Hogwarts

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John scese dalla carrozza che era venuta a prelevarli alla stazione, sgranchendosi le gambe e inarcando poi la schiena con una smorfia: il viaggio era stato lungo, e non particolarmente comodo.
Però, mentre inspirava a pieni polmoni l'aria autunnale, e rimirava il castello di Hogwarts, si ritrovò a sorridere: quel luogo era pieno di ricordi. Sembrava strano tornarci dopo così tanto tempo; ma, volgendo lo sguardo intorno a sé, constatò che certe cose non erano cambiate: il Platano Picchiatore esisteva ancora, inquietante e minaccioso come sempre, così come il laghetto, dove di certo viveva ancora quella creatura coi tentacoli. Non vide il campo di Quidditch, però, e si domandò, distrattamente, che fine avesse fatto.
La sua mente tornò con un pizzico di rimpianto anche alle innumerevoli partite a cui aveva partecipato come Cacciatore.

Un'altra delle novità era l'afflusso di ragazzi e ragazze con divise chiaramente diverse da quelle di Hogwarts: erano sicuramente studenti di Durmstrang e Beauxbatons, le due scuole avversarie nel Torneo.
-Non ti sembra strano, Sherlock, tornare qui?-si rivolse all'amico, dando finalmente voce ai suoi pensieri, mentre si incamminavano nel cortile gremito di studenti.-Ho così tanti ricordi, di questo posto...

Sherlock, senza rispondere, rivolse lo sguardo verso un gruppo di ragazzi con la divisa di Serpeverde e Corvonero. Camminavano vicini, ma parlavano solo con quelli della propria Casa.
-Anch'io... E preferirei non averli...-sussurrò, piano, mentre il suo sguardo si incupiva, e vagando per un istante in stanze del suo Palazzo Mentale da lungo tempo evitate.

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Hogwarts
Cerimonia dello Smistamento
Passato

-Holmes, Sherlock!
Sherlock si fece avanti con aria sicura, ma con un pizzico di apprensione, sedendosi sullo sgabello.
Il Cappello Parlante aveva appena sfiorato la sua testa riccioluta che...
-CORVONERO!
Mentre la tavolata neroazzurra applaudiva, Sherlock si concesse un sorriso lievissimo, per poi sfiorare la sciarpa blu che teneva in tasca sin da quella mattina.
Gliela aveva regalata suo fratello come portafortuna: pur toccato da quel gesto, Sherlock non aveva potuto far a meno di  puntualizzare...

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-Non sappiamo ancora se sarò in Corvonero. Anche se ci sei finito tu, non vuol dire che ci finirò anch'io. Dopotutto, sei tu il più intelligente: non smetti mai di ripeterlo...-borbottò Sherlock, mentre distrattamente accarezzava la sciarpa blu navy, evitando il suo sguardo.-Potrei anche essere assegnato a Serpeverde...

Aveva sentito storie non molto lusinghiere su quella Casa: si diceva che tutti i maghi e le streghe divenuti malvagi provenissero proprio da lì: dato che tutti gli dicevano che era senza sentimenti, forse era la Casa adatta a lui...
Mycroft gli posó le mani sulle spalle, stringendo appena.
-Sherlock. Guardami.
Lui, seppur riluttante, ubbidì.
-A me non interessa che tu sia un Serpeverde, o un Corvonero- affermò il fratello maggiore, con serietà ma con una certa dolcezza nel tono.-Rimani sempre il mio fratellino.
Sherlock gli restituì lo sguardo, molto  sorpreso, con gli occhi lucidi.
-Un idiota, ma pur sempre il mio fratellino...-aggiunse Mycroft, con un sorrisino.
L'espressione del corvino si fece torva, mentre afferrava un cuscino e faceva per lanciarglielo contro.
Ma non fece in tempo.
-Accio!-esclamò infatti Mycroft, bacchetta alla mano, facendoglielo volar via dalle mani.
-... Hey! Così non vale!-protestò Sherlock, ma ridendo e, nonostante tutto, decisamente più sollevato di poco prima.
Nonostante fosse il più delle volte un vero rompiscatole, suo fratello sapeva sempre e comunque cosa dirgli per farlo sentire meglio.

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