Ritorno a casa

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Il giorno dopo il matrimonio Jacob ed io ci siamo trasferiti in albergo, lasciando al vecchio Quil e agli zii Connie e Kevin la possibilità di stare a casa di Rebecca senza spendere altri soldi.

< Signori Black, la chiave della vostra stanza > - ci dice il signore alla reception mentre posa sul bancone la chiave della nostra stanza - < Terzo piano. Buona permanenza >
< Grazie > rispondo io prendendo la chiave e altri fogli dell'hotel. Una ricevuta del nostro pagamento e poi il solito regolamento di comportamento in hotel. Jacob prende le valige.
Usciti dall'ascensore, troviamo presto la nostra stanza. La 124. Apro la porta ed entriamo in una piccola, ma confortevole, stanza con le pareti color sabbia e i mobili in legno. Appesi ai muri ci sono poster o quadri che richiamano il mare.
< Bella. Mi piace > - dico sedendomi sul letto e alzando la testa. Il lampadario è quello con il ventilatore insieme - < Ed è tutta per noi >
< Tutta per noi... non è una suite... > - mi dice Jake sedendosi accanto a me -< Per la mia mogliettina, voglio solo il meglio >
< Il meglio è qui accanto a me... > - gli sussurro a pochi centimetri dalle sue labbra - < E questo è importante... > lo bacio. Mi bacia e un bacio tira l'altro... finiamo per fare l'amore.

Sono trascorsi alcuni giorni da quando ci siamo trasferiti in hotel.

< Jake! Vuoi uscire da quel bagno, o ne hai per molto? > gli domando gridando, da davanti l'armadio aperto in cerca di un vestito carino da mettere per la serata. L'hotel, ha organizzato una festa.
< Veramente il bagno è libero già da un po' > mi risponde lui da davanti la porta finestra del piccolo balcone presente nella stanza. Balcone con una meravigliosa vista sull'oceano.
< Non ti ho sentito e pensavo fossi ancora sotto la doccia > gli dico mentre con il vestito in mano, mi giro verso di lui. È a petto nudo con indosso i suoi soliti e amati bermuda.
< Tutto bene? > mi domanda mentre si avvicina a me.
< Tutto bene. Ho parlato prima con mio padre. Ci viene a prendere lui, domani pomeriggio > - gli rispondo per poi abbracciarlo - < Vado a farmi una doccia e poi scendiamo giù >
< Ok signora Black. Non metterci troppo o ti vengo a prendere... > mi risponde ridacchiando. Da davanti la porta del bagno mi spoglio del copricostume e gli sorrido maliziosa.

So bene che sei capace di venire in bagno e non mi dispiacerebbe...

La festa in spiaggia organizzata dall'hotel, è piena di gente. Ospiti dell'albergo e non, e infatti, con noi ci sono i parenti di Jacob.
< Signora Black, il suo gelato > mi dice un cameriere posando sul tavolino una coppa gelato ai frutti misti. Molto buona.
< Grazie > rispondo gentile. La zia Connie e Rebecca, mi guardano sorprese e sospettose.
< Ho capito bene signora Black? Da quando tu e Jacob vi siete sposati? > mi domanda la zia Connie, mentre Rebecca osserva le mie mani, soprattutto la sinistra, ma non trova nulla.
< Non ci siamo sposati. La stanza, è a nome Black > rispondo.
< Quindi non vi siete sposati in segreto... > mi dice Rebecca.
< No, tranquilla. E poi non potrei mai sposarlo in segreto, alla mia famiglia prenderebbe un colpo > rispondo ridacchiando.
< Da alcuni vostri comportamenti, sembra che lo siete > dice Rebecca.
< Lo dicono in tanti, ma non ci siamo sposati, Becca > - le risponde Jacob, arrivato proprio in quel momento. Prende la mia coppa gelato e ne assaggia un po' - < Nessie ed io, se ci sposeremo sarà fra qualche anno, adesso è presto >
< Avete mai pensato di convivere? > -domanda la Rebecca.
< Una convivenza... > - risponde Jacob pensandoci - < È presto >

Convivere con te, non sarebbe male.

Per non restare seduti ai tavolini a parlare, decidiamo di fare una passeggiata sul lungo mare. Ci sono le bancarelle.
Sui banchi sono esposti ogni tipo di merce hawaiana, fatta a mano che non.
< Io, so intagliare meglio > dice Jake guardando un portachiavi in legno raffigurante una donna hawaiana.
< Se lo dici tu, ti crediamo > gli risponde Billy in tono sarcastico.
< Tu sei il migliore > gli dico io stando al gioco di Billy.
< Vi state burlando di me, per caso? > domanda Jacob.
< Non potremmo mai, figliolo > gli risponde il padre.
< Se... Se... > risponde Jacob.

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