Kapitel sechsundzwanzig.

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Non siamo mai tanto lontani dai nostri desideri come quando ci immaginiamo di possedere la cosa desiderata. Johann Wolfgang von Goethe.

Paulo rimase scioccato dalla domanda di Leandra.

Antonella incinta? Quando mai? Non ne avevano mai parlato, lui non le aveva ancora chiesto di sposarsi? Come poteva essere possibile questa cosa?

- perché mi chiedi questo Ekaterina?- chiese Paulo cercando di non lasciar trapelare il suo stupore.

- semplice, ho trovato questo in casa mia- esclamò Lea evidentemente sull'orlo di una crisi isterica. Prese fra le mani tremanti un foglietto stropicciato e lo sventolò davanti agl'occhi dell'argentino.

Nomi, una lista di nomi, e certamente non potevano essere quelli per un cane o per qualsiasi altra stupidaggine che nella mente di Antonella erano padrone.

- me lo sai spiegare? Sei capace di dirmi che cazzo sono? Dimmelo su, hai sempre la parola pronta per tutti e con me no?- disse urlando Lea.

Era davvero scioccata da quella cosa, soprattutto amareggiata. Glielo si leggeva dalle iridi degl'occhi castani, assumevano un colore particolarmente scuro in quei momenti, almeno secondo Paulo.

Quest'ultimo non sapeva cosa rispondere, non sapeva niente della presunta gravidanza di Antonella e sinceramente non avrebbe mai voluto saperne.

- probabilmente è incinta, non so cosa dirti Ekaterina, dove hai trovato quel foglio?- chiese Paulo accomodandosi sul divano lì vicino, spostando le foto che era disordinatamente riposte lì sopra.

- l'ho trovata sul mio divano, questo pomeriggio, le sarà caduto mentre si alzava l'ultima volta che è venuta, ma questo non è importante Exequiel, almeno non ora. La cosa che mi freme sapere ora è perché? Perché è incinta? Tu avevi detto che volevi lasciarla, volevi tornare con me. Tutte quelle parole, quei baci, tutto. Cos'erano? Erano solamente perché ti faceva comodo avere qualcuno? Cos'è? Il tuo testosterone non riesce a stare troppo tempo inalterato? Dimmelo- disse Leandra quasi piangendo.

In quel momento Paulo si rese conto di quanto lei potesse essere davvero innamorata di lui, ma quanto allo stesso tempo volesse bene alla sorella e volesse il meglio per lei.

Era strana come cosa. La sua ex ragazza che viene a casa sua disperata per la presunta gravidanza della sorella, arrabbiata per le promesse che le aveva fatto ma che lei aveva rifiutato.

Leandra era qualcosa di troppo pericoloso per lui. Gli faceva fare e dire cose fuori dal mondo, solamente perché voleva stare con lei. Perché lui voleva solamente le cose più irraggiungibili? Perché doveva sempre faticare i doppio quando poteva avere qualcosa di buono comunque? Poteva avere tutte le donne di questo mondo, ma lui voleva solo quella ragazza che al momento, stava piangendo in attesa di una sua risposta.

- Ekaterina, io ti ho amato e ti amo tutt'ora. Ma tu non hai voluto cedere, hai preferito tua sorella al mio amore per te e dato che dici di voler il meglio per tua sorella, ho voluto accontentarti. Il sogno di Antonella è avere una famiglia e questo avrà. Spero che tu capisca- disse atono Paulo.

- sarebbe colpa mia? Colpa mia perché penso prima agl'altri a cui tengo rispetto a me? Paulo fammi il piacere, non sai assumerti le responsabilità e dovresti imparare prima di far rimanere incinta la tua ragazza, dicendo che in realtà non l'ami e altre delle tue inutili scuse che non servono a un emerito cazzo- esclamò la tedesca continuando a girare intorno al soggiorno cercando di non guardare in viso il ragazzo.

- ovvio che è colpa tua, se mai tu avessi voluto davvero stare con me, avrei lasciato Antonella e a quest'ora potevamo vivere insieme felici- disse Paulo, innervosito dalle parole dell'amata.

skyfall;; P.DDove le storie prendono vita. Scoprilo ora