Hogwarts Express
1° Settembre
Passato-Stiamo per arrivare a Hogwarts. Siete pregati di indossare la divisa.
Al richiamo del prefetto, Sherlock sbuffò, alzando di malavoglia lo sguardo dal libro che stava leggendo; a differenza dei suoi compagni di scompartimento, che iniziarono subito ad indossarla, ridendo e chiacchierando con palese entusiasmo e palpabile emozione.
Sherlock, invece, aveva trascorso il viaggio nel mutismo più assoluto.
C'è da dire che quei ragazzi avevano tentato più volte di coinvolgerlo nelle loro conversazioni-che lui aveva trovato tutte terribilmente noiose, incentrate in massima parte sul Quidditch-oppure avevano cercato di convincerlo a giocare con loro a spara schiocco.
Inutile dire che lui aveva rifiutato entrambe le proposte, immergendosi invece nella lettura.
I ragazzi l'avevano dunque ignorato per tutto il resto del viaggio; non che gli importasse: ci era abituato.Dopo aver infilato la divisa nera con lo stemma, si diresse nel corridoio del treno, il libro saldamente sottobraccio, quando uno dei ragazzi del terzo anno lo scostò malamente, dandogli una spallata, e facendoglielo cadere.
-Levati, primino!-lo sbeffeggiò questo, ridacchiando con cattiveria, e allontanandosi.
Sherlock sbuffò, e alzò gli occhi al cielo: possibile che fossero tutti delle teste vuote, lì dentro?
-...Tieni.
Si voltò sorpreso, mentre un ragazzino dai capelli neri corti e gli occhi scuri gli porgeva il libro.
-...Grazie-rispose, cauto.
-L'ho letto anch'io-disse il ragazzo, indicando il volume.-È "Storia della magia" di Bathilda Bath. Uno dei miei preferiti.
Sherlock lo fissò con stupore: dall'aspetto pareva un suo coetaneo, quindi anche lui doveva essere al primo anno.
Non badando al silenzio di Sherlock, il ragazzino parlò di nuovo, e con più entusiasmo.
-Sapevi che non si può Materializzarsi o Smaterializzarsi entro i confini della scuola? E che il soffitto della Sala Grande è stregato in modo da somigliare al cielo di fuori?Sherlock si strinse nelle spalle e annuì.
-Certo. È scritto in "Storia di Hogwarts". Io l'ho letto-aggiunse, con un pizzico di orgoglio, ma anche di diffidenza: di certo, quel ragazzino lo avrebbe preso in giro, dandogli del secchione.
-L'ho letto anch'io!-esclamò lui invece, con sua grande sorpresa.-Uno nel mio scompartimento, invece, mi ha chiesto se quando piove fuori piove anche nella Sala Grande, e in quel caso se avremmo dovuto portarci degli ombrelli... Si può essere più scemi di così??
Sherlock si ritrovò a ridere, piacevolmente sorpreso di aver incontrato qualcuno con un po' di cervello, in mezzo a quella mediocrità.
-...A volte penso che le teste di certa gente siano così vuote che si riesca a sentire l'eco-replicò, scuotendo la testa, e facendolo ridere.
Tese poi istintivamente la mano.
-A proposito, io sono Sherlock Holmes.
-James Moriarty-rispose l'altro, sorridendo e stringendola a sua volta.---
Londra
San Mungo
Presente-John, il signor Blake è di nuovo qui...
Il Guaritore, seduto alla sua scrivania, alzò lo sguardo verso Sarah.
-Lasciami indovinare: l'ha morso di nuovo uno gnomo da giardino?-fece, rassegnato ma divertito, scuotendo la testa.
Sarah ridacchiò.
-Esatto.
-È la terza volta in due settimane.... -commentó il biondo, alzandosi e aprendo l'armadietto dove teneva gli antidoti generici, da cui prelevó una fiala di liquido giallo senape.-Dovrebbe decidersi a far disinfestare il giardino. Digli che arrivo subito.
-Ah! E poi c'è la signora Reeves-aggiunse la ragazza, leggendo la cartellina che aveva in mano.-Vaiolo di drago.
John si accigliò, preoccupato.
-Per quello deve andare al secondo piano. Malattie contagiose. È oltre la mia area di competenza.
-Gliel'ho detto, ma insiste a...
In quella, lo specchio a doppio senso, che teneva appoggiato sulla scrivania, iniziò a brillare.Il biondo alzò gli occhi al cielo, rivolgendo lo sguardo verso di esso, dove era apparso un uomo dai capelli ricci neri e una vestaglia blu che lo fissava, sdraiato in modo scomposto sul divano.
