Capitolo 11

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Lisa
Entrai in casa sospirando: quel ragazzo era matto da legare, aveva provato a trascinarmi con se sul suo motorino. Mi tolsi le scarpe e le appoggiai vicino al termosifone, in modo si potessere asciugare prima. Sfragandomi le mani una contro l'altra per scaldarle andai in cucina per pranzare; i miei genitori non erano ancora tornati, anche perché il loro orario lavorativo terminava alle sei e mezza del pomeriggio.

Tirai fuori dal frigo dei pomodori e delle svizzere del giorno prima: quanto odiavo gli avanzi...

-Lii, dobbiamo parlare.-

Per poco non mi strozzai con un boccone: come poteva scrivermi questo?
Era pazzo.
Non gli risposi.

-Ti vengo a prendere alle 16:30-

Che cosa aveva in mente quel ragazzo? Io quel giorno avevo allenamento. Gli risposi fredda.

-Oggi ho allenamento. Non voglio più parlare con te.-

Spensi il cellullare: non volevo vedere la risposta quando sarebbe arrivata.
Inghiottii lentamente un pezzo di carne sospirando. Cosa mi avrebbe dovuto dire Lena? Avevo letto il suo messaggio, ma lei voleva parlarmi di persona.

Preparai il borsone infilandoci i miei pantaloni, una bottiglietta di acqua, un asciugamano, una maglietta, deodorante e scarpe.

Uscii di casa con l'ombrello aperto sopra la testa: il temporale non sembrava voler smettere.
Camminavo velocemente cercando di evitare tutte le pozzanghere che si erano formate.

Arrivai alla palestra trafelata, ero in ritardo, come sempre. Spinsi la porta e sgusciai all'interno. Salutai la signora dietro a un bancone all'ingresso, prima di entrare nello spogliatoio.

Velocemente mi cambiai e raggiunsi tutto il mio gruppo in una stanza tappezzata da specchi.

"Lisa, rapida, stiamo per iniziare" squittii la mia insegnante.

Mi posizionai al mio solito posto e in men che non si dica, stavamo già tutti ballando a tempo di musica, mentre ci venivano urlati contro delle correzioni.

"Tieni la schiena più dritta Matt"
"Carol, devi rimanere sulla stessa fila di Naomi"
"Paul, vai a tempo con gli altri"
"Lisa, più forza in quelle braccia"

Quando finì la canzone, tutti ci fermammo con il fiatone. Questa coreografia era molto complicata ed era arduo, soprattutto, muoversi all'uninsono. Ci lavoravamo dall'anno precedente, per poterla presentare alle Nazionali di Hip Hop che si sarebbero tenute a  Berlino quell'autunno.

"Ragazzi..." esordì Catherin, l'insegnante.
"Voglio vedere più grinta da parte vostra, siete bravi e avete lavorato bene fino ad adesso. Non voglio che gettiate la spugna proprio adesso, altrimenti non arriveremo mai al nostro obiettivo. Va bene?"

Tutti noi annuimmo all'unanimità.

"Perfetto! Al lavoro!"

Uscii da quella sala completamente sudata, ma mi rifiutai di fare la doccia nei bagni della palestra: erano sempre puliti, ma l'idea che qualcun'altro avrebbe potuto lavarsi dove mi sarei lavata io non mi piaceva.

Piegai tutto e lo riposi dentro il mio borsone, mi rimisi il giubbotto e uscii dalla palestra. Un brivido di freddo mi percorse dalla testa a i piedi.
Iniziai ad attraversare il pargheggio ormai buio con velocità: almeno aveva smesso di piover...

...una mano mi blocco il polso e io strozzai un urlo perché una seconda mano mi si poso sulla bocca.

"Shhh. Non urlare" mi disse una voce all'orecchio.
Lukas.

Mi girai di scatto e vidi i suoi occhi azzurri carichi di rabbia. Provai a sgusciare via, ma questa volta le sue dita mi tenevano ben stretto il polso.

"Adesso noi due parliamo"

"Ma c-cosa? Cosa ci fai q-qui? M-mi hai s-seguita?"

"Certo che ti ho seguita"

"Perché?" Dissi iniziando a piangere.
"Perché non mi lasci in pace?"

"Shh. Non piangere" replicò asciugandomi le guancie.

Lukas era matto, completamente matto. Fino a qualche secondo prima mi guardava arrabbiato e ora bisbigliava e mi trattava bene.
Pazzo.

"Hai paura?" Mi chiese vicino all'orecchio.

"Si"

"Ma non devi aver paura"

"Come faccio a non aver paura? Un matto è arrivato qui e sta cercando di portarmi via." Risposi alzando il mio polso legato al suo.

"Tu credi che io sia un matto?" Domandò ridendo.

"Non lo credo, lo so."

"Tu non sai niente! E non puoi venirmi a fare la predica!" Urlò in mezzo al parcheggio. Le vene del suo collo pulsavano sangue vorticosamente.

"Predica? Ma chi ti sta facendo la predica?"

Mi osservò senza rispondere e all'improvviso mi caricò sulle sue spalle.

"AIUTOOO!" Urlai nella speranza che qualcuno mi sentisse.

"Stai zitta Lisa. STAI ZITTA!"

Ormai le lacrime scendevano senza sosta mentre mi poggiava sul suo motorino. Provai più volte a scappare, ma la sua mano era ancora incollata al mio polso.

"Voglio parlare con te"

"Io no, lasciami andare ti prego" dissi sfinita.

Lui mi osservò con gli occhi fissi dentro i miei per qualche secondo.

"No"

Si girò e mise in moto partendo.
Il mio cuore si alzava e si abbassava attraversato da spasmi, cosa stava succedendo? Mi avrebbe fatto del male? Osservai la traversa che mi avrebbe portato a casa mia.
Mi venne un'idea.
Ma era impossibile.
Dovevo farlo se volevo scappare da questo pazzo.

Superammo la traversa di strada e proseguimmo sull'asfalto duro.
Alla nostra dentra un giardino era ben curato e l'erba lo ricopriva foltamente.
Strinsi il mio borsone e respirai profondamente prima di buttarmi giù dal motorino in corsa su quel giardino.

Atterrai sull'erba e il colpo mi mozzò il fiato, ma spaventata mi rialzai,subito per poi iniziare a correre freneticamente.
Ormai mancavano pochissimi mentri a casa mia.

"LISAAAA" urlava Lukas dietro di me, e sentii i fari del suo motorino puntarmi addosso.
Con il fiatone tirai fuori le chiavi. Mi tremavano le mani mentre cercavo di inserirle nella toppa.

"Lisa? Perché stai scappando?" Ormai era dietro di me e si stava avvicinando.
Riuscii ad entrare e chiudere la porta prima che mi raggiungesse.

Lui bussò alla porta.
Non sapevo se essere spaventata o arrabbiata. Questi due sentimenti si mescolavano dentro di me.

"Lukas se non te ne vai chiamerò la polizia" urlai da dietro la porta.

Lui rise
"Non avresti il coraggio, piccola"

Era pazzo.

Presi coraggio e aprii la porta.
Me lo ritrovai di fronte a me e la mia mano aperta colpì decisa la sua guancia.

"Secondo te avrei avuto il coraggio di fare questo?"

Non lo feci rispondere e gli chiusi la porta in faccia.

**************
Hey guys!!
Cosa sta succedendo?
Lukas...è pazzo o starà nascondendo qualcosa? Non voglio dirvi altro :)
Prossimo capitolo su Lena.

Voi da che parte state?
#TeamAdam
#TeamLukas

Xoxo
Ele

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