Kapitel sechzehn.

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È cosa meravigliosa questa illusione che abbiamo che la bellezza sia anche bontà. Lev Tolstoj.

Paulo non riuscì a dormire molto, aveva la mente occupata da Leandra, dal bacio che si erano dati, le parole che lei gli aveva detto, il fatto che lei non avesse ancora messo il cuore in pace sulla promessa che lui aveva fatto a Julia.

Tutto questo forse voleva dire che lei lo amava ancora come prima, che cercasse di non mostrare i suoi sentimenti solamente per sua sorella, che al momento dormiva beatamente di fianco all'argentino.

Paulo era confuso, ma di una cosa era sicuro: era perdutamente e follemente innamorato di Leandra Ekaterina Müller.

La cosa ovviamente non era vantaggiosa, quei due non dovevano conoscersi, anche se in realtà si conoscevano fin troppo bene. Paulo trovava affascinante ogni cosa di Leandra. I suoi capelli biondi che legava spesso e volentieri in una crocchia disordinata, gli occhiali che usava per leggere, le labbra che mordeva quando era concentrata. Il suo obbiettivo non era certamente essere sempre femminile e bellissima, bastava capirlo dal suo modo di ragionare e da come apporciarsi con le altre persone, non era certamente la persona che cercava di non dire una parola volgare con qualcuno, ovviamente quando era a lavoro, quando si presentava a qualcuno di importante, Leandra diventava immacolata, perfetta, una donna educata e gentilissima. Sapeva ambientarsi perfettamente in ogni occasione, dalle feste con la squadra, dove magari poteva lasciar trapelare il suo carattere più deciso e spiritoso a quando era a qualche intervista o in riunione dove diventava una donna molto concentrata e seria. Paulo la trovava perfetta per lui, che non sapeva mai trattenersi a niente, che non capiva mai le vie di mezzo, che non sapeva mai se essere divertente o serio per le varie occasione,non sapeva quando doveva zittirsi, non lo aveva mai saputo. Suo padre glielo ripeteva sempre, era una delle raccomandazione che Paulo ricordava di più ma che non riusciva mai a seguire. Era più forte di lui. Lui vedeva così pure il calcio, non c'erano passaggini o assist, gradiva ovviamente quando qualcuno lo aiutava, ma era più appagante per lui andare verso la porta nemica da solo, contando solo su se stesso, per lui c'era solamente il gol, non c'erano pareggi, erano partite fatte male e basta, o c'era la vittoria o la sconfitta, il bianco o il nero, nient'altro valeva per l'argentino.

Pensò a come stare insieme a Leandra l'avrebbe aiutato, lei l'avrebbe aiutato a vedere tutto in un altro schema, a vedere il mondo in una prospettiva diversa, sicuramente migliore con lei al suo fianco. Dio come l'amava, se n'era reso conto solo adesso, prima certo, non era indifferente alla tedesca, ma sperava in cuor suo di amare sinceramente Antonella, cosa che ora le pareva impossibile.

Come si poteva amare una donna così, certo, era bellissima, era cotantemente elegante e piena di sfarzo, era la donna perfetta da portare ai galà, però aveva un atteggiamento troppo da diva ed era forse anche troppo viziata. Lei era proprio una donna da feste eleganti, abituata dal patrigno alla bella vita e cresciuta con sua madre, seconda figlia di sei, cresciuta in una famiglia povera di Laguna Larga. Julia però mentre guardava nella televisione o quando passeggiava per Cordoba, sognava la bella vita, cosa che all'età di quasi cinquant'anni era riuscita ad avere sposando Andreas Müller, uomo estremamente famoso nelle Borse europee e nel mercato finanziario di tutto il mondo, rimasto vedovo dopo la morte di sua moglie, la figlia del più gran imprenditore russo, Fedor Gavrilov Sokolov, Mar'ja Fedorova. Mar'ja fu una donna bellissima, incantava qualunque uomo potesse vederla. Era incredibilmente alta, con lunghi capelli biondo norvegese e degl'occhi blu ghiaccio, dalle foto si notava pure una figura slanciata e un viso chiaro e sottile. Mar'ja Fedorova poteva avere qualunque uomo sulla faccia della terra ma rimase stregata dal carattere intrigante di Andreas Müller, a quell'epoca un giovane laureato in economia, che molto spesso andava per le varie borse europee per occuparsi di controlli e scambi. Incontrò Mar'ja a Parigi, passarono una settimana da fidanzatini, ma poi si persero di vista, finché non si ritrovarono a San Pietroburgo, città natale della ragazza. Si sposarono, si trasferirono a Monaco di Baviera ed ebbero una vita perfetta. Due figli, una grande casa, soldi, era tutto perfetto. Finché durante la gravidanza del terzo figlio, Mar'ja si sentì male e morì, portando mia con sé il figlio che aveva in grembo. Leandra gliel'aveva raccontato con le lacrime agl'occhi, sua madre era stata una persona molto importante per lei, d'altronde era stato difficile per una bambina di otto anni, capire che sua madre era morta e non si era neanche capito il perché.

skyfall;; P.DDove le storie prendono vita. Scoprilo ora