Capitolo 9

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Lena
Io mio cuore perse un battito: Adam, senza guardarmi in volto si era già seduto vicino a me. Poi, senza che io me ne accorgessi, mi aveva già schioccato un piccolo bacio sulla guancia.

Rimasi confusa: non mi aveva calcolato per giorni e ora si comportava come se non fosse successo nulla.

A me lui piaceva, o forse lo amavo, mi si erano aperti gli occhi in questi giorni, quando non mi era più stato vicino nonostante io avessi sempre dato per scontato la sua presenza assieme a me.

Lo osservai con la coda dell' occhio, aveva il capo chino sul banco e lo sguardo fisso sul libro aperto davanti a lui: quanto mi mancava. Aveva le occhiaie, ed era molto pallido. Mi accorsi che anche lui mi stava osservando e girai subito il volto dall' altra parte.

Non capivo più nulla, il mio cuore era in tilt. Dovevo provare a parlargli?

"Adam?" Bisbigliai.

Lui mogio si girò verso di me.
"Lee, ti prego non dire nulla"

"Ma dobbiamo parlare"

"No, se non mi parli io riuscirò a dimenticarti più facilmente."

Come? Non poteva farmi questo? Stava provando a dimenticarmi? Dopo tutti gli anni passati insieme?

"Non voglio essere dimenticata" dissi, mentre una lacrima mi rigava una guancia.

"Cosa?" Mi osservò lui, con gli occhi spalancati.

Pensava che io non fossi innomarata di lui?

Senza dire nulla mi alzai dal banco e corsi in bagno, sentivo Adam che spiegava alla professoressa

"Sta male, ha un po' di nausea" in fondo era sempre rimasto il mio migliore amico.

Mi accasciai contro il muro viscido del bagno, respirando affannosamente: ma cosa stava facendo? Non capivo nulla.

Strofinai le mie mani sugli occhi e mi sciacquai il viso con dell' acqua: non potevo rimanere lì dentro per tutto il giorno. Lentamente uscii da quella piccola bolla di protezione e rientrai in classe.

"Mi scusi, non mi sentivo bene" mi giustificai.

"Lena, se stai male, puoi andare a casa" rispose la professoressa; sapevo cosa pensavano tutti di me e della mia salute: se Lena sta male vuol dire che potrebbe svenire.

Ma purtroppo non stavo male fisicamente e questa sensazione era anche peggio. Adam continuava a fissare il foglio.

Durante la lezione di matematica, lui si girò verso di me.

"Come non vuoi essere dimenticata"

No.
Non me lo stava chiedendo, vero?
Lo osservai.

"Secondo te?"

"Io non ci sto capendo nulla Lee"

"Adam! Ma non è evidente?" gridai.

"Lena, che succede?" Chiede il professore.

"Non si sente bene, da questa mattina" interviene il mio...migliore amico.
Lo guardai con occhi simili a fessure.

"Ah" continuò il prof "Adam accompagnala in infermeria, non voglio che succeda qualcosa"

Qua tutti pensano che io potrei svenire da un momento all'altro?

"Certo" risponde lui

Mi alzai  mi avviai verso la porta, ma invece di proseguire lungo il corridoio mi rifugiai in bagno con dietro Adam. Il bagno stava diventando il mio posto preferito dove nascondermi da tutto.

"Lena?" Mi chiamò lui, appoggiato sullo stipite della porta del bagno delle ragazze.

"Non sto male"

"Vieni fuori"

"Ma cosa stai facendo?"

"Ti sto accompagnando in infermeria"

"Ma non in quel senso, perché fai così?"

"Così come?"

"Prima mi ignori per giorni e dopo ti comporti come se non fosse successo nulla!"

"Non mi sto comportando così!"

"Sì invece, e non ci capisco più nulla!"

Urlai prendendomi la testa tra le mani.

"Sto cercando di dimenticarti"

"Ma perché!" Continuai.

"Perché quello che provo io non è ricambiato"

"ADAM! NON È EVIDENTE? NON È EVIDENTE CHE ANCHE IO TI AMO?"

Lui sbarrò gli occhi.
"No...Non è vero.

"SÌ, È VERO, E IO NON CE LA FACCIO PIÙ A STARE..."
La mia testa pulsava e le mia ginocchia iniziarono a cedere. Mentre mi abbandonavo per terra, due braccia forti mi presero in braccio. I miei occhi erano semi-aperti e riuscivo a percepire tutto ciò che mi accadeva intorno.

Adam mi portava in braccio giù per le scale correndo: non pensavo che fosse così forte. Volevo gridargli di lasciarmi andare e che stavo bene, ma non riuscivo a muovere un muscololo. Sentii che arrivò in infermeria, però non riuscivo a percepire nussuna parola che dicesse alle nostre bidelle. All' improvviso tutto intorno a me si scurì e persi completamente i sensi.

Sentii in lontanaza il suono dell' ambulanza...ambulanza? Perché sentivo il suono dell'ambulanza? Poi di nuovo tutto nero.

Qualcuno mi stava accarezzando il dorso della mano e io lentamente aprii gli occhi. Lisa era lì seduta vicino a me e i miei genitori dall'altra parte del letto: tutti mi scrutavano silenziosamente.

"Cosa sta succedendo?" Borbottai cercando di tirarmi a sedere.
Mia mamma però mi trattenne sul letto.

"Lena, stai sdraiata. Sei svenuta. Il dottore si raccomanda di riposarti.

"Ma perché sono all'ospedale?"

"Non riuscivano a risvegliarti"
In quel momento la  porta si aprì ed entrò anche Tayra.

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Hey guys!
Come va?
Piaciuto il capitolo?
Spero che come si stia snodando la storia vi piaccia.
Prossimo capitolo su Lisa.
Xoxo
Ele

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