Sherlock Holmes, con indosso una vestaglia blu marino, emise uno sbuffo risentito, passandosi le mani nei riccioli neri, e crollando poi sul divano, mentre sentiva la noia impossessarsi sempre di più del suo geniale cervello.
Proprio in quel momento il bollitore fischiò, rompendo il silenzio che aveva regnato sino a quel momento.Con uno sbuffo, estrasse dalla tasca della vestaglia quello che, alle persone normali, sarebbe sembrato un semplice bastoncino di legno.
-Wingardium Leviosa...-borbottò, agitandolo pigramente in direzione del bollitore, che si sollevò piano a mezz'aria: con altri lievi movimenti della mano, lo fece abbassare lentamente, versando l'acqua bollente nella tazza col cucchiaino già pronta sul bancone della cucina.
-Accio bustina da tè-aggiunse, in tono annoiato.
Quest'ultima saltò fuori dalla scatola e direttamente nella tazzina, come se fosse dotata di vita propria.
Condusse infine la tazza verso di sé, mescolando lo zucchero: se la portò poi alle labbra, sorbendo un sorso della bevanda fumante con evidente piacere, gli occhi chiusi, ma ancora preda della sua insoddisfazione.L'ultimo caso che Lestrade gli aveva sottoposto era stato così... banale... Era ovvio che il ladro si fosse servito di uno snaso per svaligiare quella gioielleria in Bond Street.
La devastazione presente nel negozio, i segni di artigli sui mobili... persino uno con un Q.I. sotto la media ci sarebbe arrivato! Certo, la polizia di Scotland Yard era composta principalmente da babbani- ovvero, individui del tutto privi di poteri magici- ma anche quei pochi Auror o dipendenti del Ministero sotto copertura erano dei tali imbecilli!
Non erano riusciti a venire a capo della cosa in due giorni... a lui erano bastati dieci minuti sulla scena del crimine... Mai che gliene sottoponesse uno degno di lui!Le sue riflessioni riguardo alla stupidità del genere umano vennero interrotte dall'improvviso aprirsi della porta, seguito da una voce chiaramente alterata.
-William Sherlock Scott Holmes! Sei un maledetto incosciente!! E un irresponsabile!
L'interessato aprì gli occhi e voltò pigramente lo sguardo, un sorrisino ironico a increspargli appena le labbra.
-Buonasera a te, fratellone caro-rispose, la voce carica di sarcasmo.-Presumo che chiamandomi col mio nome completo tu voglia sottolineare la tua rabbia in merito a qualcosa che ho fatto e che...
-Sherlock, non costringermi a scagliarti contro un incantesimo tacitante. Sai che lo faccio!-ringhiò Mycroft Holmes minaccioso, i nervi a fior di pelle.Il minore emise una risatina di scherno, per nulla intimorito da quella minaccia.
-Provaci e staremo a vedere. Ero il migliore negli incantesimi non verbali, a Hogwarts, e tu lo sai...
Mycroft alzò gli occhi al cielo, prendendo poi una tazza da una credenza, e versandosi anche lui del tè.
-Essere il fratello di un membro del Ministero della Magia, Sherlock, non ti autorizza a praticare incantesimi a tuo piacimento. E in presenza di babbani, per di più!! Hai forse scordato lo Statuto Internazionale di Segretezza??
Sherlock alzò gli occhi al cielo, sbuffando nuovamente, ma sempre con quel leggero sorrisetto, stavolta divertito.
-Quante storie per un innocente scherzetto...
-Innocente scherzetto!?!?-esclamò Mycroft, esasperato oltre ogni limite.-Sherlock, hai fatto calare i pantaloni di quell'agente della scientifica nel bel mezzo di una scena del crimine!!! E per di più davanti ad altri poliziotti, tutti babbani!!! Hai un'idea della gravità della cosa?????
-...Anderson se l'è cercata... continuava a darmi dello psicopatico-borbottò Sherlock, indifferente.-Ed era un semplice "Diffindo"... E poi, come hai giustamente sottolineato, sono babbani. Nessuno se ne è accorto. E, anche se fosse, darebbero una spiegazione razionale, come fanno sempre... noiosi...Mycroft dovette intimamente convenire con il fratello minore: a volte i babbani erano così lenti... trovavano per tutto una spiegazione logica e razionale, anche quando era palese che non ci fosse.
O, semplicemente, fingevano di non vedere, pur di non uscire dalla loro bolla di normale e noiosa quotidianità.
