Grifondoro o Tassorosso?

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John corse lungo i corridoi del college- luogo dove il segnalatore del cellulare si era fermato-spalancando le porte delle aule una per una, ma senza trovare assolutamente nessuno.
Ma non si arrese.
Corse e corse, imboccando un corridoio dopo l'altro, e aprendo una porta dopo l'altra, il cuore a mille, il fiato corto. Aveva provato a chiamare quell'ispettore Lestrade, ma non era riuscito a parlarci.
E comunque, qualcosa gli diceva che non sarebbe mai arrivato in tempo.

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-... E se io invece non scegliessi affatto e me ne andassi semplicemente?
Mulciber sbuffò, annoiato.
-Allora le lancerò una Maledizione. Nessuno resiste a lungo ad un Imperius. Nessuna delle mie vittime, tra parentesi, ha scelto questa opzione.
-Ma lei non ha di fronte un ragazzino spaventato e inesperto. Ha me.- Sherlock si sporse verso il mangiamorte, fissandolo dritto negli occhi con aria di palese sfida.-Sono molto abile, con gli incantesimi... E sono anche dotato di una discreta resistenza all'Imperio, per sua informazione.
Il Mago Oscuro sogghignò.
-Vuole davvero rischiare? Non sarebbe meglio rischiare... così?-replicò, con una punta di sfida, indicando di nuovo, con un cenno della mano, le due boccette.

Sherlock cercò di mostrarsi indifferente, ma il suo  sguardo cadde di nuovo su di esse, incapace di resistere.
Il Mangiamorte sorrise di cupa soddisfazione.
-Ooh, anndiamo... Lo so che ha una teoria... e so che non vede l'ora di provare. Sa come lo so? Perchè è la sua debolezza-lo schernì.- Lei farebbe di tutto, qualunque cosa... per non annoiarsi. Per provare la sua intelligenza. È letteralmente una droga, per lei. Ne è dipendente. Dopotutto, che gusto c'è ad essere intelligenti, se non si riesce a dimostrarlo?
Il detective strinse le mani sul bordo della scrivania, colmo di rabbia per le parole di Mulciber, ma gli occhi ancora puntati sulle due boccette.
-Se è tanto sicuro che vincerà...-sibilò, lo sguardo però fisso verso Mulciber-allora può dirmi chi è il suo misterioso capo.
L'uomo si strinse nelle spalle con aria divertita.
-... Ma sì. Perchè no? Tra poco sarà morto, e non le servirà a nulla. Del resto, lo conosce già...
Sherlock aggrottò la fronte, confuso. Ma quando finalmente il killer pronunciò quel nome, spalancò gli occhi, incredulo. Ma poi, le sue labbra si distesero in un cupo sorriso.
Era da tanto tempo, che non lo sentiva.
Ma lo conosceva eccome. Proveniva dagli abissi del passato.
Del suo passato.

Gli ci volle qualche secondo, per assimilare le implicazioni di quella rivelazione. Poteva ancora andarsene, o schiantare il Mangiamorte. Eppure, quelle due boccette attirarono il suo sguardo ancora una volta. La sfida che esse rappresentavano era irresistibile. Finalmente, dopo alcuni lunghi attimi di incertezza, afferrò con un gesto brusco la boccetta che stava di fronte al Mangiamorte, non quella che questi aveva spinto verso di lui.
-Ahh... Scelta interessante...-commentò quest'ultimo, un sorriso maligno sulle labbra pallide.

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John si bloccò in mezzo alla stanza, sconvolto. Due edifici identici, uno di fianco all'altro.
... E lui era entrato proprio in quello sbagliato!!
Attraverso la finestra, vide Sherlock nell'altro edificio, in piedi, di fronte al killer, che aveva in mano una boccetta. Anche il corvino ne teneva in mano una identica...
Si trattenne con molto sforzo dall'urlare: entrambe le finestre erano aperte, e per quanto ne sapeva il criminale poteva anche essere armato. E, inoltre, lo riconobbe, incredulo: Mulciber, uno dei Mangiamorte più attivi all'epoca di Voldemort. Come diavolo era fuggito da Azkaban??
Scosse la testa: non era il momento per farsi domande; della polizia non c'era ancora nessuna traccia. C'era dunque un unico modo per salvare la vita a Sherlock: molto probabilmente sarebbe stato sbattuto ad Azkaban, se l'avessero scoperto.
Ma in quel momento non gli importava.
Mentre la mano correva a recuperare la bacchetta nel cappotto, pregò solo di essere ancora in grado di lanciare incantesimi non verbali...

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