Come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l'acqua con l'acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza. Lev Tolstoj.
- apporca, nel Sassuolo non c'avevo la dottoressa figa, dovevo venire qui prima, ma è così per tutte le squadre che vincono il campionato? O solamente per alcune?- esclamò il ragazzo pelato.
Tutti risero, inclusa Leandra, non le dispiaceva quando le facevano complimenti per il suo aspetto. Aveva avuto molti problemi con esso. Quando era piccola, non era magrissima e questo suo aspetto veniva usato come forma di scherno verso di lei, fortunatamente c'era suo fratello che la proteggeva. Piano con gl'anni diventò più graziosa come ragazza, era molto alta, non quanto Paul, però vedeva tutti dai suoi 180cm larghi. Nonostante durante gli anni lei avesse cercato di dimagrire il più possibile, non era riuscita molto nel suo intento. Non era proprio magrissima, me era comunque per molti una bella ragazza, specialmente per il carattere.
- quanta maleducazione in una sola frase, mi stupisco di te Simone, pensavo fossi meno sporco- esclamò una voce da dietro, il chiaro accento sudamericano fece capire subito a Lea chi avesse pronunciato la frase.
- Paulo su, non si può scherzare? Siamo troppo al nord per farlo?- domandò il lucano ridendo.
- non si è mai troppo al nord per fare niente, tranquillo Simone. Oggi Paulo è solamente un po' mestruato, gliel'avrà attaccato la sua ragazza- disse Leandra facendo ridere tutto lo spogliatoio.
- vedo invece che te non hai questi problemi Ekaterina, tu invece sei sempre tranquilla, oggi non mi sembrava- disse Paulo a bassa voce ma in modo abbastanza alto da farsi sentire da tutti.
- Paulo, dipende da chi mi parla, cerco di essere gentile con tutti, ma non riesco ad esserlo pure con chi non è stato gentile con me. Tengo molto al proverbio babilonese "occhio per occhio, dente per dente"- sorrise la tedesca.
- quindi vedo che conosci già Paulo Dybala, lui sarà il nostro nuovo attaccante- esclamò Leonardo.
- lo conosco bene, è il fidanzato della mia sorellastra Antonella – sbuffò la ragazza.
- ah, quella Antonella? Quella del vestito di Armani che da bianco e diventato giallo Borussia?- chiese ridendo Alvaro.
- chi altri se no, fortunatamente ho amici che giocano là, se no, non avrebbe neanche avuto senso- rise di gusto.
Poi subito dopò si sentì una voce parlare con marcato accento argentino.
- Amor? Dónde estas? Tenemos que ir al centro para conseguir mi ropa en la tintoria-
Era Antonella palesemente. Lea riconobbe perfettamente l'accento e la voce sottile ma nasale dell'argentina.
- Anto, me alegro de oir tu voz. Porque no vienes a decir hola a tu hermana Lea?- chiese prontamente la tedesca con un spiccato accento spagnolo. Stare a Madrid l'aveva aiutata specialmente con l'accento e la pronuncia.
Immediatamente la porta si aprì e ne entrò un'elegantissima Antonella, vestita di tutto punto con un vestito di Moschino che molto probabilmente era della stagione estiva, data la sua lunghezza.
L'argentina si buttò immediatamente fra le braccia della sorellastra.
- mi eres mancata così tanto hermanita! Pensavo fossi en Madrid y pensavo que non volessi venire qui!- disse Antonella quasi in preda alle lacrime.
- Antonella, io qui ci lavoro dal 2013, la domanda dovrei farla a te? Non dovevi essere a studiare moda a Oxford? Mi sorprende la tua presenza in Italia - esclamò la tedesca colpendo la sorellastra in un punto debole della sua vita.
Antonella qualche anno fa, pur di seguire una sua nuova fiamma, nonostante fosse fidanzata con Paulo, si fece pagare tutti gli anni che le servivano per avere la laurea in moda e design a Oxford, inclusa una casa nel centro. Dopo che lei scoprì che il ragazzo in questione non aveva un interessamente per le donne, decise di lasciare l'università e diventare modella. Era sempre stata una bellissima ragazza, insieme a sua sorella Maria, già laureata nella stessa materia, che ora stava creando delle meravigliose scarpe che ogni volta Lea indossava con orgoglio. Antonella aveva lunghi capelli castani, occhi verdi magnetici, un sorriso bianco, la carnagione abbronzata ed era molto magra. L'unica cosa che non aveva era l'altezza, cosa sempre invidiata alla sorella tedesca.
