Il segreto della felicità non é fare sempre ció che vogliamo, ma volere sempre ció che facciamo. Lev Tolstoj.
In tanti erano partiti sull'aereo che da Madrid, portava a Milano Malpensa. Perlopiù famiglie che avevano passato le vacanze nella capitale spagnola, ben pochi erano quelli che per lavoro si postavano fra quelle due città, senza prima passare per Parigi o per qualche altra città europea importante. Leandra, dopo aver letto circa 200 pagine di "Guerra e Pace", decise di affacciarsi dal finestrino alla sua sinistra e di riposarsi dalla pesante ma interessante lettura.
Lea amava far vedere agli sconosciuti che adorava leggere, specialmente libri molto grossi, Paul li aveva soprannominati "mattoni di carta". E poi andare in giro con una copia di Guerra e Pace in russo, faceva cadere sulla ragazza, diverse occhiate sorprese. Cose di cui lei si sentiva molto felice e fiera.
Decise di ascoltare un po' di musica, per prepararsi psicologicamente all'arrivo a Milano, dove Antonio, l'avrebbe portata fino a Vinovo, sede della Juventus, dove lei era medico stabile dal 2013. Nonostante avesse appena 22 anni, Leandra era stata medico stabile di quasi tutte le squadre europee più rilevanti, stava infatti tornando da sei mesi di trasferimento dal Real Madrid, squadra che le aveva lasciato tante emozioni dentro.
I ragazzi si erano subito presentanti ed erano stati tutti buonissimi con lei. L'avevano subito fatta integrare nel gruppo e avevano riempito per mesi i loro social con foto divertenti dove la ragazza era praticamente sempre presente. Lea aveva scelto di essere medico della squadra maschile, non per fama o perché avesse attrazione per gli uomini, ma perché riteneva le squadri maschili, più uniti rispetto alle femminili, aveva giocato quand'era più giovane a calcio, ma neanche dopo 5 anni di squadra, non era riuscita ad integrarsi con le altre e non si era creato quell'affiatamento che nelle squadre calcistiche è d'obbligo.
Le note della terza variazione del primo libro delle Brahms-Paganini risuonava nelle cuffiette del nuovo Iphone, capriccio che Leandra non poteva che non accontentare.
Poco dopo arrivò un messaggio, che Lea non poteva che non notare.
Whatsapp- Paulo: mi manchi, quando tornerai? Oppure hai pensato di sposarti con Rodriguez. Ho visto le foto e non mi piacciono sappilo.
Leandra, lesse il messaggio e sbuffò. Come poteva Paulo, dopo tutti quei mesi e quelle sofferenze che gli aveva fatto subire, presentarsi ancora. Poi Lea ragionò che fortunatamente, Paulo era a Palermo, insieme alla sua sorellastra Antonella, quindi non poteva che non rilassarsi, poteva incontrarlo a qualche partita, magari al compleanno della sorella acquisita, ma Palermo era troppo distante per far si che l'argentino potesse assillarla così tanto.
Lea, non calcolò il messaggio, anzi decise di scrivere a Manuel, il suo ex ragazzo,che le aveva chiesto amabilmente come fosse andato il viaggio.
Si, Leandra era stata fidanzata con Manuel Neuer, il portiere del Bayern. Il primo impiego di Lea fu il medico stabile al Bayern, squadra della sua città natale, dove suo fratello, Thomas Müller, lavorava ormai da vari anni. Manuel era stato subito disponibile con la tedesca e poi rientrava perfettamente nei suoi canoni. Alto, atletico, biondo e con due zaffiri come occhi. Forse i canoni di ragazzo di quasi tutte le donne.
Loro due avevano avuto vari problemi negl'anni, soprattutto per la distanza fra i due e dopo aver scoperto che Leandra molto probabilmente non poteva avere figli, anche i vari tradimenti di Manuel, che non riusciva ad accettare che una donna così bella, con tutte le qualità del mondo, non potesse concepire il figlio che, secondo lui, sarebbe stato la perfezione. Soffrì di questa cosa quasi più lui che Leandra. Lei quando seppe della notizia pensò semplicemente a quello che era successo a sua madre. Sua madre era morta quando lei aveva 8 anni mentre partoriva il suo terzo figlio. Morirono entrambi per strane a sconosciute cause. Uno dei motivi per cui Lea aveva voluto fare il medico.
Poi 4 anni dopo, suo padre Andreas, si risposò con Julia Cavalieri, una giovane madre con due splendide figlie: Maria e Antonella. Così le tre donne sudamericane si trasferirono a Monaco.
L'avvertimento che l'aereo stava per arrivare a destinazione, risvegliò Leandra dai suoi pensieri.
L'uscita dal aereo e tutto il resto fu veloce.
Riuscì a ritrovare facilmente pure la sua valigia griffata Louis Vitton, con scritto sulla targetta, in un'elegante calligrafia.
Leandra Ekaterina Muller.
Mentre usciva dall'aeroporto, continuava a fissare il suo nome sulla valigia. I nomi che aveva scelto sua madre. Lei voleva addirittura chiamarla "Andrenova", patronimico che si usa in Russia, nella quali i figli prendono come secondo nome quello del padre. Ma lei si dovette accontentare di chiamarla Ekaterina, uno dei suoi nomi russi preferiti. D'altronde lei era nata e cresciuta a San Pietroburgo, città che Lea portava sempre nel cuore.
Appena uscita dall'aeroporto, l'Italia la salutò con un vento gelido, che le si infiltrò pure nelle calze di lana che portava sotto l'elegante vestito nero di Armani. Lea restò qualche minuto ad osservare le molteplici macchine in attesa dell'Audi A4 di Antonio, il taxista della Juventus, che la portava a ogni sua andata e a ogni suo ritorno. Macchina che intravide, pochi secondi dopo.
Cercò di raggiungerla correndo per quanto le sue Loubutin le concedessero.
Appena entrata la prima cosa che fece fu togliersi la pelliccia di visone e i tacchi, ormai rituale ogni volta che entrava nella lussuosa macchina tedesca.
- ben tornata signorina Müller, com'è stato il viaggio?- chiese gentilmente Antonio con quel suo marcato accento pugliese, lo si poteva riconoscere fra migliaia e migliaia di persone.
- come sempre Antonio, noioso ma pur sempre troppo breve- rispose altrettanto gentilmente il medico.
- vuole che metta il solito? Ho comprato durante la sua assenza vari CD di musica classica, come ad esempio un bel concerto di Wieniawski e qualche cosuccia carina su Debussy - domandò il taxista pugliese prima di partire.
- metta il solito Antonio, quello non si scorda mai- rispose la tedesca sorridendo dai posti inferiori della macchina.
Durante il viaggio le note dei notturni di Fryderyk Chopin inondavano il veicolo con un suono dolce e raffinato.
Lea, da buon tedesco, aveva studiato pianoforte per anni, diplomandosi al conservatorio di Monaco appena diciottenne. La musica aveva sempre accompagnato la sua vita, insieme al calcio e alla curva sud dell'Allianz Arena di Monaco.
Quando ascoltava i notturni, lei sembrava chiudersi in una bolla, non ascoltava più niente, non riceveva alcun stimolo terreno, se non dopo la fine di ogni notturno.

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skyfall;; P.D
FanfictionLeandra non riusciva a non pensare a lui. Era perennemente nella sua testa, anche nelle più piccole cose della vita. Lei pensava a lui sempre nonostante tutto, anche se non dovesse farlo, per rispetto per qualcuno a cui voleva molto bene. Paulo no...