Lui aveva detto proprio quello che il suo cuore voleva sentire ma che la sua ragione temeva. Lev Tolstoj.
- tu e Manuel state insieme?- chiese poi Paulo fermandola prima di arrivare in mezzo a tutti.
- non credo ti interessi Exequiel-
- invece mi interessa eccome, io ti amo ancora Ekaterina, ti amo dal primo giorno che ti ho vista e ti vorrei sempre al mio fianco-
- ma stai insieme a mia sorella e siamo tutti pronti spicologicamente al vostro matrimonio, però ti consiglio una cosa, stalle più vicino e lasciami perdere, lei è preoccupata che tu la stia tradendo e ha incaricato me di sorvegliarti, ti rendi conto? Io a sorvegliarti onde evitare che tu la tradisca? La cosa all'inizio mi ha fatto ridere, poi ho riflettuto. Paulo, le stiamo facendo entrambi un torto, per quanto lei sia viziata, possessiva, magari può tirarsela, non essere simpaticissima ma, rimane sempre mia sorella e non posso certamente vivere con la consapevolezza di amare il futuro marito di mia sorella, capisci? Quindi per quando mi strugga la cosa, per quanto io ancora non sia indifferente a te, dobbiamo dimenticarci, tu starai con Antonella, io, ancora non lo so- disse Leandra ormai con le lacrime agl'occhi.
- io, non riuscivo oggi a vederti baciare Neuer, avrei voluto staccargli quella mascella, non riesco a vederti con un uomo che non sia io-
- Paulo, basta- disse con un solo fiato Leandra, per poi velocizzare il passo e lasciare da solo l'argentino in mezzo alla galleria.
****
La partita era oramai finita. Un bel 2-2 si stava già prenotando come risultato. Un ottimo risultato, nonostante ci fossero state altre possibilità per far diventare i gol maggiori per gl'italiani. Gol, tutti parati da Manuel, che a ogni gol parato sorrideva a Leandra che non era capace di restare ferma a quegl'eventi, d'altronde era stata ed era ancora Roten fatta e fondata. Lo era sempre stata, fin da piccola. Poi aveva avverato il suo sogno, lavorare nella sua amata squadra. Era sicura che non se ne sarebbe mai andata da Monaco, non vedeva altre città, altre squadre, altri stati. Oltre che alla sua amata Germania, alla sua Monaco e al suo Bayern. Cosa che ora la faceva molto ridere. Era andata in molti stati a lavorare. Appena "scappata" da Monaco andò a Torino, lì scoprì un mondo diverso. Anche semplicemente l'allenamento era diverso. A Torino si iniziava con la corsa, poi gli esercizi e alla fine varie informazioni sulle varie partite che avrebbero avuto. A Monaco invece, si iniziava con gl'addominale, Leandra ricordava perfettamente le urlate di Guardiola quando vedeva qualcuno fare finta. Poi si facevano gl'esercizi e così via. Le informazioni sulle partite erano un privilegio, quasi un evento quando venivano spiegate. A Madrid era ancora più diverso, ma forse era così in ogni squadra di ogni stato. Lei ancora non lo sapeva.
Il fischio di fine svegliò Leandra dal suo stato di trans.
Si alzò e corse verso i ragazzi per abbracciarli, erano tutti molto stanchi, non era stata una partita facile, ma erano stati comunque molto bravi.
Poi Leandra andò a congratularsi con la sua ex squadra.
Il primo che incontrò fu Mario Gotze, che appena la vide le corse incontro come un bambino.
In effetti quei due si conoscevano da quando erano nati praticamente, erano andati a scuola insieme, avevano fatto sempre tutto insieme, erano davvero ottimi amici, si conoscevano come le proprie mani.
- Lellus, pensavo dovessi fare la nemica e non potessi venire a salutarmi- esclamò Mario accogliendola fra le sue braccia.
Leandra rise per il soprannome ridicolo che Mario le aveva dato. Quel soprannome aveva più o meno vent'anni, le era stato affiliato quando per la prima volta Mario provò a pronunciare il nome della ragazza, con come si può notare, scarsi risultati.
- anche se dovessimo diventare nemici ti verrei a salutare sempre Marcolino- disse ridendo Leandra.
- mamma mia come siamo diventate fighe qui, dov'è finita la Lellus che gira con i maglioni giganti del papà senza un minimo ritegno nella fredda Baviera?- esclamò l'amico facendo fare una piroetta a Leandra ridendo.
- ma stai zitto, piuttosto dimmi te come hai fato a diventare così bello, quasi quasi ci faccio un pensiero- disse Leandra.
