capitolo 18||escape

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Pov's Stefano

Il sole stava tramontando erano le 18.44 della sera e per la prima volta in vita mia stavo fumando in balcone;nel balcone dell'ospedale.Salvatore era venuto a trovarmi ma non con gioia era stato qui solo per infastidirmi..sembrava fatto,ed in più ha detto che Elisa sarebbe stata bene ma per poco tempo...

"Lepri è vietato fumare!"mi sgridó la mia infermiera,era giovane ma una scassa scatole unica.

"Lo so;e sinceramente non mi interessa"dissi aspirando di nuovo nei miei polmoni quel inutile fumo.Non ne ero dipendente,avrei potuto smettere quando volevo,non era un problema,ma adesso mi aiutava a stare tranquillo.I dottori mi hanno detto che devo rimanere qua per almeno altri 3 giorni,ma sto già organizzando un piano di fuga,quell'affermazione di Salvatore non mi è piaciuta per niente,la troverò da solo,vaffanculo la polizia.L'infermiera sospirò e prima di andarsene mi rivolse un'ultimo sguardo.Mi sentì più libero quando udì la porta della mia camera sbattete,finalmente potevo rimanere solo a deprimermi.Appena finita la sigaretta mi alzai e a passo svelto mi diressi fuori dalla porta;ero in pigiama ma al momento dovevo solo trovare mia madre,magari questa volta senza svenire.Scesi alla reception e aspettai che arivasse la ragazza di ieri.

"Buona sera sta meglio?"mi chiede dolcemente quando arrivò.

"Bene penso"dissi a bassa voce.

"Allora cosa cerchi?"chiese appoggiando le mani al bancone.

"Cristina Rossi"dissi alzando il capo per guardarla;aveva gli occhi azzurri e i capelli mori mossi,era carina.

"È al quarto piano stanza n.283"disse lei"ma questo non è orario di visita "continuò alzando un soppracciglio.

"Sono suo figlio e sono un paziente dell'ospedale al momento"dissi fiero della mia risposta,adoravo zittire le persone,specie quella ragazza.

Staccati le mani dal balcone e le feci l'occhiolino.

"Hey ti va di uscire sabato?"disse sorridendo,io mi girai a guardarla,davvero pensava di avere una chance con me?ridicola;risi e abbassato
il capo.

"Mi dispiace cara sono impegnato!"ancora una volta spenta,di sicuro è rimasta con il dubbio;è fidanzato o  è impegnato sabato? Si starà chiedendo...Ma è meglio così. Tornai al mio scopo dopo aver girato l'angolo e aver lasciato l'arpia afflitta presi l'ascensore e schiacciai il numero 4,l'ascensore salì e quando si aprì comincia a camminare cercando la camera che mi era stata indicata.Una volta trovata la stanza entrai,dentro c'era mia sorella su una poltrona e mia mamma che guardava la tv.Appena mi vide sorrise ma quando si accorse che ero in pigiama senza ciabatte il suo sorriso si trasformò in un'espressione confusa.

"Sono stato ricoverato ma niente di grave"mia madre aguzzó gli occhi.

"Perché ?"chiese preoccupata.

"Mi sono affaticato troppo e sono svenuto ma sto bene"dissi porgendole una mano per farla sedere.Si tranquilizzó e preferì cambiare argomento.

"Tu come stai?"chiesi prendendo una sua mano fra le mie.

"Meglio;i dottori ti hanno detto qualcosa?"chiese curiosa,sapevo qualcosa ma non se era riferito a lei.

"No,niente;guarda come dorme!"dissi riferendomi ad Elisa che era messa male sulla poltrona.

"Non ha voluto dormire su quel letto"disse sorridendo mentre indicava con il dito il letto dove ero seduto io che era affianco al suo letto.

"Bene io torno in camera...qualsiasi cosa chiama!"dissi alzandomi e salutando"saluta Elisa quando si sveglia"dissi ancora per poi chiudere la porta alle mie spalle ma prima la vidi annuire.

Sospirai perché sospirare era il metodo che ti calmava e metteva da parte i tuoi problemi temporaneamente.

Tornai in camera lentamente,era ancora presto e dovevo occupare il tempo.Appena arrivai mi tolsi il pigiama con delicatezza e lo piegai per poi poggiarlo sul letto,ero in mutande,dovevo scegliere gli indumenti per la fuga ma non sarebbe stato difficile visto che avevo solo i vestiti di ieri;li presi e li separai l'uno dall'altra,misi pantaloni, maglietta e le scarpe.Mi guardai allo specchio,i capelli erano in disastro ma dubito che nel momento in cui l'avrei salvata gli importerebbe della situazione dei miei capelli e poi la maggior parte della mia vita erano stati cosi;negli ultimi anni.Presi il telefono dal comodino e mi precipitai al balcone,tanto ero al piano terra e quindi era una specie di terrazza,la scavalcai ero fuori.

Aspettami sto arrivando piccola,sono pronto ad andare contro ogni pericolo;per te.

fly in love||Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora