Capitolo 13

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Lisa

"Shhh" mi disse posando il suo indice sulle mie labbra, delicatamente.

"Dove stiamo entrando? Mi avevi detto che era un posto speciale"
Polemizzai scettica.

"È un posto speciale"

"Scusa, ma ricapitoliamo cos'è successo fino ad ora: tu sei entrato in casa mia e ti sei sdraiato su di me, mi hai costretto ad uscire in pigiama e coperte, mi hai rapito e ora mi stai per far entrare in un posto pericoloso. Ti sembra una cosa normale?"

"No, ma io ti devo parlare e poi questo pigiama ti sta bene e ti ho fatto mettere le scarpe."

"Lukas, voglio tornare a casa. Ora. Fallo"

"No, Lisa, ora che sei qui e posso spiegarti tutto ciò non ti lascerò scappare"

"E allora parla!" Urlai disperata.

"Vieni" disse prendendomi la mano e trascinandomi dentro a quel buco nero.

Entrammo mano e nella mano.

"Lii, se stringi ancora un po' la mia mano, la spappolerai"

"Scusa" bisbigliai arrossita allentando la presa, scavalcammo alcuni pezzi di cemento che intralciavano il nostro cammino; non si riusciva a vedere nulla e Lukas con la torcia del cellulare illuminava davanti i nostri piedi. In silenzio proseguivamo mano nella mano, io con il cuore in gola.
Ad un certo punto sbucammo fuori in un terrazzo malconcio. Da lì si potevano osservare i campi di grano coltivati e le spige allineate sotto un cielo ricoperto da stelle.

"Wow!" Fu l'unica cosa che riuscii a pronunciare.
Vidi che Lukas sorrideva sotto i baffi contento.

"Ti piace?" Mi domandò.

"Si, non sapevo ci fosse la campagna così vicino." Risposi sognante.

"Bene" proclamò mentre mi girava di spalle in modo che io non potessi più vedere il panorama.
"Dobbiamo parlare"

"Inizia pure"
Lo spronai.

"So che in questi giorni ti sarò sembrato un po' strano..." cominciò lui.

"Strano? Sembravi impazzito"

"...lo so, fammi finire, ma l'ho fatto per una sola ragione...te"

"Per me?" Chisi confusa, perché non si spiegava meglio?

"Si per te, da quando per la prima volta ti ho visto in strada a tarda notte e abbiamo parlato ho creduto che tu non fossi la persona che io avevo sempre cercato di evitare"

"Evitare?"

"Si, una di quelle ragazze popolari, sempre tirate e alla moda, che parlano solo con chi considerano alla loro altezza"

"Ma io non sono così" risposi offesa. Davvero credeva tutto questo di me?

Lui fece un passo verso di me.
"Lo so, e come ti dicevo, da quel momento non ho fatto altro che pensare a te, ma naturalmente mi vergognavo: ti parlavo solo la sera e spesso ti obbligavo ad uscire con me, perché io sentivo la tua mancanza, ma la mattina non riuscivo a guardarti in faccia, sapevo di andare contro a tutti i principi che mi ero imposto riguardo alle ragazze."

Lo guardai stranita. Che cosa? Piacevo a Lukas?

"Ma io pensavo che tu non mi sopportassi" fu l'unica cosa che riuscii a pronunciare.

"Lii, è molto più semplice nascondere i propri sentimenti sotto la rabbia e la frustrazione che mostrarli come realmente sono."

Continuavo a osservarlo in cerca di una risposta e rimanemmo a guardarci per qualche secondo dritto negli occhi, quando io decisi di prendere la parola.

"Lukas, in questi giorni non mi hai trattata rispettosamente, non sai quante volte ho avuto paura di te, quante volte ho versato lacrime inutili per colpa tua, quante volte mi hai lasciata senza farmi sapere. Io non credo di provare quello che tu provi per me. Siamo così diversi, come il sole e la luna. Non credo che avremo possibilità di durare." Chiusi gli occhi dicendo quest'ultima parola.

Quando li riaprii vidi il suo sguardo deluso.

"Quindi è un no?" Mi domandò per l'ultima volta.

"Credo di sì, ma rimaniamo amici, per favore."

"Amici?" Rise.
"Non credo proprio" e si girò dall'altra parte ritornando sui propri passi.

Prima che scomparisse completamente dal mio campo visivo, lo seguii per evitare di rimanere sola.
Mi dispiaceva che le cose tra noi finissero così, ma non volevo illuderlo, a me non piaceva Lukas, non sapevo neanche se ero ancora interessata ad Adam.

Quando uscimmo da quell'edificio lui in silenzio si sedette sul sellino della moto e accese il motore: per un attimo pensai che volesse lasciarmi lì da sola, per questo affrettai il passo e mi posizionai dietro di lui.
Mi aggrappai al suo busto per reggermi in equilibrio, ma sentivo sotto la felpa pesante che contraeva i suoi muscoli al mio tocco.

"Adesso ti porto a casa" mi informò meccanico.

"Va bene" risposi silenziosa.

Appena mi lasciò davanti a casa scappò via e io mi avvicinai al portone. Cercai nelle tasche, ma mi ero scordata di prendere le chiavi. In preda al panico iniziai a girare intorno al giardino di casa mia e trovai la finestra della cucina aperta.
Con poca abilità riuscii a scavalcarla e in due minuti ero già sotto le coperte. Il giorno dopo sarebbe stato molto faticoso.

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Hey guys!!
COLPO DI SCENA!!!
Lisa rifiuta Lukas, ma la loro amicizia continuerà?
Prossimo capitolo su Lena.
Non svelo altro.
Xoxo
Ele

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