Leggenda pt2

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Billy guarda il vecchio Quil al suo fianco come a dargli parola e lui prende a parlare. E come è successo con Billy, tutti in silenzio. Compreso il fuoco che continua ad ardere fiero e in ascolto di sentire le altre leggende.
< Questa storia riguarda la terza moglie. Molti anni dopo la rinuncia di Taha Aki a trasformarsi ci furono problemi con la tribù dei Makah. Molte loro giovani erano scomparse e venivano incolpati i lupi, verso i quali avevano paura e diffidenza. I lupi, potevano leggersi nella mente, come facevano i loro antenati in spirito, e sapevano che nessuno di loro centrava con le sparizioni delle giovani Makah. Taha Aki provò a rassicurare il capo dei Makah, ma la paura era troppa. Taha Aki non voleva una guerra. Era troppo stanco per guidare un esercito di lupi così incaricò il figlio maggiore Taha Wi di trovare i colpevoli. Taha Wi insieme a cinque uomini lupo andò in missione sulle montagne. Dove trovarono di assolutamente nuovo per loro, uno strano odore nella foresta, che bruciava il naso fino a star male > racconta il vecchio Quil.

D'istinto porto la mia mano verso il naso, per sentire il mio odore, mentre fingo di dovermelo grattare.
< Tu hai l'odore più buono del mondo > mi sussurra all'orecchio Jacob.

Se ne è accorto.

< Non sapevano quale creatura lasciasse un simile odore, ma lo seguirono. Lungo il percorso trovarono tracce di sangue umano e un debole odore, forse di chi si stava cercando. Il viaggio li aveva spinti troppo a nord e Taha Wi decise di mandare tre dei suoi giovani lupi indietro per raccontare ciò che avevano scoperto. Ma Taha Wi e i suoi tre fratelli non fecero più ritorno a casa. I fratelli minori si misero alla ricerca dei fratelli maggiori, ma trovarono solo silenzio. Taha Aki raccontò l'accaduto al capo dei Makah che vedendo il suo dolore, gli credé ponendo così fine alla tensione che si era creata tra le due tribù. Un anno dopo due delle giovani Makah scomparvero. Vennero chiamati i Quileute che riconobbero l'odore e si misero sulle loro tracce. Dei lupi partiti, solo uno riuscì a tornare vivo, Yaha Uta, il figlio maggiore della terza moglie di Taha Aki. Con sé portò uno strano cadavere, duro come la pietra, che aveva fatto a pezzi. Tutti i consanguinei di Taha Aki, anche quelli che non si erano mai trasformati, sentivano l'odore penetrare nelle narici. Ecco chi era il nemico dei Makah. Yaha Uta raccontò di aver scoperto la strana creatura e le due giovani. Una era riversa a terra, pallida e dissanguata. L'altra se ne stava tra le braccia del nemico con la gola sotto la sua bocca e quando si accorse della presenza dei lupi, le spezzò il collo e la gettò a terra. La creatura aveva le labbra sporche di sangue e negli occhi un bagliore di rosso. Yaha Uta ne descrisse la velocità e la forza maestosa. Uno dei fratelli, fu il primo a morire perché lo aveva sottovalutato. Yaha Uta e gli altri furono più cauti cercavano di prenderlo con l'astuzia usando tutta la forza e la velocità che ogni lupo possedeva. La creatura era dura come il marmo e fretta come il ghiaccio e riuscirono a scoprire che solamente con i denti potevano ferirla. Mentre lottavano, cominciarono a staccargli la carne a morsi, ma la creatura imparava in fretta e ben presto capì come contro attaccare. Mise le mani su un fratello di Yaha Uta. Egli trovò un varco nella gola della creatura e gli staccò la testa, ma le sue mani si muovevano ancora. Yah Uta cercò di farla a brandelli nel vano tentativo di salvare il fratello, ma fu troppo tardi per riuscirci. Però si pensava che avesse vinto. Yaha Uta fece esaminare i brandelli della creatura dagli anziani. Accanto al braccio del mostro, giaceva penzolante la mano. Non appena gli anziani, con dei bastoncini, iniziarono a tastarla, si mosse cercando di ricongiungersi al braccio. Impauriti gli anziani, appiccarono il fuoco ai resti della creatura. Una nube nauseabonda e intossicante si levò nell'aria. Alla fine, separarono le ceneri mettendole in vari sacchetti che sparsero nell'oceano, nella foresta e nella grotta vicino la scogliera. Taha Aki ne conservò uno e se lo legò al collo, in caso che la creatura avrebbe provato a ricongiungersi, l'avrebbe saputo > continua a raccontare il vecchio Quil scambiandosi poi uno sguardo d'intesa con Billy, che a sua volta mostra il sacchetto appeso al collo.

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