Io penso – disse Anna, giocando con un guanto che si era tolto – io penso... se è vero che ci sono tante sentenze quante teste, così pure tante specie d'amore quanti cuori. Lev Tolstoj.
La partita sarebbe iniziata fra poco e tutti erano in fremito.
Leandra continuava a girare per il suo spogliatoio fremente.
Aveva già indosso il completo da usare, con addirittura la giacca con stemma juventino. Una chicca osava dire.
Manuel aveva detto che avrebbe cercato di far ragionare Alvaro e gli altri sul loro rapporto, che gli avrebbe fatti stupire. Sinceramente lei non sapeva cosa ci fosse fra lei e il portiere. Forse c'era solamente quell'attrazione che li aveva presi al loro primo incontro, forse davvero si amavano. Lei non lo sapeva, ogni volta che pensava di essere sicura, in testa le balenava uno dei tanti ricordi che aveva con Paulo.
Paulo. Che nome, solamente quello ti incuriosisce, solamente quella U è capace di far diventare un nome normale, a un nome che ti stupiva solamente a pronunciarlo. Poi anche chi lo possedeva non era da meno. Quando si incontrarono non fu subito amore per Leandra. Lo vide per la prima volta il secondo giorno della sua permanenza a Laguna Larga, si era svegliata presto, aveva voglia di visitare quel paese. Finì per allontanarsi troppo, arrivare alla suddetta laguna e trovare un ragazzo che lanciava palloni contro un albero in maniera a dir poco violenta. Leandra rimase a fissarlo, non era altissimo, o almeno era più basso della tedesca, aveva i capelli castani ed era stati tagliati in modo che avesse un ciuffo laterale. La cosa su cui Leandra si fermò di più, furono gli occhi, erano di un verde smeraldo acceso, in quel momento era ridotti a fessure per colpa forse dello sguardo del ragazzo.
- che fai? Non sapevo che in Argentina si scorticassero gli alberi a pallonate, potevano informarmi prima- disse lei ridendo.
Quel ragazzo si girò e rimase sorpreso di vedere una ragazza aggirarsi sola per quei posti.
- cosa ci fai qui da sola? Potrebbero tentare di ammazzarti? Non siamo certamente a Buenos Aires, tu sicuramente sarei abituata a quei tipi di posti- disse Paulo prendendo il pallone in braccio e avvicinandosi alla ragazza.
- avevo voglia di visitare questo posto, ci devo restare per tre mesi, preferirei scoprirlo da sola, invece che grazie alla mia sorellastra, non mi fido molto di lei, mentre passeggiamo potrebbe cercare di trovarsi un ragazzo sul momento, non voglio assistere alla lezione " come mi fidanzo in tre semplicissime mosse dato che sono una modella"- esclamò la ragazza togliendo lo sguardo dal ragazzo e portandolo verso la laguna davanti a loro. - poi non credo ci sia gente pronta ad ammazzarmi, chi mai vorrebbe fare fuori un'innoqua turista tedesca, comunque scusa se ti ho interrotto ma, non capivo il senso del dare dei calci a un albero, qui c'è una squadra di calcio, potresti andare lì, almeno dai i calci alla porta-
- infatti sono un giocatore dell'Istituto, ero qui per sfogarmi-
- sfogarti da che cosa?Non ti hanno fatto fare una partita? Tranquillo, arriverà il tuo momento. Mio fratello per anni non l'hanno fatto giocare, era al Bayern Monaco II, posto da gente un po' sfigata, poi quando hanno capito com'era, l'hanno fatto entrare nel Bayern normale, ora è uno dei calciatori più forti della squadra- disse la ragazza cercando di rasserenare il giovane.
- quindi tuo fratello sarebbe?-
- Thomas Müller, attaccante del Bayern Monaco dal 2009, io invece sono Leandra Ekaterina Müller, sua sorella nonché medico stabile del Bayern Monaco dagli stessi anni- disse la ragazza.
- wow, un lavoro di famiglia, dato che siamo in vena di presentazioni, io sono Paulo Exequiel Dybala, attaccante che nessuno vuole dell'Istituto di Cordoba- esclamò lui stringendo la mano a Lea.
- come hai fatto ad azzeccare il mio problema?- chiese poi Paulo.
- semplice, tutti i grandi fanno fatica all'inizio. Anche Maradona per esempio, Messi venne scartato per essere troppo gracile, tu magari per qualche altro motivo, spaccherai come tutti, fidati. Poi non mi sembra che tu abbia un sinistro così brutto- disse poi la tedesca.
- infatti mi dicono che calcio molto bene col sinistro- disse Paulo grattandosi la nuca imbarazzato. Non aveva mai conosciuto una ragazza che sapesse così tanto sul calcio.
- il mio sogno è quello di giocare in una grande squadra, magari insieme a Messi, lui è uno dei miei idoli- disse sognante il ragazzo.
- beh,decisamente non è un sogno semplice. Qui non so come vadano i vari campionati e le squadre, ma in Europa non è troppo difficile andare in una squadra importante. Basta che dimostri per una stagione che sei bravo e poi tutti fanno la lotta per averti. Questo accade soprattutto in Italia e in Spagna. Prova a farci un salto lì, in pochi anni potresti diventare un giocatore molto ambito- disse Leandra continuando a guardare la laguna.
- certo che qui avete dei paesaggi bellissimi, a Monaco siamo pieni di case ed edifici, edifici molto belli si, ma paesaggi così neanche a sognarseli, va beh, la Baviera è bellissima ma qui, se potessi mi trasferirei - esclamò esaltata Leandra.
- è veramente un bel posto, come te- disse Paulo sorridendole.
- io sarei un bel posto? Lo devo prendere come un complimento?- chiese Lea ridendo.
- no intendevo che tu sei bella, come questo posto- disse Paulo agitato.
- l'avevo capito, grazie, anche tu non sei male. Ci si vede Exequiel- esclamò la tedesca salutandolo con la mano per poi tornare verso i suoi passi.
- ci si vede Ekaterina-
Le vennero le lacrime agl'occhi mentre pensava al suo primo incontro con Paulo e fu appunto quest'ultimo che aprì la porta del suo spogliatoio e l'avvertì che doveva uscire e presentarsi in fila.
Leandra si guardò un'ultima volta allo specchio. I corti capelli biondi erano a posto, tralasciando qualche riccio fuori posto. Non si era truccata per la partita, molto spesso sudava per l'agitazione e non voleva che il trucco le colasse.
Uscì poi rigidamente dalla porta seguita da Paulo.

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skyfall;; P.D
FanfictionLeandra non riusciva a non pensare a lui. Era perennemente nella sua testa, anche nelle più piccole cose della vita. Lei pensava a lui sempre nonostante tutto, anche se non dovesse farlo, per rispetto per qualcuno a cui voleva molto bene. Paulo no...