Capitolo 2

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LENA
Arrivati nel cortile della scuola subito Lisa viene risucchiata da un vortice di ragazzi, lei è sempre stata la più popolare tra le due.

Mogia mi avvicino al gruppetto della mia classe che si è formato davanti a un piccolo cancello arrugginito che sfocia in un piccolo cortile dove i professori parcheggiano le proprio auto.

-Hallo Lena, come va?-

-Guten Morgen Derik, io bene tu?-

-Bene, avete studiato bene per la verifica di fisica oggi?-

- Io no, tanto metto i libro sotto il banco e copio tutto- disse noncurante Anna.

-No no, io ho studiato fino a notte fonda- alzai le mani in segno di discolpa.

-Lena, ma tu anche se studi poco prendi bei voti-.

-Magari fosse così- sussurrai.

-Hallo- salutò Kristen aggiungendosi al gruppo e rivolgendomi un piccolo sorriso

Alzai la testa in segno di saluto e mi riunii alla conversazione.

Appena suonata la campanella entrammo in classe e io lasciai cadere a terra il mio zaino. Ero troppo stanca, non avrei mai potuto sostenere in quelle condizioni una verifica e in più quella mattina non avevo fatto colazione...

Rassegnata presi il mio portapenne e lo posai sul banco quando due mani fredde si posarono sui miei occhi da dietro

-Adam?- chiesi sottovoce con gli angoli della bocca che si tiravano verso l'alto.

-In persona-

E mi schioccó un piccolo bacio sulla guancia.

Noi due eravamo amici dall'asilo, una vita praticamente, ogni volta che gli parlavo dimenticavo per un attimo i miei problemi. Con lui pensavo solo a ridere e divertirmi. Le volte che avevamo litigato in tutti questi anni si potevano contare sulle dita di una mano.

Mi girai di schiena per guardarlo negli occhi e lentamente lo scrutai
-Ad, mi piaci di più quando hai i capelli tirati su sulla testa- affermai.

-E tu mi piaci di più quando stai zitta- ribattè sorridendo e sendendosi vicino a me.

-Allora mi sa che dovrai trovarti un'altra migliore amica e soprattutto un'altra persona che oggi ti aiuti in fisica- mi voltai fingendomi offesa.

-Facciamo così, per oggi mi rivolgi ancora la parola e mi fai copiare la verifica e poi non mi parli più a vita- propose scherzando.

-Tu mi offri un pezzo della tua merenda?- chiesi osservandolo con la cosa dell'occhio.

-Certo, ti dò metà panino, come sempre-.

-Grazie- dissi con un po' troppo entusiasmo. Notai una scintilla di dovertimento nel suo guardo e io ritornai seria.

-Affare fatto, amici solo per oggi- e gli tesi la mano. Ce la stringemmo prima di iniziare a ridere.

Dieci minuti dopo ero immersa nel mio compito di fisica, le domande erano molto semplici e riuscii a finirle in pochissimo tempo, mentre invece Adam sporgeva il suo collo verso la mia verifica nel tentativo di scorgere qualche risposta.
Avevo troppa fame il mio stomaco era ingarbugliato per la tensione e la testa mi pulsava. Consegnai in fretta e chiesi il permesso di andare in bagno.

La testa mi faceva malissimo e tutto il mondo intorno a me girava e cambiava forma. Mi appoggiai a uno dei muri sporche dei gabinetti, le gambe non riuscivano a reggermi e lentamente scivolai per terra mentre tutto si tingeva di nero.

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Mi risvegliai nell'infermeria della scuola sdraiata su un lettino e vicino a me Kristen che stava ispezionando gli stappi nei suoi pantaloni. Quando alzò lo sguardo su di me mi sorrise.

-Ohh, finalmente Lena, in tutti i posti dove potevi svenire proprio le piastrelle del bagno?- chiese.

-Guarda che sono molto più comode di quanto tu possa pensare-

In quel momento entro una bidella. Una donnetta tarchiata che spendeva la maggior parte del suo tempo sui cruciverba allegati al giornale. Sembrava odiasse tutti i ragazzi, ogni volta che le si chiedeva qualcosa lei grugniva e bofonchiava, e la domanda  sorge naturale, perché lavorare in una scuola?

Mi schiaffò una bustina di zucchero nella mano prima di uscire da quella angusta stanzetta.

Uno Specchio, Due Riflessi || LeLi StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora