se li vorrei lunghi come i suoi. Il mio inglese è approssimativo e cerco di sorridere il più possibile, sono qua per questo e non mi voglio scoraggiare. Arriverò anch'io a parlarlo e capirlo alla perfezione, sono qua per questo.
I miei capelli sono color miele, Giada me li ha sempre invidiati e li ho sempre tenuti molto lunghi ma prima di partire ho dato una bella spuntatina, mi arrivano sotto le spalle adesso.
Mike, il papà, mi preannuncia che abiterò nella zona di Hampstead al Nord di Londra e che in un quarto d'ora con la metropolitana sarò in centro. Oggi è sabato e già da domani nella mia giornata libera potrò iniziare a immergermi in questa incredibile città.
Eccoci davanti a una maestosa villa, Sharon scende correndo e urlando - È arrivata! È arrivata..la mia au pair è arrivata! -
Mi piace il suo entusiasmo ma mi sento così fuori luogo, quella che penso sia Susan mi sta venendo incontro.
Con un sorriso smagliante e un braccio aperto mi viene ad abbracciare, nell'altro braccio trovo un fagottino che sta dormendo rannicchiato sul suo petto, deve essere Emma.
Mi viene da piangere, tutti questi sorrisi, abbracci e sguardi sognanti.
Torno anch'io ad avere una famiglia vera finalmente.
La cena è pronta annuncia Susan ma Mike vuole farmi vedere la casa e Sharon è sempre appiccicata alle mie gambe.
Le ho contate e sono ben 12 stanze: la cameretta di Emma e quella di Sharon, 3 bagni,     l'enorme camera da letto di Mike e Susan, la lavanderia, la stanza da giochi per le bimbe, la cucina, la sala da pranzo, il salotto e dulcis in fundo la mia cameretta.
Ha l'aspetto confortevole e mi perdo nella vista della libreria che occupa tutta una facciata, c'è un piccolo bagno per me infondo e sopra la scrivania intravedo un'agenda.
- È un diario, ogni ragazza alla pari che è stata in questa famiglia ci ha lasciato un pensiero, un racconto. Ci piacerebbe lo scrivessi anche tu ma senza impegno tranquilla -
Wow non vedo l'ora di leggerlo e chissà come le altre ragazze hanno vissuto questo periodo della loro vita.
Susan è impaziente e di corsa ci avviamo in sala da pranzo, non nascondo un certo languorino, l'orologio segna le 8 ma per me è come se fossero le 9.
Susan ha preparato la pasta con un sugo improbabile alle noci ma non mi lamento, la cucina inglese non è sicuramente rinomata per essere il top ma apprezzo lo sforzo.
Emma comincia a piangere e Susan la porta a dormire - Vai pure a riposarti Camilla, è stata una giornata lunga per te. Domani mattina ti darò tutte le indicazioni per la tua prima gita a Londra. Da lunedì ti spiegherò le tue mansioni e inizierà la tua settimana lavorativa. Fino ad allora sei in vacanza -
Mi bacia sulla guancia e si avvia sulle scale.
Salgo anch'io e arrivata nella mia cameretta mi butto letteralmente sul letto, sono stanchissima.
Prendo finalmente il cellulare in mano e ci sono tante notifiche WhatsApp, rassicuro Giada e nonostante non se lo meriti mando un messaggio anche alla mamma, non ho voglia di sentirla.
Con la coda dell'occhio trovo il diario sulla scrivania e sono troppo curiosa per non sbirciare qualche frammento di vita vissuta qua a Londra.
Un colpo alla finestra attira però la mia attenzione e quando mi avvicino noto un ragazzo nel vialetto.
Non mi resta che aprire la finestra - Ehi sei la nuova ragazza alla pari? Sei italiana vero? Ciao io sono Diego -

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