Questo, però, non dava a Sherlock il diritto di mettere la magia in mostra.
Ci mancava solo di dover mandare una squadra di obliviatori... Il loro mondo magico era segreto; e tale doveva rimanere.
-E poi, come hai fatto a sape-... No, aspetta, non dirmelo: Lestrade ha fatto di nuovo la spia. Per essere un ex Auror, è davvero un rompiscatole!-aggiunse Sherlock in quel momento con una smorfia risentita.
-Non è più un Auror, ma è a Scotland Yard proprio per questo: indagare su possibili crimini in cui sia coinvolta la magia-ribattè Mycroft, portandosi la tazza alle labbra con sussiego, e scrutando il fratello al di sopra di essa.
Per un po', il silenzio regnò nella stanza.
-Hai letto di quei suicidi?-domandò finalmente Mycroft al minore, che gli rispose con un sorrisetto furbo.
-Ovviamente.
-... E??-lo incalzò l'altro, impaziente: suo fratello aveva sempre avuto la mania di fare spettacolo, quando doveva far sfoggio delle sue deduzioni.
-Non escluderei il coinvolgimento di uno dei... nostri.- Sherlock posò la sua tazza, ormai vuota, sul tavolino, ponendo le mani a piramide sotto al mento, la sua posa riflessiva preferita.-Tutti di età dai quattordici ai sedici anni... morti all'apparenza suicidi, e con lo stesso veleno... potrebbero avergli imposto una Maledizione Imperius, ma non mi convince... Che senso avrebbe? Le vittime non avevano nulla in comune...
-Su questo devo darti torto, fratellino. Qualcosa in comune ce l'avevano.
Sherlock agrottò la fronte, guardandolo stavolta con sincera attenzione.
-C'è un dettaglio che non è stato fatto trapelare al pubblico babbano. E nemmeno a quello magico. Fino ad ora, almeno. -Il politico prese un sorso del tè, e proseguì.-Ad ogni vittima è stato trovato addosso un bastoncino di legno spezzato in due. O almeno, per i babbani è un bastoncino di legno. Per noi è...
-Una bacchetta magica...-dissero insieme i due fratelli, in tono cupo.---
Sherlock, al buio e nel silenzio della sua stanza, rifletteva.
Era disteso sul letto, e aveva gli occhi chiusi, ma il sonno non era mai stato così lontano dall'arrivare: la sua mente si affannava alla ricerca della soluzione di quell'enigma, per una volta, forse, davvero degno della sua attenzione.
L'indomani avrebbe dovuto chiedere a Lestrade qualche notizia in più riguardo le vittime: c'era sicuramente qualche altro dettaglio che le accomunava. Poi doveva recarsi all'obitorio del Barts, e analizzare l'ultimo cadavere per verificare la sua prima tesi; solo una sostanza nel loro mondo, infatti, provocava una morte quasi istantanea e senza lasciare tracce: il veleno di Basilisco. Ma doveva analizzare il cadavere per esserne certo.
E doveva anche decidersi a trovare un coinquilino, decise: non ne poteva più della presenza asfissiante del fratello maggiore, e pochi giorni prima, la signora Hudson-vecchia amica di famiglia-si era dichiarata più che disponibile ad offrirgli un appartamento a un prezzo molto ragionevole. Era, però, sempre troppo caro per la sue finanze: fare il consulente investigatore- professione da lui stesso inventata- non portava molte entrate... e di certo non avrebbe accettato soldi da Mycroft. Avrebbe dunque dovuto necessariamente trovare un coinquilino. Chiunque sarebbe stato meglio di suo fratello, certamente.
Gli sarebbe andato bene anche un babbano: dopotutto, la magia la usava così di rado; lui amava risolvere gli enigmi da solo, col suo intelletto e bravura. Altrimenti, che gusto c'era? E poi, pensò il detective con un leggero sorriso, sarebbe stato un piacevole diversivo convivere con qualcuno sprovvisto di abilità magiche.
Il problema, però, era trovare chi fosse disposto a condividere un appartamento con lui... Mago o Babbano che fosse...
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The Wizard Detective
Fanfiction~SHERLOCK FANFICTION~ #338 Fantasy #92 Fanfiction Sherlock Holmes: geniale consulente investigatore dotato di poteri magici e di geniale intelletto. John Watson: ex Auror, dipendente al San Mungo, che sente la mancanza della sua vita avventurosa. ...