Capitolo 15

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Lena
Finalmente ero tornata a casa: non sarei riuscita a restistere qualche giorno di più rinchiusa in quell'ospedale. Controllavo ossessivamente il telefono nella o i speranza che Kristen rispondesse, ma la casella dei messaggi era pulita da ogni notifica.

Ero ancora arrabbiata con Adam, mi aveva tempestato di chiamate e di messaggi nella speranza di potermi spiegare cosa fosse successo, ma non c'era nulla da spiegare secondo i miei occhi.

Camminavo su e giù per il lungo corridoio che portava dalla mia stanza alla lavanderia, il sonno tardava ad arrivare e in me si mescolavano tantissime emozioni: la rabbia che avevo contro il mio migliore amico, la felicità per il mio viaggio in America e la curiosità che avevo nei confronti di Martin.

"Lena, è ora di andare a letto, su"

"Va bene, vado papà"

Entrai nella stanza e mi misi sotto le coperte, sentii Lisa rigirarsi nelle lenzuola, anche lei non stava dormendo, questa sera mi aveva detto che tutto andava bene, ma non pensava che io mi fossi accorta di qualcosa che non andasse, non sapeva che mi ero accorta delle sue passeggiate notturne, non sapeva nulla.

"Lena! Svegliati!" Mi urlava nelle orecchie mia sorella saltando sul letto.

" Ahia! Ma sei impazzita?" Le gridai tirandole uno schiaffo sulla testa. Lei rispose e mi tirò un pugno sul braccio.

"Veloce! Altrimenti questa volta arriviamo davvero in ritardo" continuò lei continuando ad urlare uscendo nel frattempo dalla stanza.

Mi alzai a sedere strofinandomi il braccio colpito.

Sono belli quei trenta secondi appena sveglia la mattina, quelli che vengono prima di tutti i casini della tua vita.

Sbandando a destra e a sinistra, mi avviai in cucina.
In quel momento ebbi un lasso temporale della mia vita perché dopo tre secondi mi ritrovai a camminare lungo il marciapiede: per fortuna oggi era l'ultimo giorno prima del week-end.

Mi sedetti rassegnata sul banco di scuola, potevo ancora sperare che lui non venisse alle lezioni quel giorno.

Probabilmente quel giorno la fortuna non era con me, come anche la maggior parte delle volte perché entrarono Kristen e Adam in classe, ridevano e chiacchieravano fino a quando lui mi vide.

Smise di ridere immediatamente e sbiancò ammutolendosi. Notai che la mia "amica(?)" seguì il suo sguardo fino a incontrare il mio. Freddo. Apatico.

Ero fiera di me.

Lui rallentando il passo si venne a sedere affianco a me e sempre lentamente posò lo zaino per terra, quasi come se non dovesse farsi sentire.

"Ciao"

Zitta Lena, non parlare, non azzardarti a rispondere.

Lo guardai dall'alto verso il basso aggrottando le sopracciglia in segno di superiorità. Volevo piangere, ma Lena è forte, Lena non piange mai davanti a qualcuno.

Lui mi osservò per qualche istante prima di accomodarsi sulla sedia in evidente imbarazzo.

"Lena" mi chiamò Oliver dal banco dietro il mio.

"Si?" Mi girai facendo un sorriso estramente falso e forzato.

"Mi presti una penna?"

"Certo" risposi facendo la voce dolce e premurosa, controllando con la coda dell'occhio il comportamento del mio amico.

Sul viso di Adam era comparso un enorme punto interrogativo.

Lena 1 - Adam 0

Oliver in tutta risposta mi fece un occhiolino, e si rimise a scrivere sul suo quaderno.

"Lena, possiamo parlare?" Mi domandò cauto.

"No"

"Per favore"

"No"

"Lena" sibilò a denti stretti.

"Ti dispiacerebbe fare silenzio? La professoressa sta spiegando.

Lena 2 - Adam 0

Quando finì la giornata senza alzare la testa mi misi a raccattare le cose dal mio banco, sempre sotto lo sguardo interrogatore di Adam.

Devo ammettere che durante le ore di lezione, non riuscivo a smettere di guardarlo, volevo assolutamente chiarire, non avrei potuto mai dire addio a un'amicizia così lunga a causa di un semplice litigio.
Ero indecisa se andare io da lui o aspettare che lui  venisse da me; quando finalmente mi decisi iniziai a cercarlo nel cortile di scuola: sciami di ragazzi mi passavano davanti impedendomi la visuale, quando lo vidi.

Era appoggiato a un muretto e sorrideva amabilmente a...a...KIRSTEN, e lei gli accarezzava il braccio con un sorriso ebete stampato in volto.
Lo sapevo.
Mi guardavo intorno nella speranza di trovare qualsiasi cosa che potesse aiutarmi, qualsiasi.
Niente.
Ero ferma nel cortile con lo sguardo spaesato fisso su quei due, quando il mio sguardo incrociò quello di Adam.

Lena 2 - Adam 1

Mi girai dall'altra parte e cominciai a camminare velocemente.

"Lena!" Sentii urlare dietro di me.

Non volevo fermarmi, cosa stava succedendo al mio migliore amico?
Sentii una presa farsi stretta sul mio braccio che mi fece girare.

"Dove stai andando?" Urlò lui.

"Ah, quindi adesso saresti tu che mi dovresti fare la predica"

"Lena, solo se mi lasciassi spiegare io... "

"No adesso non voglio sentire le tue scus..."

Le sue labbra si posaro sulle mie facendomi strabuzzare gli occhi. Premetti le mani sul suo petto e lo allontanai da me.

"Lasciami in pace" urlai prima di continuare a camminare.

***************
Hey guys!!
SONO TORNATA.
Credo che continuerò a scrivere questa storia, anche perché una mia amica mi ha obbligato pesantemente, vero Elisa?
Spero la mia decisione venga condivisa.
Quindi non eliminerò la storia, ma proverò a portarla avanti, anche perché è un impegno che mi sono presa.
Buona lettura.
Xoxo
Ele

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