Se non ci fosse la sofferenza, l'uomo non conoscerebbe i propri limiti, non conoscerebbe se stesso. Lev Tolstoj.
Quando tornarono a Torino, Leandra corse a casa quasi senza salutare Paulo e Antonella.
A Torino pioveva, ma si fece comunque tutta la strada che da Torino Porta Nuova la conduceva a al suo appartamento.
Non salutò neanche Gerardo il portinaio. Un uomo assolutamente delizioso, era sempre stato gentile con tutti ed era di ottima compagnia, specialmente quando Leandra non riuscendo a dormire, andava nel suo stanzino e fumava una sigaretta insieme a lui.
Corse per otto piani più velocemente che i suoi mocassini firmati Moschino potessero permetterle.
Scaraventò la borsa sul divano e dopo si lanciò sul suo letto ancora sfatto da quando lei e Manuel avevano dormito insieme.
Si poteva ancora sentire il profumo del tedesco, un profumo assolutamente piacevole che per Leandra sapeva di casa.
Ma nella sua mente non c'era spazio per Manuel. L'immagine di Antonella all'altare insieme a Paulo le riempiva la mente in modo smisurato.
Iniziò a piangere. Quel poco di mascara che aveva messo si era completamente liquefatto fra le sue guance e il lenziolo bianco sotto di lei.
Guardò con gli occhi afuscati dalle lacrime il lenzuolo sotto di lei.
- perfetto mi toccherà pure lavarlo. Fanculo- disse ridendo fra i singhiozzi.
Dopo esser stata lì a piangere per circa qualche minuto, decise che quella non era lei.
Aveva superato un sacco di cose, quella poteva essere un'altra piccola goccia, se non forse la quantità di acqua che poteva scendere da qualche cascata potente in mezzo minuto. Iniziò a ridere, poi si domandò perché stava ridendo mentre piangeva. Certo che lei era davvero matta, piangeva e rideva allo stesso tempo. Fu proprio quello che pensò. Matta e sfortunata forse, più che sfortunata disadatta. Non era adatta a tutto quello che stava vivendo. Lei aveva bisogno di qualcuno che l'amasse sempre, sopra ogni cosa. Forse quell'uomo era Manuel. Forse quell'uomo non esisteva. Che grande domanda si era posta.
Poco dopo decise di alzarsi e farsi una doccia.
Prima di andare sotto la doccia decise di accendere la playlist di Spotify sul telefono, almeno per tenerle compagnia.
Dopo qualche bella canzone, partì ovviamente un grande singolo di Adele, una delle cantanti preferite di Lea.
"Rolling in the deep".
Leandra sbuffò. - si ma vaffanculo, oggi è proprio la mia giornata- esclamò uscendo dalla doccia abbastanza nervosa.
Si guardò allo specchio.
la prima cosa che notò a parte il viso stanco e con ancora un po' di mascara sugl'occhi fu il suo tatuaggio sulla clavicola destra.
'Sarò sempre con te, qualunque cosa accada'.
Una frase per sua madre, che lei spesso usava quando la ragazza era nervosa per qualche compito in classe o qualche esame importante, quella frase riusciva sempre a tranquillizzarla, forse era proprio la calda voce della madre a tranquillizzarla.
Lea l'aveva fatto tatuare in russo, la lingua di sua madre, che le aveva fatto imparare a pari con il tedesco.
- oh Matiuska, se solo fossi qui per aiutarmi in questo difficilissimo momento- disse ridendo Leandra, stava parlando da sola, fissandosi allo specchio come se dall'altra parte ci fosse Mar'ja.
- tu sapresti cosa fare, o forse no. Sai non so proprio a chi dirlo. Non posso dirlo alla mia famiglia, non voglio che Paul e Alvaro rovinino il rapporto che hanno con Paulo. Non posso fargli questo. è divertente il fatto che stia parlando da sola, ogni attimo che passa divento sempre più matta, colpa di Paulo mamma, tutta colpa sua- sussurrò Lea.
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skyfall;; P.D
FanficLeandra non riusciva a non pensare a lui. Era perennemente nella sua testa, anche nelle più piccole cose della vita. Lei pensava a lui sempre nonostante tutto, anche se non dovesse farlo, per rispetto per qualcuno a cui voleva molto bene. Paulo no...