Capitolo 6

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Lena
Quella notte fu la peggiore di tutta la mia vita, non riuscivo a prendere sonno, a volte mi svegliavo di colpo e scoppiavo a piangere; altre mi veniva un forte mal di testa seguito da un urgente bisogno di vomitare. Non mi ero mai sentita così in tutta la mia vita.

Avrei perso il mio migliore amico?

Avremmo avuto ancora il coraggio di guardarci negli occhi?

Quelle domande mi assillavano la mente, facendomi rigirare più volte nel sonno.

Finalmente il trillo della sveglia si fece strada tra le mie orecchie, preferivo svegliarmi che rimanere a letto cercando di dormire, sapendo che non avrei potuto levarmi dalla testa il bacio con Adam lì sdraiato sotto le coperte.

Lisa stava ancora dormendo. La scossi più volte, senza ottenere risultati; dopo qualche minuto riuscii a farla alzare dal letto. Aveva degli occhi iniettati di sangue.

"Lisa, tutto bene?"

"Sì, ho solo un po' di sonno"

Scesi velocemente in cucina, ero già in ritardo. Con che faccia sarei andata a scuola? Cosa sarebbe successo?
Mi sforzai di inghiottire una cucchiaiata di cereali, mentre nella stanza entrava Tyra.

"Ho visto Lisa, sembra uno straccio" commentò mentre addentava una mela.  

"Magari è andata a dormire tardi"

"Boh...Ah! Lena" si ricordò.
"Ieri Tim mi ha scritto"

"Davvero? Come sta?"

"Bene, dice che in caserma lo fanno lavorare tantissimo"

Tim era il nostro fratello maggiore, che qualche mese fa si era arruolato nell'esercizio tedesco. Ora lo vedevamo pochissimo e di rado ci scrivevamo.
Mentre parlavo con mia sorella l'occhio mi cadde sull'orologio appeso al muro. Dovevo sbrigarmi se non volevo arrivare tardi a scuola. Mi alzai dalla tavola e stranamente vidi Lisa già pronta per uscire di casa. Strano.

Mi infilai velocemente una felpa: l'inverno si stava avvicinando e le temperature si stavano abbassando vertiginosamente.

Infilai le scarpe ed ero pronta per andare. Salutai i miei genitori schioccando loro un sonoro bacio sulla guancia e mi avviai con Lisa.
Camminavo a testa bassa guardando il marciapiede, non sapevo cosa avrei fatto, cosa avrebbe fatto lui, cosa avremmo fatto.

Adam mi piaceva sì, ma non sapevo dire se come amico e qualcosa di più, ad ogni passo che facevamo verso scuola, lo stomaco si contorceva sempre di più. La tensione mi mangiava dentro. Lisa se ne accorse e mi sorrise imbarazzata; ieri le avevo raccontato tutte e lei si era messa a piangere con me.

Il cancello del cortile sembrava farsi beffe di me, mentre mi accoglieva all'entrata. Mi destreggai tra i ragazzi fino a raggiungere il gruppo della mia classe. Adam non era ancora arrivato. Mi unii al loro discorso, ma non potevo fare a meno di girarmi ogni due secondi: speravo non venisse, però una piccola parte di me era triste di non vederlo tra gli studenti.

"Lena, cosa c'è?" Bisbigliò Kristen.
"No, nulla"

"Perché continui a girarti intorno?"

"Sto cercando una mia amica, oggi è il suo compleanno" inventai. Ero diventata brava a mentire.

La campanella trillò, avvisando dell'inizio della lezione.
Perché Adam non era venuto?
Aveva paura anche lui?
Mi ero immobilizata, mentre tutti affianco a me entravano nelle rispettive classi.
All'improvviso mi sentii tirare da un braccio. Due labbra si posarono sulle mie in un bacio leggerissimo. Una voce che ormai conoscevo troppo bene bisbigliò.

"Scusami Lee"
Alzai lo sguardo e lo vidi.
Un cappellino copriva i suoi occhi. Potevo sentire il suo odore.

"Adam..."

Non mi lasciò finire la frase.

"No, Lena non dire nulla" mi pregò.

Fece due passi all'indietro per potermi osservare meglio, prima di girarsi e camminare via.

"Adam!" Urlai ormai nel cortile vuoto.
Lui si girò, solo per un attimo, poi continuò a camminare con le mani in tasca

Iniziai a piangere. Cosa stava succedendo? Il mio migliore amico se ne stava andando dalla mia vita!
In preda al panico, caddi sulle ginocchia in mezzo alla ghiaia.

La giornata a scuola fu lentissima, continuavo a guardare il banco vuoto vicino al mio, tutto era così spento senza lui. Non riuscivo a concentrarmi, odiavo stare così. Chissà dov'era in quel momento.
Temevo di svenire un'altra volta, i giramenti di testa schiacciavano le mie tempie, e l'aria si faceva sempre più pesante. Vedevo quasi doppio quando uscimmo da scuola. Lisa mi prese sottobraccio e mi guidò verso casa. Come sempre non c'era nessuno.

Quel giorno mangiai tantissimo, non riuscivo a levarmi dalla testa Adam. Ero sdraiata sul letto quando mi alzai e  iniziai preparare il borsone per calcio, non mi interessava se i miei genitori mi avevo proibito di andarci per i problemi di salute, dovevo sfogarmi in qualche modo. Mi infilai le scarpe con i tacchetti e la divisa, presi la giacca e un'asciugamano. Lisa non si accorse neanche quando uscii, era troppo impegnata ad ascoltare la musica e aggiornare i nostri profili social. Sgusciai fuori dalla porta e corsi fino al campo. Finalemente ero me stessa.

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Hey guys!
MI SPIACE! Questo è un capitolo un po' moscio e scritto velocemente. I prossimi saranno più intriganti. Qui la storia si fa più complicata per entrambe le gemelle.
Prossimo capitolo su Lisa.
Chi avrà incontrato quella sera?

Scusatemi ancora per il capitolo orrendo!
Buona notte.
Xoxo.
Ele

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