-Sherlock!! Spero sia importante. Sto lavorando!-sibilò, mentre Sarah, dopo avergli rivolto un'occhiata comprensiva, usciva dall'ufficio, concedendogli un po' di privacy.
-Sì, John, lo è. Anzi, oserei dire che è di rilevanza nazionale.
-Ah sì, davvero? E cioè?
Seguì un momento di silenzio, mentre il riccio sbuffava, reclinando platealmente la testa all'indietro sul bracciolo del divano.
-...Mi annoio.
John inspirò profondamente, portandosi due dita alla radice del naso e stringendola, gli occhi chiusi, cercando di non esplodere: c'erano dei momenti in cui il suo coinquilino era capace di mandarlo all'esasperazione. Invece di chiamarlo col cellulare, spesso e volentieri usava lo specchio per mettersi in contatto con lui, sostenendo che fosse molto più comodo ed efficiente.
E anche economico.
Tutte valide motivazioni... ma che gli davano, a quanto pareva, la facoltà di contattarlo in qualsiasi momento.
-...Sai, Sherlock, certe volte ti lancerei un Petrificus. Anche solo per stare in pace, ogni tanto!Sherlock sbuffò, risentito.
-Uff, quante storie! Scommetto che quel signor Blake è venuto di nuovo per il morso di gnomo. Non è letale, quindi può aspettare altri cinque minuti!
John lo fissò, sbigottito.
-Come diavolo...?? Lascia perdere...
-Ah, tra l'altro, abbiamo il frigo vuoto. Puoi andare a fare la spesa, quando finisci? E, già che ci sei, passeresti a Diagon Alley? Ho finito gli occhi di coleottero, e mi sono indispensabili per la pozione che sto realizzando.
-Perchè non ci vai tu, una volta tanto?? -sbottò il biondo, esasperato.
Il consulente assunse un'espressione schifata, giocherellando con la sua bacchetta, per poi alzarsi e sedersi alla sua poltrona di fronte al camino, appoggiando lo specchio di fronte al tavolino.
-Stai scherzando?? È troppo noioso. E poi, mi devi un favore, ricordi? Dall'ultima volta che hai fatto la spesa...-gli ricordò, con un sorrisino furbo.John si ritrovò ad arrossire: ancora con quella storia...
Una settimana prima, da Tesco, non era riuscito a far funzionare una di quelle maledette casse automatiche.
Al terzo: "Articolo non scansionato: la preghiamo di riprovare" si era talmente innervosito che, senza pensare alle conseguenze, aveva estratto la bacchetta e lanciato un Reducto contro l'infernale macchina, disintegrandola.
Risultato? Sherlock aveva dovuto chiedere a suo fratello, che lavorava al Ministero della Magia, di insabbiare la cosa, mandando obliviatori e modificando i filmati delle telecamere di sicurezza del supermercato.
A Sherlock era costato non poco chiedere aiuto al fratello maggiore, quindi ora si sfogava ricattando John ogni volta che ne aveva l'occasione.
-...Va bene. Ma non potrai usare usare quel fatto come arma contro di me in eterno!-borbottò, rassegnato.
-Oh, su questo non ci giurerei...-replicò l'amico, ancora con un sorrisino stampato sulle labbra.Ma anche John si ritrovò, nonostante tutto, a sorridere. Da quando aveva conosciuto Sherlock, la sua vita non era stata più la stessa: era diventata piena di azione, di inseguimenti, di criminali... era tornata a essere una vita. E per questo lui era grato al suo coinquilino, sebbene, a volte, lo facesse veramente impazzire.
Anche se la loro ultima avventura era stata capace di terrorizzarlo.
Rabbrividì, mentre i ricordi lo sommergevano.La piscina.
I Mangiamorte.
L'esplosivo.
James Moriarty...In quella vide, nello specchio, alle spalle del detective, qualcosa di strano, che lo distrasse completamente da quei pensieri.
Sgranò gli occhi, stranito ed attonito.
-Ehm... Sherlock... perché c'è un piccione che picchietta alla nostra finestra?
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The Wizard Detective
Fanfic~SHERLOCK FANFICTION~ #338 Fantasy #92 Fanfiction Sherlock Holmes: geniale consulente investigatore dotato di poteri magici e di geniale intelletto. John Watson: ex Auror, dipendente al San Mungo, che sente la mancanza della sua vita avventurosa. ...