Capitolo 12

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Lena

Adam  7:34
Ciao, piccola.

Lena  7:35
Ehi, che stai facendo?

Adam  7:35
Sto arrivando da te

Lena  7:35
Ma oggi c'è scuola

Adam  7:35
Non mi interessa.
Non rispondere. Sto arrivando.

Sorrisi leggendo quel messaggio, egoisticamente volevo che Adam rimanesse tutta la giornata con me, ma sapevo che serebbe dovuto andare a scuola.

Prima che arrivasse, presi il mio eyeliner che tenevo sempre nello zaino, ma che non utilizzavo mai e mi recai nel bagno dell'ospedale. Mi feci una doccia e dopo un quarto d'ora ero già asciutta e stavo china sopra lo specchio per trucccarmi leggermente. Volevo essere bella per lui.

Sentii la porta sbattere proprio mentre finivo di tracciare una linea sottile sopra la mia palpebra.

"Lena? Dove sei?" Mi chiamò lui.

"Qui, arrivo"

E uscii dal bagno avvicinandomi a lui.

"Ti sei truccata?" Mi chiese storcendo il naso.

"Non ti piace?"

"Di solito non ti trucchi mai"

Rimasi delusa da quell'ultima affermazione. Io che cercavo di essere carina per lui. Adam si accorse del mio sguardo e sorridendo mi prese per mano conducendomi in bagno, mi fece sedere sul gabinetto, prese dalla piccola credenza un tozzo di cotone che inumidì prima di passarmi sugli occhi.

Quando rimasi completamente senza trucco lui mi prese in braccio.

"Adesso va meglio"

Cinsi le mie braccia attorno al suo busto e lui baciandomi cercò di arrivarsi vicino al letto.
Mi lasciò cadere prima di stendersi sopra di me, senza lasciare mai le mie labbra.

"Che verso avevi fatto l'altra volta?" Mi sussurò suadente all'orecchio.

Io avvampai e le mie guance si tinsero di rosso.

"Beh..." continuò "...voglio risentirti"

Io imbarazzata mi staccai e lo osservai facendo gli occhi grandi.

"Sei imbarazzara piccola Lee?"

"Sì"

"Stai tranquilla, con il tempo ti sentirai a tuo agio"
Mi sorrise ammiccando.

Non risposi, per questo lui continuò a baciarmi e lentamente si sfilò la maglietta scoprendo il suo fisico leggermente scolpito.

"Da quando gli addominali così evidenti?" Gli chiesi mentre passavo l'indice in mezzo al suo ventre.

"Ho intensificato gli allenamenti"
Poi mi osservò malizioso.
"Ti piacciono?" Chiese.

Annuii mentre le mie guancie erano ancora arrossite.

"Ecco pensavo di..." iniziò lui, ma la porta si spalancò di colpo ed entrò a passo di carica un'infermiera con una cartella clinica in mano.

Adam era steso sopra di me a torso nudo, le mie mani sul suo ventre ed entrambi stesi sul letto.
L'infermiera, una donna sinuosa, dai lunghi capelli biondi, scutò prima me e poi lui.

"Ci stiamo dando da fare qui, eh?" Affermò senza staccare gli occhi da noi.

Adam scese dal letto velocemente e si mise la sua maglietta, ormai abbandonata sul pavimento; io mi rizzai a sedere cercando di sisitemarmi i vestiti e i capelli.

"Tu, puoi uscire un attimo per favore?" Chiese decisa l'infermiera a lui.
"Dobbiamo fare alcuni controlli"

Adam mogio iniziò a dirigersi verso l'uscita e prima di valicare la porta mi fece segno che avrebbe aspettato io finissi.

"Lena, giusto?" Chiese lei.

"Sì"

"Lui è il tuo ragazzo?"

"Adam? Sì credo di sì"

"Beh, allora tienitelo stretto, è innamorato di te, si vede lontano un miglio"

"Certo farò così...grazie" risposi abbassando lo sguardo.

"Allora, devi  assumere questo antibiotico attraverso un tubicino che adesso inserirò nel tuo braccio. Dovresti finire prima di pranzo" mi informò mentre preparava l'ago, che inserì una volta ben disinfettato.
Dopo si sciacquò le mani e riprese la cartella clinica prima di uscire anche lei.
Appoggiai la schiena al cuscino del letto sospirando: ero così stanca.

Adam rientrò nella stanza incerto.

"Che cosa succede?" Domandai.

"Quell'infermiera mi ha detto di non toccarti fino a quando non finisce l'antibiotico."

Mi misi a ridacchiare imbarazzata.

"Ma non ha detto che tu non possa toccarmi" e mi osservò furbo avvicinandosi.

"Adam, forse è meglio che certe cose le facciamo a casa e non in ospedale"

"Ma...piccola Lee" mi osservò supplichevole.
"Ho aspettato otto anni perché tu fossi mia e adesso? Devo rinunciare?"

"No, ma ti chiedo di aspettare. Un giorno in più o un giorno in meno, non faranno un gran che alla tua attesa di otto anni, non credi?"

"Dovrei non ascoltarti e portarti sopr..."

"Va bene. VA BENE" lo fermai prima che potesse dirmi qualcosa.

Lui si mise a ridere.
"Allora vado, devo fare allenamento. Scrivimi" e mi scoccò un piccolo bacio sulle labbra.

"A dopo"

Lo osservai mentre usciva dalla stanza per poi prendere il mio cellulare. Iniziai a girovagare in rete annoiata: stare in ospedale era spossante.
Dopo circa quattro ore arrivò la stessa  infermiera che mi tolse il tubicino lasciandomi libera da ogni macchinario.
Decisi di fare un giro nel giardino annesso all'ospedale; scesi i gradini velocemente e iniziai a girovagare senza meta in quell'enorme spazio verde.

"Hey, tu, questa è una proprietà privata"
Urlò qualcuno alle mie spalle.

Mi girai di scatto e notai un ragazzo di circa diciassette anni munito di tuta da lavoro e forcone. Aveva i capelli biondi e gli occhi scuri.

"S-scusa, adesso vado via"

"Stai tranquilla, adesso lo sai"
E mi sorrise gioviale.

"Piacere Martin"

"Piacere Lena"

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Hey guys!!
In questo capitolo ho introdotto un nuovo personaggio.
Che ruolo avrà Martin nella vita di Lena?
Prossimo capitolo su Lisa...
Scusate gli errori'
Xoxo
Ele

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