- sai... ho deciso di lasciarla, così potevo stare pure più tempo insieme al mio Paulo e poi ogni tanto prendo un aereo per andare a fare qualche sfilata in giro. Sto benissimo anche senza quella laurea, fidati- sorrise Antonella.
- certo, poi quando avrai 55 anni, non venire in casa mia a chiedermi qualche soldo, perché so già che accadrà così- esclamò la tedesca ridendo.
- al massimo sarai te che verrai da me e Paulettino a chiederci i soldi, perché dato che sarai sola come un cane, verrai da noi e resterai ospitata in casa nostra a nostre spese, mentre porterai a scuola i nostri figli e ti farai chiamare "Zia Lea" perché non avrai alcun uomo che voglia stare con te dato che te non potrai mai dargli alcuna progenie, Leandra- urlò quasi l'argentina, offesa gravemente dalle parole della sorellastra.
Antonella aveva toccato un tasto dolente della vita della ragazza al suo fianco, il suo non poter avere figli.
- non osare parlarmi così Antonella, non puoi parlarmi così. Hai capito? Non puoi dirmi assolutamente niente sui miei problemi, perché te non ne sai niente. Se avessi anche un quarto dei miei problemi, a quest'ora sarebbero già un paio di anni che ti verremmo a trovare a Cordoba sotto una lastra di marmo bianco- urlò la tedesca.
- ragazze calmatevi, nessuno ha detto niente su nessuno, ora vi calmate- dissero Paulo e Alvaro bloccando le due ragazze.
- io non ho detto assolutamente niente, però certe persone se la prendono per niente, sinceramente non capisco- esclamò la ragazza bionda girandosi.
- sta zitta Perra che non sei altro. A te non sono mai piaciuta e non riesci ad accettare che io possa fare cose che te non puoi, tipo avere un figlio tutto mio, poterlo attendere per mesi, chiamarlo come il padre di tuo marito. È questo che ti da fastidio. Hai sempre avuto tutto e sei talmente egoista che non riesci ad accettare che qualcuno abbia la fortuna che tu non hai- disse l'argentina contro sua sorella.
Facevano così sempre. Ogni volta che si incontravano, una stuzzicava l'altra, finivano poi per urlarsi contro con parole poco gradite.
Era così fin dal primo momento in cui si erano viste. Antonella si era lamentata della stanza che aveva da condividere per le prime settimane con Lea. E finirono per litigare la prima volta a 12 anni.
- senti Antonella, vattene, prima che ti sferri un pugno e ti rovini lo zigomo. Vattene. Ci vediamo domani, scusami per quello che ti ho detto. Ma vai, vattene col tuo Paulino Pauletto Paulezzo. Ma vai- disse la tedesca dando le spalle alla sorellastra e prendendo dalla borsa che aveva a presso, una scatolina di argento con dentro delle pastiglie, ne prese tre e le ingoio senza niente.
Antonella, dopo, si rese conto di come stava sua sorella. Le era venuto un ennesimo attacco di panico ed era tutta colpa sua.
- scusami Leandra, non volevo, non pensavo nonl'avessi ancora superato e avessi ancora... - disse bisbigliando la sorella.
- meglio che tu vada Antonella, ci vediamo stasera alla festa per l'inizio della sessione- disse Alvaro incitando la ragazza ad andarsene e abbracciando la tedesca che in quel momento era assillata da singhiozzi e spasmi di tensione.
Finì così, la prima giornata di lavoro a Vinovo. Piena di scoperte e schiaffi di parole che non sisarebbero mai dimenticati

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skyfall;; P.D
FanfictionLeandra non riusciva a non pensare a lui. Era perennemente nella sua testa, anche nelle più piccole cose della vita. Lei pensava a lui sempre nonostante tutto, anche se non dovesse farlo, per rispetto per qualcuno a cui voleva molto bene. Paulo no...