Capitolo 1.

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"Affinché qualcosa arrivi è necessario che qualcosa finisca. Non bisogna avere paura della fine perché ogni fine è un nuovo inizio." 🍀







Un soffitto buio, lievemente illuminato dalla luce del cellulare. È questo che vedo quando apro gli occhi. Sono le 6.40, mi sono addormentata con molta fatica alle 3 del mattino, ero troppo agitata per riuscire a dormire. Finalmente la sveglia suona, e questo vuoldire che sono ufficialmente autorizzata ad alzarmi dal letto e a scendere di sotto per fare colazione.

Mi alzo, non perdo neanche tempo a infilarmi qualcosa ai piedi, il pavimento è freddo, una vera tortura. Scendo velocemente le scale, e arrivo al primo piano, più precisamente in cucina, dove ovviamente non c'è nessuno. Metto un po' di musica, una canzone che ultimamente ascolto molto: ''castle on the Hill'' di Ed Sheeran. Ho sempre trovato Ed un cantante straordinario, e ho pregato mamma tante volte di mandarmi ad un suo concerto, ma non c'è stato niente da fare, non vuole mandarmi. Faccio il caffè, e preparo l'impasto per i pancake. In circa 20 minuti la colazione è pronta. Mangio i pancake con la marmellata, e nel frattempo guardo una puntata di ''How I met your mother'' su netflix. Ho visto e rivisto quella serie un milione di volte, eppure mi fa sempre morire dal ridere.

Sono le 7.20, quando decido di sparecchiare e andare di sopra a farmi una doccia. L'acqua mi colpisce violentemente, e mi scalda. Canticchio un po', e poi esco. Asciugo i capelli velocemente, lasciandoli un po' umidi visto che tanto fa caldo, e mi precipito in camera. Infilo un paio di pantaloni e una maglietta, entrambi sportivi, metto ai piedi le mie scarpe da ginnastica, lego i capelli in una cipolla disordinata e prendo cellulare e cuffiette. Attraverso il corridoio, diretta verso le scale, e mi accorgo che le camere sono deserte, probabilmente si sono svegliati. Scendo le scale, e nel frattempo cerco di snodare le cuffie.

<Hey Olive, mi aspetti?> la voce di Dylan mi risuona nelle orecchie, e quasi mi fa venire il mal di testa, come fa ad essere così sveglio di prima mattina?

<No Dylan, scusami ma devo andare al maneggio.>

<vuoi un passaggio?> mi chiede

<magari..> rispondo

Per tutta risposta afferra lo zaino e se lo mette in spalla. guardo mia madre che beve il suo caffè, più silenziosa delle altre mattine.

<mamma, tutto bene?> chiedo rivolgendole un sorriso.

<sisi  Oli, non ti preoccupare. Ho solo paura di non aver messo tutto negli scatoloni.>

La mamma ci ha sempre cresciuti da sola. Nostro padre se ne è andato quando io avevo cinque anni, e dylan poco più di 6. Le litigate in casa erano continue, e rendevano la vita impossibile a tutti, così la mamma l'ha cacciato di casa. Ci ha cresciuti completamente soli negli ultimi 9 anni. Così, quando ci ha detto che aveva trovato un nuovo lavoro in america, noi siamo stati muti. Era felice, e noi abbiamo messo la sua felicità prima della nostra.

<va bene, allora noi andiamo> dico, scacciando dalla mente i brutti pensieri.

<aspetta, mi dispiace tu debba lasciare zora per colpa mia.> mi dice la mamma

<tranquilla, è solo un cavallo>

Non ci ha creduto nessuno.

Prendiamo il casco, e salgo sul motorino insieme a dylan. Mi stringo forte a lui, e penso. Vado a cavallo da quando ero piccola, mio nonno è uno di cavalli, e abbiamo tenuto i cavalli in casa per tanto tempo, finchè, non potendo più montare lì abbiamo cercato altri maneggi. A nove anni sono arrivata dove monto ora, e mi sono sempre trovata bene.

In poco più di mezz'ora siamo davanti alla scuderia, la vedo subito. Il suo naso è posato sulla finestra che da all'esterno della scuderia, mi guarda.

A little change. || Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora