Kapitel fünfzehn.

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Hanno inventato il rispetto per nascondere il posto vuoto dove dev'esserci l'amore. Lev Tolstoj.

-Annuncio ritardo: il treno Frecciarossa proveniente da Milano Centrale per Torino Porta Nuova, arriverà con un ritardo previsto di 45 minuti, ci scusiamo per il disagio-

- ci scusiamo per il disagio una bella merda- disse sbuffando Lea.

Aveva accompagnato Manuel fino a Milano Malpensa e ora stava aspettando da tre quarti d'ora il treno che l'avrebbe riportata nel capoluogo piemontese. La tedesca aveva una certa pazienza ma non riusciva a sopportare i ritardi. Era una cosa fuori dal mondo per lei.

Si sedette su una panchina e incominciò a leggere uno dei volantini che aveva preso mentre stava venendo qui. L'annuncio della mostra di Rubens le balenò davanti al viso. Adorava i quadri di Rubens. Lo trovava uno dei migliori pittori fiamminghi di tutti i secoli.

Sentì un po' di trambusto allora alzò la testa e spalancò la bocca.

A pochi metri da lei c'era Antonella che stava sbraitando contro una ragazza e vicino a lei c'era Paulo che rideva. Sua sorella teneva stretta a sé un borsone di Louis Vuitton, capì subito perché i sue argentini erano venuti a Milano.

Pochi secondi dopo Paulo voltò la testa e incontrò gli occhi della tedesca che appena se ne accorse, si alzò violentemente e prese nervosamente dalla borsa di Gucci, il solito porta pastiglie e, dopo averlo aperto prese quattro pastiglie e le ingoiò freddamente. Leandra aveva bisogno di calmarsi, sperava che avesse scambiato qualsiasi altro ragazzo per Paulo, peccato che appena si girò vide l'argentino correrle dietro.

- Ekaterina fermati, ho bisogno di te- disse Paulo prendendo il braccio dell ragazza.

- c'è Antonella che sta litigando con una russa, avremmo bisogno di te, straordinariamente se capitata qui per fortuna- esclamò il ragazzo sorridendo dolcemente e accarezzando la guancia alla tedesca.

- lo faccio solo perché è mia sorella- disse sbuffando Lea togliendo la mano di Paulo dal suo viso, sapeva che non doveva andare verso il binario, andare verso il Roadhouse l'avrebbe salvata da Paulo e le avrebbe dato pure un'ottima bistecca da mangiare.

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- Antonella sei incredibile, hai litigato con quella povera donna perché ti aveva sfiorato la borsa? Dico, sei matta?- esclamò Leandra guardando la ragazza seduta davanti a lei sul treno.

- senti Leus, tutti farebbero a botte per una Louis Vuitton nuova di zecca- esclamò la mora indicando la borsa che la tedesca aveva di fianco sul sedile.

- è quella della nuova collezione con i quadri sopra?- chiese Lea.

- si, ho preso quella di Robben- esclamò fieramente Antonella.

- non sapevo che Arjen avesse creato una linea di borse in collaborazione con la Vuitton- disse ridendo il medico.

-Antonella intendeva la borsa con il dipinto di Rubens, solamente che ha in mente così tante persone che si chiamano con la R, ce ne sono tantissime- disse Paulo esasperato.

- ho capito, tranquilli. Comunque mi piacerebbe andare a vedere la sua mostra, dicono sia bellissima-

- noi ci siamo andati, era proprio una bella mostra- disse Paulo con un sorriso strafottente.

- ma che dici? Era una noia mortale, non puoi capire che noia era, poi c'era un quadro di un bue sventrato, mio Dio che schifo- esclamò Antonella inorridita.

Lea rise all'affermazione dell'argentina.

Un rumore fastidio giunse alle orecchie dei tre giovani, un rumore che Leandra conosceva abbastanza bene.

skyfall;; P.DDove le storie prendono vita. Scoprilo ora