Kapitel nehnzehn.

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Che bella età è la vostra! – riprese Anna. – Mi ricordo quella nebbia azzurra che somiglia a quella che appare sulle montagne della Svizzera. Si vede tutto attraverso quella nebbia nell'età beata che è al termine della fanciullezza, dove pare che tutto debba essere così bello!... Chi non ha camminato attraverso questa nebbia? Lev Tolstoj.

Paulo aprì gli occhi lentamente. Sorrise appena si rese conto di non essere a casa sua.

Però il suo sorriso svanì non sentendo più Lea nella parte del letto vicino a sé. Come poteva essere già partita?

Si alzò e guardò fuori dalla finestra. Torino era ancora assediata dalla pioggia. Un assedio quasi violento dato che scendeva velocemente e creava quasi una nebbia data la quantità.

Pensò a Lea, era partita già da un po', magari stava solcando i cieli verso Monaco, forse era già arrivata.

Paulo andò verso la cucina per prendere qualcosa da mangiare e notò una cosa sull'isola vicino al Mac di Leandra.

Paulo, spero che tu riesca a ragionare su quel che ci siamo detti ieri. Spero tu riesca a fare la cosa migliore secondo il tuo parere. Le chiavi sono sotto lo zerbino, portale ad Alvaro, l'ultima volta Paul le ha quasi donate al gabinetto in segno di affetto. Durante la notte ho pensato all'anello che potesse piacere ad Antonella e ho pensato al nostro anello di fidanzamento. Lei mi aveva detto che le piaceva così tanto, quindi eccolo, fanne buon uso, è uno dei gioielli a cui tengo di più, non chiedermi perché, non lo so nemmeno io. Tua, Ekaterina.

Paulo sorrise guardando l'anello. Dopo il tennis era stato il suo secondo regalo fatto alla tedesca. Le era piaciuto così tanto, erano una cosa classica, un semplicissimo punto luce, ovviamente il diamante non era piccolissimo anzi, ma era una cosa molto classica ed elegante rispetto ai gioielli che ultimamente Paulo aveva comprato ad Antonella. Si stupì della bontà di Leandra nel donare a sua sorella un oggetto simile, poi del fatto che Antonella non si sia data scrupoli a continuare a elogiare l'anello sperando magari nel regalo da parte di Leandra. Quella donna otteneva tutto quello che voleva.

Dopo aver mangiato si vestì e se ne andò dalla casa della tedesca.

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Leandra quando uscì dall'aeroporto inspirò a pieni polmoni l'aria di casa sua.

Minga in bavarese. Monaco per tutti gli altri. Terza città per grandezza e importanza della Germania, uno dei posti più belli del mondo secondo Lea, certamente quell'un milione e mezzo di persone forse non erano simpaticissime ma eravamo comunque in uno stato dove, secondo pregiudizi, la gente era seria e non era capace di ridere anche quando vincevano qualcosa, praticamente sempre, se non fosse stato per le due guerre mondiali.

Lea chiamò un taxi e si fece portare fino al centro, da lì sarebbe andata a visitare i suoi amici, Manuel e suo padre.

Monaco era proprio come la ricordava, stupenda. Quella città le era sempre piaciuta, era casa sua d'altronde.

Arrivò passeggiando fino a Marienplatz, per ammirare il bellissimo municipio, poi fece quattro passi per TheatinerstraBe, la via dove c'erano tutti i negozi più belli. Non ci mise molto ad arrivare fino a MaximilianstraBe, dove suo padre aveva lo studio.

Quella via non era cambiata, neanche da quando passeggiava con Mario dopo la scuola. In quella via, erano successe così tante cose. Specialmente nello studio di Andreas, che i due ragazzi usavano come posto dove ritrovarsi. In quell'appartamento avevano vissuto gioie come quando Leandra scoprì di poter non fare due anni e iscriversi alla facoltà di medicina, grazie ai corsi avanzati che aveva fatto. Tristezze, come la scoperta da parte dei due bambini della morte di Mar'ja. Ma anche separazioni, in quel posto Mario annunciò a Lea che sarebbe partito per Dortmund, per giocare nelle giovanili del Borussia. In quelle quattro mura successero un sacco di cose. In quelle mura i due ragazzi avevano passati molto probabilmente, gli anni più belli della loro vita.

skyfall;; P.DDove le storie prendono vita. Scoprilo ora