L'aria fredda della sera portò il dottore ad alzare il bavero della giacca, nel vano tentativo di impedire che quel gelo gli entrasse nelle ossa.
Provò un istintivo moto di rimpianto e tristezza: quante volte aveva visto Sherlock fare quello stesso identico gesto, e non certo per il freddo...
-Accidenti, che freddo stasera...-commentó Ted, al suo fianco.
John annuì, soffiando sulle mani e poi sfregandosele.
-Direi che ci vuole un bel caffè caldo, non credi?-gli propose.
-Sono perfettamente d'accordo.
Il tirocinante si portò una mano nelle tasche dei pantaloni, per poi sbuffare, contrariato.
-Diamine! Ho dimenticato il portafoglio in ufficio.
-Va' pure.-Il biondo sorrise, abbottonandosi la giacca fino all'ultimo bottone.-Ti aspetto qui, se non congelo prima...
Con una risata, il ragazzo risalì le scale del San Mungo, sparendo di nuovo all'interno dell'edificio.John, nell'attesa, fece qualche passo avanti e indietro, sempre più infreddolito; mise le mani nelle tasche, alla ricerca dei guanti... ma si ritrovò ad emettere un gemito di dolore: invece di toccare lana morbida, la sua mano aveva sfiorato un oggetto duro e tagliente. Sospirò.
Per un momento, se ne era dimenticato...
Tirò fuori piano lo specchio a doppio senso, sfiorandolo con delicatezza, e dandosi dello stupido sentimentale per aver conservato dopo due anni quello stupido e inutile oggetto. Ma, soprattutto, di tenerlo ancora in tasca.
All'improvviso, gli parve di vedere, per un secondo, uno strano baluginiò verde azzurro sulla sua superficie.
Sconvolto, per poco non lo fece cadere a terra; ma, quando lo riguardò, non c'era più nulla: era tornato ad essere uno specchio normalissimo. Lo fissò per un altro minuto, ma non apparve più nulla.
Quello che aveva visto... erano gli occhi di una persona, che gli avevano restituito lo sguardo... e non di una qualunque...Scosse la testa, in collera con sé stesso.
Quel dannato specchio era sicuramente rotto. E quel riflesso che credeva di aver visto era solo un pallido eco di qualcosa che ormai non esisteva più.
Nel riporlo di nuovo in tasca, una nuova e improvvisa ondata di freddo lo colse di sorpresa. Rabbrividì di nuovo, e si ritrovò addirittura a battere i denti, scoprendosi genuinamente stupito: d'accordo, era inverno, ma quel gelo era innaturale persino per Londra! Non era mai...!
Ma all'improvviso si sentì gelare-e in tutti i sensi-quando vide l'idrante di fronte a lui ricoprirsi di una patina di ghiaccio.Tutto intorno al medico diventò buio: finanche le stelle del firmamento sembrarono spente, come se qualcuno avesse improvvisamente deciso di pigiare un interruttore. Anche i lampioni dell'intera via seguirono la medesima sorte, facendolo precipitare in un'oscurità quasi totale.
John, guardandosi intorno impaurito e attonito, estrasse la bacchetta, mentre quella sensazione di freddo si era ormai trasmessa anche ai suoi nervi tesi.
-Lumos...-sussurrò, muovendo la bacchetta a destra e a sinistra in quella strada ormai deserta.
E fu allora, che li vide.
Dissennatori. Due, per la precisione.
E puntavano dritti verso di lui.John sentì all'istante quell'innaturale freddo impadronirsi anche del suo cuore, che iniziò anche a battere a un ritmo forsennato.
Il suo primo naturale impulso fu di mettere più distanza possibile tra lui e quelle creature malefiche.
Non si domandò come diavolo potessero dei Dissennatori trovarsi lì, o cosa volessero proprio da lui.
Non ricordò in quel momento l'evasione di massa da Azkaban dell'ultimo periodo.
Nè ricordò di aver pensato che anche i Dissennatori, ormai, fossero passati dalla parte di Voldemort.
Non pensò a nulla di tutto questo.
Perché non appena i Dissennatori furono a pochi metri da lui, la sua mente venne invasa da un ricordo.
Quel ricordo."- ... Fanno così le persone, vero?
Lasciano un biglietto...
-... Addio, John.
-SHERLOOOCK!!!"Per poco non cadde sulle ginocchia, gli occhi pieni di lacrime, mentre riviveva quel momento in ogni suo più piccolo e devastante dettaglio.
Non era una novità, per lui: quel ricordo aveva tormentato le sue notti ininterrottamente, negli ultimi due anni. Ma i Dissennatori lo amplificarono a dismisura, riempiendogli il cuore e la mente di un dolore atroce.
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The Wizard Detective
Fanfiction~SHERLOCK FANFICTION~ #338 Fantasy #92 Fanfiction Sherlock Holmes: geniale consulente investigatore dotato di poteri magici e di geniale intelletto. John Watson: ex Auror, dipendente al San Mungo, che sente la mancanza della sua vita avventurosa. ...