Quattro luglio, o Giorno dell'indipendenza.
Nella storia americana, oggi è il giorno in cui si commemora l'adozione della Dichiarazione d'indipendenza del 4 luglio 1776, con la quale le Tredici Colonie nordamericane (diventata in seguito gli Stati Uniti d'America), si distaccarono dall'Inghilterra.
Ogni cittadino Americano festeggia questa giornata nei modi più svariati, andando o facendo concerti, picnic con o senza il barbecue, gite nei musei, feste private, spettacoli commemorativi, discorsi politici, fuochi d'artificio e chi ne ha più ne metta. La mia famiglia per via della loro natura non festeggia più le ricorrenze tradizionali e nemmeno quelle private, come i compleanni. Con la mia nascita, le cose sono cambiate e, infatti, è stato deciso che tutte le feste possibili e inimmaginabili, si festeggiano. Infatti, è stato organizzato un picnic nel bosco insieme a Nahuel e la zia Huilen, a Jacob e suo padre Billy Black, i ragazzi dei due branchi con i loro imprinting e ovviamente nonno Charlie con Sue.
Mi alzo presto, non ho sonno e ho voglia di pensare senza essere disturbata da mio padre che deve spiare la mia testa, anche se so che non lo fa apposta, ma è fastidioso, così decido di andare nel mio regno.
Mi lavo e mi vesto, pronta per il picnic e mando un messaggio a papà.
"Vado dai nonni. Ci vediamo li."
Sdraiata sul prato con l'mp3 nelle orecchie, osservo le nuvole che passano lente e cambiano forma, ad occhi aperti sogno di avere un paio di ali e di volare fino a raggiungere le nuvole soffici e spumose come la panna montata o di meringa o di zucchero filato.
Quella nuvola lassù che sembra una giostra dei cavalli.
Pensare ad altro mi fa bene poiché, sono giorni che mi sento strana, confusa... da quando c'è stato quel loro mezzo litigio, il fatto di aver stretto una tregua non ha cambiato poi in meglio, ma in peggio. Se sto con Nahuel e nomino anche solo per puro caso Jacob, quello s'incavola con me e comincia a dire che non esiste solo lui, che ci sono altri ragazzi, altre persone di cui parlare e conoscere, che dovrei uscire di più da Forks e di non andare solo a La Push se no così non farò mai nuove amicizie, ma la colpa non è certo mia se, non sono come tutti gli esseri umani e finché la mia crescita non rallenta, o si interrompe ai sette anni (mancano ancora un anno e due mesi), non posso stare troppo a contatto con gli esseri umani. Gli unici con cui posso interagire sono nonno Charlie, Jacob e il resto della riserva.
La stessa cosa succede se passo del tempo da sola con Jacob.
Quando sono con lui, è sempre il solito ragazzo che conosco da sempre, insomma il mio Jake, ma al solo nominare Nahuel... ecco che cambia atteggiamento, s'innervosisce, anche lui e inizia a ripetermi che Nahuel non sa nulla di me, che non può fare chissà quali pretese su di me soltanto per avermi visto una volta (l'incontro con i Volturi), o perché è un ibrido come me. E quando fa così, finisce che sto male anche io per i sensi di colpa!
Mi sembra di essere in una storia del Medioevo dove il Re per trovare il futuro sposo alla figlia, organizza un torneo tra i pretendenti e il vincitore può sposare la Principessa. Spero solo che questa situazione passi presto e in fretta perché non ne posso più.
'Drin!''Drin!'
Lo squillare del cellulare interrompe i miei pensieri. Sbuffo.
Immagino chi sia a telefonare ma, per abitudine o forse anche perché il mittente della chiamata lampeggia sul display, difficile non notarlo. È mio padre.
< Papà, sto andando a casa dei nonni. Tranquillo > dico senza dargli il tempo di dire qualcosa. Prima parlo io e poi lui.
< Perché non avvisi! Non mi sembra difficile dire "Vado dai nonni" > dice con voce alterata.

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Together Forever
FanficSono trascorsi diversi anni da quando i Volturi fecero visita a Forks e scoprirono che Renesmee non è l'unico ibrido tra i vampiri. Renesmee adesso è cresciuta, e con lei anche il sentimento di amicizia verso Jacob si è trasformato in qualcosa di...