-oh, tu sei già stata prenotata da Manuel, non voglio mica morire, piuttosto farò lo zittello a vita, sarei un nonnetto estremamente sexy, me lo sento- disse ridendo Mario.
- faresti sognare tutte le nonne della casa di riposo, ne sono sicura-
I due bavaresi risero insieme. Come ai vecchi tempi, quando erano due liceali che andavano per la MaximilianstaBe con un dizionario in un braccio e il pallone di cuoio nell'altro.
- senti, saluti Manuel, saluti l'allenatore, saluti Mario e non saluti la persona che ha il tuo stesso sangue nelle vene? Fammi capire Müller? Questi giochetti non li gradisco- esclamò una voce dietro di lei. Thomas.
- oh mio caro Thomas, ti avrei salutato se solo ti avessi visto. Complimenti per il bellissimo gol, continui a far sognare nonostante la tua vecchiaia- esclamò Leandra abbracciando il corpo sudato del fratello.
- ovvio che ho fatto un bel gol, ricordi il mio cognome, è il tuo pure- disse Thomas scompigliando i capelli di Leandra senza un ritegno.
- oh, me lo ricordo, mi hai assillato per anni e anni- esclamò Lea ridendo.
- ora fatemi salutare quel bel polacco di Lewy, non lo vedo mai e ora mi sta scappando- esclamò Leandra ridendo, per poi saltare addosso a Robert, che si stava asciugando.
- Lea! Sono così contento di vederti, anche se preferirei che tu non mi veda sudato marcio- disse il polacco ridendo e abbracciando la tedesca.
- oh Lewy, mi sei mancato così tanto, ma soprattutto mi sono mancate le tue perle di sagezza polacche!- disse sorridendo Leandra.
Lei era così felice, stava riincontrando tutta la sua ex squadra, i suoi primi amici, i suoi primi compagni di avventura nel mondo del calcio. in loro aveva trovato amici, famiglia e amore.
All'improvviso qualcuno le prese i fianchi e la girò. Lea si trovò a pochi centimetri dal viso sorridente di Manuel che, senza alcuna preoccupazione la baciò davanti a mezzo stadio stracolmo di tifosi.
Si sentì qualche urletto e qualche voce divertita che parlava di loro, ma Lea era troppo concentrata su Manuel per pensare a chiunque.
Poteva arrivare pure il Papa e voler parlare con lei, ma la tedesca sarebbe stata troppo occupata per smettere di fare quello che stava facendo.
- sono andato bene?- chiese Manuel ridendo.
- sei andato benissimo, il mio portiere preferito- disse Leandra per poi baciarlo.
BALALAH
Ave o popolo di Wattpad, una vostra umile scrittrice vi saluta! (okay, la smetto di rendere tutto questo tremendamente imbarazzante... ) ancora non sono coscente del fatto che ho pubblicato una storia che ha più di duecento visualizzazione, con precisione non le so, qualche giorno fa le contavo ogni istante, poi mi sono resa conto che stavo assieggiando in modo gratuito, quindi ho smesso. Comunque, siamo al tredicesimo capitolo e sono successe varie "cosucce da niente" nella storia, tipo praticamente le cose più importanti come Leandra che fa i confronti fra Manuel e Paulo o Paulo che ha raccontato della storia d'amore fra lui e la ragazza allo smandrappati club (palesemente formato da Paul, Alvaro e Simone). Negl'altri capitoli accadranno cose carucce carucce. Mi scuso se mancano alcune dieresi o "umlaut" come si dice nella mia amatissima lingua ariana. So che è corretto, se non si vuole mettere l'umlaut, mettere la E dopo la lettera dove doveva starci, ma non mi è mai piaciuta questo modo, forse perché trovo le punteggiature straniere, più affascinanti rispetto all'aggiunta di una vocale. Sono strana. Se volete darmi consigli, cose che devo specificare o avete bisogno di sclerare su qualsiasi cosa, sono al vostro servizio. So sclerare su molte cose: calciatori, calcio in generale pure tecnico come partite, musica, serie tv, libri, diciamo abbastanza cose.
Al prossimo capitolo!
Cecilia;;
STAI LEGGENDO
skyfall;; P.D
Hayran KurguLeandra non riusciva a non pensare a lui. Era perennemente nella sua testa, anche nelle più piccole cose della vita. Lei pensava a lui sempre nonostante tutto, anche se non dovesse farlo, per rispetto per qualcuno a cui voleva molto bene. Paulo no...