capitolo 14-you can't

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Pov's Stefano

Non era possibile 5 fottutissimi giorni che la cercavo e di lei nessuna traccia,è scomparsa nel nulla,e con lei la mia anima,più ci penso e più è straziante,ma io dovevo tornare a casa dovevo tornare a registrare,e da quando è scomparsa che non registrò ma avevo due video pronti e non avendo chissà quanti iscritti non c'era bisogno di spiegare l'accaduto.Tornai a casa ed entrai senza salutare.

"St-"cercò di cominciare una conversazione mia madre ma io la interuppi mettendole la mano davanti,come ormai facevo sempre,non ne avevo voglia,se avessi parlato con lei mi sarei sfogato e non sarebbe stata la cosa più giusta da fare .Contiuando a camminare raggiunsi la mia camera ed entrai sbattendo la porta,ero esausto,una sensazione indescrivibile,che forse non sarebbe passata tanto presto.Mi passai una mano fra i capelli disordinati e mi guardai allo specchio,ero ridotto male,quella occhiaie le vorrei avere per Youtube e non per lei,la notte non dormivo,non per gli incubi o cose simili,semplicemente pensavo così tanto che non riuscivo a dormire.Era ora di tornare a registrare,st3pNy doveva tornare a esserci per quelle 17.000 persone che ora mi seguono,aprii minecraft. Ho deciso di portare delle nuove serie come su herobrine o hardcore,ne cominciai una su herobrine e cominciai a registrare.

-Bella ragazzi,qua è st3pNy e bentornati in questo nuovo...-continuai indisturbato senza la face cam ovviamente,fini ed editai il video 9 minuti perfetto,mi alzai e andai a fare una doccia;apoggiai la testa nella vasca e mi rilassai.Di queste giornate non me ne facevo niente,inutili,non sapevo dove fosse,la polizia aveva detto che forse l'avevano rapita.Giuro che se solo le hanno toccato un capello,li ammazzo con le mie stesse mani.Uscì dalla vasca,ormai erano le 16.00,un'ora bastava e sinceramente avevo fame.Mi vestii frettolosamente,la solita felpa bordo e i miei jeans neri,con le mie belle scarpe rosse.Muovetti i miei bei piedi fino alla cucina,dove cominciai a rovistare in cerca di come lo chiamano le madri "cibo spazzatura", e fortunatamente ne trovai,non avevo intenzione di cucinare,sarebbe stata solo una perdita di tempo.Qualcuno citofonó e mia madre andò ad aprire,speravo tanto che fosse Elisa ma il mio cervello sapeva bene che non era lei.

"Buongiorno!"disse una voce nell'altra stanza,che precisamente era il corridoio dal quale si accedeva a tutte le stanze e c'era l'entrata alla casa,quella voce la conoscevo troppo bene,era una voce maschile,roca e dura,esattamente come lui,e io mi devo nascondere,e anche velocemente,lui era l'uomo più crudele che avessi mai conosciuto,probabilmente avrebbe avuto il coraggio di uccidermi prima che io compissi i miei 18 anni,per i suoi insulsi scopi.Egli era mio zio Alberto ;37 anni,alto, ciccione e senza scrupoli,lui voleva avere il potere dell'azienda che mio padre ha lasciato a me in eredità,le interessavano soltanto i soldi, ed era da anni che provava a convincermi per lasciargli l'azienda,furbo ci provava quando io ero ingenuo,ma io non ho mai ceduto.Aprii lentamente l'anta più grande della cucina e ci misi dentro,c'era l'odore del detersivo che in quel momento erano lì.

"Buonpomeriggio"disse mia madre un po' meno allegra.Essi si accomodarono in salotto,li vidi dalla piccola fessura che c'era.

"Non si saluta?"chiese a mia sorella accarezandole la guancia con la mano,mano che è stata tolta da mia sorella schifata.

"I giovani di oggi,sempre così maleducati"ribatte ancora l'uomo,mentre si accomodava in una poltrona"non è che mi può preparare un caffè?"chiese e mia madre guardandola,sorridendo"si"disse mia madre in modo insignificante,si alzò e venne verso la cucina prendendo la caffettiera da un cassetto,sapeva che mi ero nascosto,sapeva che non ci volevo parlare,e io sapevo che lei da brava madre,mia avrebbe coperto.Si alzò anche l'uomo e venne verso mia madre che stava facendo al caffè,si avvicinò e le palpó il sedere,ora mi stavano ribollendo i nervi.

"Sai cosa voglio!dov'è tuo figlio?!"disse sussurrandoglielo all'orecchio,mi infastidi e tal punto da uscire,sono uscito allo scoperto e l'ho preso per il colletto attacandolo al muro,ma non lo alzai era troppo pesante."suo figlio è qua!e indovina dove andrà ora?ti rispondo io a denunciarla!"dissi e lo lasciai,li sorrisi, un sorriso amaro e soddisfacente che avrei voluto dargli per tutta la vita"e voi venite con me!"dissi ancora indicando con la testa mia madre e mia sorella.Lo guardai dritto negli occhi con odio e li sussurrai "è la tua fine caro"sorrisi ancora mi girai e me ne andai vittorioso.

fly in love||Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora