Capitolo 14.

232 10 0
                                    

“Vorrei essere l’unica persona che vuoi vicino, quando vicino non vuoi nessuno.”

oggi è il grande giorno. il 22 novembre. mi fermo un attimo a pensare: esattamente 17 anni fa è nato il ragazzo più bello del mondo, e non solo, io ho anche avuto l'onore di conoscerlo. mi sporgo dal letto, e prendo il cellulare sul comodino. la luce quasi mi acceca. sono le 8 precise. giro un po' sul web, fra facebook, instagram e twitter. già 10 persone hanno fatto gli auguri a Jamie su facebook. sono tentata di mandargli un messaggio su Whatsapp, ma poi ci ripenso. no, glieli farò direttamente stasera, insieme agli altri.

alla fine in cinque giorni io, Sam, Tristan, Roland e Jimmy (un altro membro della band, che ho conosciuto l'altro giorno), siamo riusciti ad organizzare una festa bellissima. oggi a mezzogiorno partiremo da Santa Barbara, e arriveremo a San Diego per le 17. abbiamo trovato un piccolo hotel, e preso tre camere, due triple e una doppia. alla fine abbiamo deciso di andare a San Diego, nonostante sia lontanissimo, perchè abbiamo trovato una mega offerta, e paghiamo solo 15$ per due giorni! saremo solo i ragazzi (sam, tristan, jimmy, roland e ovviamente jamie), me, Lucy e Emily, che mi hanno pregata in ginocchio per venire con me, per fortuna i ragazzi hanno accettato.

ovviamente è tutta una sorpresa, quindi attireremo jamie fuori di casa con una scusa, e lì ci sarà il pullman che abbiamo affittato, guidato da Jimmy.

poso il telefono, resistendo alla tentazione di scrivergli. mi metto un paio di pantofole ai piedi, e scendo di sotto. nonostante sia quasi inverno io sono in canottiera e pantaloncini, ah la california! compongo il numero, che ormai so a memoria, e dopo un paio di squilli risponde

<hey emily, sveglia? ti ricordi che devi passare da me?> chiedo

<hey, sono sveglissima. sono sotto casa di lucy.. ad aspettare che scenda, stiamo arrivando!>

<okay, muoviti!> dico, chiudendo la chiamata.

scorro la rubrica, arrivando alla S

<ciao Sam, buongiorno. allora?>

<hey oli, stiamo arrivando. 10 minuti e siamo da te>

<perfetto, a fra poco!>

okay, emily e lucy saranno qui fra 5 minuti, i ragazzi fra 10. io sono in pigiama, ma fa niente. devo ancora preparare la valigia. cazzo!
preparo la moka per fare il caffè, e ascolto un po' di musica mentre si fa.
scaldo anche il latte, e metto in una ciotola i choco krave che mangio tutti i giorni a colazione. sul frigo noto un biglietto:

"ciao amore, buongiorno. so che oggi è il grande giorno, ma e successo un casino in ufficio e sono dovuta andare, anche di domenica. controlla che tuo fratello sia vivo e divertiti. un bacio, mamma"

rido e stacco il biglietto dal frigo. faccio una foto e la metto nelle mie insta stories.

bussano alla porta, e mi precipito ad aprire. davanti a me trovo Emily, con gli occhiali da sole che le tirano indietro i capelli (perchè si, vivere in californa vuoldire girare con gli occhiali da sole il 22 novembre), e dietro di lei una piccola Lucy, piena di borse e borsoni.

ci mettiamo a chiacchierare, mentre mangio i miei cereali. Em come sempre sembra distratta, assente, ma ormai ci ho fatto l'abitudine, è fatta così. Lucy invece non smette un attimo di parlare. fortunatamente il campanello mi salva, ed è costretta a stare un attimo in silenzio.

<hey olivia> mi dice un roland johnson, quando apro la porta

<entrate pure.. loro sono Emily e Lucy. ragazze, loro sono Tristan, Roland, Jimmy e Sam> dico

si sorridono tutti e iniziamo a chiacchierare, il tempo sembra non passare mai, e io non vedo l'ora di vedere Jamie.



JAMIE'S POV.

A little change. || Jamie Campbell BowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora