Joshua Lahote Black

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< Devi per forza andare di ronda, oggi pomeriggio? > domando a Jacob seduta sul divano del suo ufficio in officina.
< Si che devo. Non c'è nessuno che può sostituirmi. Perché? > mi risponde mentre beve dell'acqua.
< Non lo so... è solo una mia sensazione... > gli rispondo.
< Tranquilla, nessun vampiro in circolazione > mi dice sedendosi accanto a me e prendendomi la mano per portarla alle sue labbra. Sorrido appena.

Non gli credo.

< Se ci fossero, me lo diresti. Vero? > gli domando.
< Certo che domande! > - mi dice - < Ho smesso di dar retta a tuo padre... da un bel pezzo >
< Ok > - gli dico per poi dargli un bacio a fior di pelle sulle labbra. Lui di tutta risposta, sorride per poi avvicinare le sue labbra alle mie per un bacio appassionato - < Allora vado all'università e ci vediamo stasera >
< Quando arrivi, chiamami o manda un messaggio > mi risponde.

Durante il viaggio fino all'università, non faccio che pensare alla strana sensazione che ho addosso, ma senza riuscire a capirne il motivo.

Chiamo la zia Alice.

Prendo il cellulare per comporre il numero.

No, meglio di no. Se poi è qualcosa di brutto... mi sento male solo al pensiero.

Riposo il telefono nella borsa. Arrivo all'università, parcheggio e chiamo a Jacob.
< Nessie, sei arrivata? > mi domanda lui non appena risponde.
< Si. Tu, stai lavorando? > gli domando.
< Ti dico che ho le mani sporche > mi risponde,
< Allora ti lascio lavorare. Ti amo > gli rispondo.
< Anche io > mi risponde e chiude la chiamata. Se mi risponde così, vuol dire che ha clienti.

La prima lezione è storia della pedagogia. Materia non proprio facile, quindi per tutta l'ora della lezione metto in pausa i miei pensieri e mi concentro sulla lezione.

Prima della prossima lezione ho un'ora di tempo libero, così insieme a Brianna, la mia nuova compagna di facoltà, decidiamo di fare un giro per Hoquiam a piedi. Brianna è una ragazza minuta, dai capelli ricci color castano, lunghi fino alle spalle. Ha gli occhi verdi e porta gli occhiali da vista.

Per non allontanarci troppo dalla zona universitaria, decidiamo di stare nei paraggi.
< Possiamo anche prendere il tram, ma rischieremo di fare tardi > mi dice lei mentre ci avviciniamo al parcheggio.
< Possiamo prendere la mia auto > le rispondo.
< Traffico e casino nel trovare un posto in cui poter parcheggiare > mi risponde.
< A ok. Allora meglio perché nei parcheggi sono negata! > le rispondo sorridendo.

Brianna, vive qui a Hoquiam da quando aveva sei anni, e per tanto sa orientarsi bene, conosce strade nascoste, scorciatoie, negozi più o meno cari nel poter fare acquisti, o andare a mangiare. 

Da quando frequento questa città, mi rendo conto di non conoscerla.

< Ehi Cullen ci sei? > mi domanda Brianna mentre siamo sedute in metro.
< Eh? Si ci sono. Dicevamo? > le rispondo sorridendo.
< Sicura? Ti vedo pensierosa... > mi dice lei.
< Ho una strana sensazione... come se dovesse accadere qualcosa, ma non so cosa > le rispondo.
< Capita anche a me alle volte, ma vedrai che non è nulla di preoccupante > mi dice lei.
< Lo spero... > le rispondo.

Stiamo andando alla lezione, quando mi suona il cellulare. Guardo il display. Paul.
< Scusa ma devo rispondere > - dico a Brianna - < Intanto vai avanti. Ti raggiungo subito >
< Va bene. A dopo > mi saluta e si incammina verso l'edificio tre.

Together Forever Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora