L'amore é Dio e morire implica che io, una particella d'amore, ritornerò alla fonte comune ed eterna. Lev Tolstoj.
Paulo era stato una delle storie più brevi ma più travolgenti della sua vita. Lo incontrò in un viaggio a Cordoba, città dov'erano nate le sorelle Cavalieri e si innamorò perdutamente di lui. La loro storia durò appena due mesi, ma in quei due mesi ci misero anima e corpo in quel rapporto, finché non scoprì che lui era il ragazzo di Antonella, la sua sorellastra. Si sentì una persona orribile ad aver tradito sua sorella baciando il suo ragazzo, chiamandolo Amore e altre cose.
Poi non si videro più, neanche quando lei andava in Argentina, intanto lui continuava a stare con Antonella. Finché non presero Paulo al Palermo, allora qualche volta si videro ma di sfuggita, giusto per tempo per una fredda carezza e qualche languido sguardo desideroso.
Ma ora Paulo era davanti a lei, a petto nudo, come quando giocavano a calcio a Laguna Larga, cittadina dov'era nato Exequiel.
L'allenamento finì e Leandra, era ancora più confusa di quando stava venendo in Italia.
Cercò subito di andarsene, non volendo un altro contatto con Paulo, peccato che lui fu più veloce della ragazza.
- Lea, ti devo parlare, ne ho davvero bisogno- sussurrò l'argentino afferrando il braccio della bionda.
- no Paulo, tu non hai bisogno niente da me. Stai bene così, sei felice così. Se non ti dispiace ora mollami, ho una valigia da svuotare- rispose Leandra freddamente allontanandosi da Paulo andando verso lo spogliatoio con la valigia a presso.
- Lea, ti prego, voglio spiegarti perché sono qua!-
- tu vuoi solamente dirmi che non sei capace di farti una vita e appena hai trovato posto qui, sei venuto sapendo perfettamente che io ero qui da tempo immane e ovviamente avrai portato pure mia sorella, giusto da sbandierarmi davanti il vostro amore, ma fai pure Exequiel, non mi da alcun fastidio, potete pure pomiciarmi davanti, non ho alcun fastidio anzi, sono felicissima per te e per mia sorella!- esclamò Lea prima di entrare nello spogliatoio.
- adoro quando mi chiami con il mio secondo nome, sei così...- sussurrò l'attaccante in modo sensuale.
- sta zitto, sta zitto, sta zitto- urlò il medico in modo disperato.
Poi si girò ed entrò nello spogliatoio, cambiò immediatamente carattere, da triste e disperata con Paulo, diventò raggiante e spensierata insieme al resto della squadra.
- hey ragazzi belli, sono immensamente felice di essere qui con voi!- esclamò appena entrando.
- anche noi principessina!- esclamò Claudio andando ad abbracciarla.
Claudio, insieme a tutti i calciatori più grandi, erano sempre stati un po' i genitori di Lea a Torino, la tenevano sempre sotto controllo e l'aiutavano sempre. Lei era felicissima del rapporto con tutti, ma con loro specialmente.
- non potete capire, ero arrivata a Madrid e mi sono presentata in tedesco, non sapevo più che lingua usare! L'unico che mi aveva capito era stato Toni che mi ha detto "sono contento che tu sia tedesca, peccato che qui siamo in Spagna", che figure!- rise Leandra, accompagnata poi da tutta la squadra.
- queste cose accadono solo a te per due motivi: uno è che solo tu sai 6 lingue come se fossero la tua lingua di provenienza e poi solamente tu sei capace di fare queste tipo di figure proprio per il tuo carattere!- esclamò Alvaro ridendo.
Alvaro era sicuramente una delle persone più importanti nella vita di Leandra. Si erano conosciuti ai mondiali under 21, Alvaro all'inizio pensava che lei fosse una fan di una delle due squadre e che si fosse intrufolata per vederli. Poi Lea spiegò di essere il medico e allora da lì iniziarono a parlare e diventarono amici.
- Leandra, questi sei mesi senza di te sono stati strazianti, non ho potuto cantare con nessuno le canzoni tamarre francesi, Patrice non voleva- esclamò quasi urlando Paul mentre, a petto nudo faceva uno dei suoi balletti più scemi.
- tranquillo Paul, canteremo tutta la tamarraggine francese di questo mondo- disse lei abbracciando l'amico.
- ti dovrei presentare i miei compagni di nazionale, ti adorerebbero, soprattutto Antoine e Olivier, con loro canto sempre tutto quando siamo a ClaireFontaine -
- sono a conoscenza e in possesso di video imbarazzanti dove cantate a ballate a tempo "Anaconda" caro Paul e ti assicuro che non è un bel vedere Giroud che sculetta- dichiarò la ragazza ridendo.
- secondo me, tu vorresti di più veder sculettare Antoine- definì Paul.
- io non ho detto assolutamente niente- dichiarò la tedesca alzando le mani in segno di incolpevolezza. -nessuno ha messo nel discorso il culo di Griezmann - rise di gusto.
- ah, Lea non ti abbiamo presentato i nuovi acquisti, loro sono i nostri biglietti di sola andata alla finale di Champions - esclamò Gigi.
- wow, pensavo che non si vendessero più da quando hanno smesso di corrompere la FIFA-
- loro sono Simone Zaza, Sami Khedira, Mario Mandžukić, Mario Lemina, Juan Cuadrado, Alex Sandro e Daniele Rugani - esclamò Leonardo indicando 5 ragazzi seduti sulle banche dei "nuovi acquisti"come lo chiamavano loro, oramai vecchi nello spogliatoio.
- Mario è sempre un piacere rivederti!- esclamò la ragazza abbracciando il croato.
Lui era stato per due anni al Bayern e Leandra aveva avuto il piacere di conoscerlo.
- anche per me Leus!-
- va beh Sami ci vediamo ogni anno!- esclamò la tedesca al connazionale.
- quest'anno pensi di esserci in nazionale o preferisci farti un giretto per le altre nazionali?- chiese Sami speranzoso in un beneplacito della ragazza.
- vedrò, penso che quest'anno però faranno andare Adrien, il medico del Bayern e ti assicuro che ha lo stesso carattere di un tavolino dell'Ikea, almeno ho fatto un corso di aggiornamento con lui,portava decisamente alta la bandiera del "noi tedeschi non diciamo mai niente, agiamo e basta in tremendo silenzio"- enfatizzò Lea facendo ridere tutti.
- quel tizio era al Manchester, me lo ricordo, sembra posseduto, non fa niente sempre, visita e basta. Credo non abbia una vita- proruppe Paul.
- per gli altri, io sono Leandra, potete chiamarmi come fanno tutti Lea e sono il vostro medico- dissi presentandomi agl'altri ragazzi.

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skyfall;; P.D
FanfictionLeandra non riusciva a non pensare a lui. Era perennemente nella sua testa, anche nelle più piccole cose della vita. Lei pensava a lui sempre nonostante tutto, anche se non dovesse farlo, per rispetto per qualcuno a cui voleva molto bene. Paulo no...