18 - Tre anni prima

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- Ehi Akuma, dove stai andando? -

Quella era una domanda che l'albino si era sentito rivolgere sempre più spesso negli ultimi tempi.

Di solito accadeva la sera, intorno a mezzanotte o giù di lì.

Quando lui sgusciava fuori dalle coperte e si incamminava in punta di piedi verso l'uscita, immancabilmente, ogni singola volta, un qualche modo Shin si accorgeva di quel suo tentativo di fuga e così di conseguenza, con la voce ancora impastata dal sonno e le mani sul viso a sfregare gli occhi, gli porgeva quella domanda.
Pur sapendo che l'altro non poteva, né voleva rispondergli.

Di solito Akuma lo liquidava con una semplice scrollata di spalle, facendogli segno poi di tornare a dormire.
A volte il fratellino, troppo assonnato per ribattere, si limitava ad annuire leggermente con il capo e a rintanarsi nuovamente sotto le coperte.
C'erano volte, però, in cui si alzava di scatto sul materasso, saltava giù con un balzo e correva in contro al fratello, afferrandogli il braccio e supplicandolo di farlo andare con lui, o perlomeno di spiegargli cos'avesse di tanto importante da fare a quell'ora.
Akuma però era impassibile e in qualche modo riusciva sempre ad uscire senza che l'altro lo seguisse o assillasse più di tanto.

Poche settimane prima si erano trasferiti in una vecchia casa abbandonata, in un quartiere non molto distante da quello dove vivevano prima.
Ovviamente, però, si trattava solo di una sistemazione temporanea.
Il terrore che il padre in qualche modo riuscisse a ritrovarli era diventata una costante nella loro vita.
Per questo uscivano solo la mattina all'alba o la notte, dal tramonto in poi.
Durante il giorno, invece, rimanevano a casa, dove giocavano insieme o parlavano (o almeno, ci provavano).

La situazione in pratica, per quanto fosse precaria, non era poi così male.
Alla fine Akuma era riuscito ad impedire che Shin facesse la sua stessa fine e questo gli bastava.

Ormai l'unico problema per lui era impedire che il fratello scoprisse ciò che faceva quando usciva la sera.
Perché nonostante ormai non ci fosse più il patrigno a costringerlo, il bambino non aveva certo smesso di fare quel "lavoro serale".
E questo sicuramente non perché lo volesse, ma per il semplice fatto che, nonostante nessuno avesse prove contro di lui, la sua fama in quella zona della città fosse ormai più che risaputa e, di conseguenza, nessuno avrebbe mai neanche preso in considerazione l'idea di offrirgli un vero e proprio lavoro.
Per non parlare poi del fatto che, se avesse stretto dei legami di qualsiasi tipo con qualcuno della zona o se in generale si fosse fatto conoscere meglio, avrebbe facilitato il padre, in caso li stesse davvero ancora cercando.

Ad ogni modo, quella situazione, appunto perché precaria, non era affatto destinata a durare.

Ci volle un mese esatto, né di più, né di meno, perché tutto cambiasse ancora una volta.

Era mezzanotte passata e Akuma si era intrufolato in una piccola pasticceria.
Non guadagnava particolarmente bene, ma tra quelle che si trovavano in zona era decisamente la più frequentata.

I proprietari, due coniugi, vivevano nell'edificio accanto insieme ai due figli, perciò era alquanto improbabile che si accorgessero di lui.

A quanto pareva, però, non era dei proprietari che quel giorno Akuma si sarebbe dovuto preoccupare...

Aveva infatti appena trovato il nascondiglio nel quale erano stati nascosti tutti i guadagni degli ultimi giorni, quando udì la porta aprirsi alle sue spalle e uno spiffero di vento entrare nel locale, facendolo rabbrividire.

Il cuore aveva preso a scalpitargli e, deglutendo leggermente, si era avvicinato in silenzio, camminando passo passo lungo la parete.
La mano destra gli era scivolata quasi automaticamente nella tasca dei pantaloni, alla ricerca del coltellino che usava in occasioni del genere.
Nel toccare la superficie metallica, un piccolo rivolo di sudore aveva iniziato a scendergli lungo la fronte, mentre il pensiero di ciò che stava per fare occupava rapidamente la sua mente.
Da quando non lo faceva più con suo padre, quella era solo la seconda volta che accadeva e la volta precedente per poco non se l'era vista davvero brutta.

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