La calma è la vigliaccheria dell'anima. Lev Tolstoj.
Appena arrivati a Vinovo, Leandra ringraziò Antonio per il servizio e si incamminò verso quella che per altri mesi a venire sarebbe stata casa sua.
Appena entrata, si diresse subito per il campo, per ammirare i ragazzi fare gli allenamenti.
La grande valigia, che avrebbe potuto contenere una persona, oppure tutti i soldi che servivano per pagarla, tintennava a ogni mattonella presente nel suo cammino, dando, insieme al rumore dei tacchi di Lea, un qualcosa di ritmico così gradevole che alla ragazza sembrava adatto per una base di qualche brano.
Uscì da una porta finestra ed entrò nel campo. Inspirò l'odore dell'erba sintetica un paio di volte, mentre in lontananza ammirava i suoi ragazzi giocare.
Intravide qualche faccia nuova, poi Paul, facilmente riconoscibile dalla sua cresta, Alvaro, sempre vicino al francese. Poi Gigi, Claudio, Leonardo, Stephan e tutti gli altri.
Ad un tratto, mentre era incantata a fissarli, una palla venne per sbaglio verso di lei, prontamente, anche se con i tacchi, Leandra la fermò.
Poco dopo tutti si girarono per vedere dove fosse finita la palla, alzarono lo sguardo di una centinaia di metri e videro il loro medico, che nonostante sei mesi in Spagna era bianca latte, quasi simile ad una persona albina, i capelli biondo chiaro che arrivavano sopra le spalle e quegl'inconfondibili occhi nocciola, più particolare di qualsiasi blu esistente sulla terra.
Tutti rimasero in silenzio, qualcuno la scambiò per miraggio. L'unico che era sicuro della sua presenza e che ruppe il silenzio con la grazia di una giraffa che corre fu: Paul Labile Pogba.
Il francese ululò qualcosa simile ad un attacco di guerra dei paesi nordici e poi corse senza darsi una regolata verso la sua migliore amica ventiduenne.
Paul conobbe subito Leandra, distrutta dall'ultima separazione con Manuel. Lui seppe rallegrarla e poi con l'arrivo di Alvaro nella squadra, i tre europei diventarono come pappa e ciccia, insieme ad un terzo elemento.
- oddio Leandra, quanto sei bianca da uno alla neve?!- esclamò il francese stringendola fra le sue braccia possenti che facevano sentire incredibilmente sicuro chiunque le provasse.
Poco dopo tutta la squadra venne verso Leandra e tutti insieme si abbracciarono come una grande squadra riunita.
Addirittura il mister si avvicinò e abbracciò la dottoressa, che, incredibilmente sorpresa pensò che il mister volesse semplicemente stringerle la mano.
Poi i ragazzi fermarono l'allenamento per parlare con lei, in modo che lei potesse presentarsi ai nuovi ragazzi.
- allora carissimi, come ben vedete la sig.rina Müller è tornata fra noi, dopo sei mesi di trasferimento al Real Madrid- esclamò l'allenatore felice di riavere la tedesca a casa.
Avevano sempre avuto un magnifico rapporto, erano molto amici, poi Leandra era spesso partecipe alle organizzazioni delle varie partite, dove aiutava sempre a decidere il modello da usare in gioco e i vari giocatori, ogni tanto era addirittura partecipe alle riunioni con i vari sponsor, dato che la ragazza era amante dell'economia e stava decidendo se iscriversi alla facoltà all'università.
- sono estremamente contenta di vedervi tutti qui, vi vedo molto bene, poi vedo qualche faccia nuova, ma mi ero informata su qualche trasferimento, peccato che poi a Madrid c'erano molti impegni e-
- non dire balle Leandra, abbiamo visto tutti le foto con James e con Gareth in questo campo non ci fotti- esclamò Claudio Marchisio ridendo.
-oh ragazzi su, ho fatto magari la bella vita per qualche mese a Madrid, ma ho comunque lavorato- rispose a tono la tedesca ridendo.
Poi Leandra incontrò una delle ultime facce che nella sua vita avrebbe voluto vedere: Paulo Exequiel Dybala, in calzoncini juventini senza maglietta al 28 di gennaio. Una visione troppo pure per lei, che sapeva controllarsi in modo egregio anche davanti a uomini in varie faccende.
- Paulo?! Che diavolo ci fai qui?!- chiese perdendo la calma la ventiduenne. Non poteva capire come Paulo fosse a Torino se appena due settimane fa lo aveva visto su qualche social.
Il coetaneo le rispose a tono- Secondo te Ekaterina, cosa potrei mai fare qui? Mi hanno preso alla Juventus, dovresti saperlo, sei una persona molto perspicace-
Leandra perse un battito. Solo lui la chiamava col suo secondo nome.

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skyfall;; P.D
FanfictionLeandra non riusciva a non pensare a lui. Era perennemente nella sua testa, anche nelle più piccole cose della vita. Lei pensava a lui sempre nonostante tutto, anche se non dovesse farlo, per rispetto per qualcuno a cui voleva molto bene. Paulo no...