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Per poco la candela non gli cadde dalle mani, tanta fu la sua sorpresa in quel momento.
Quindi, con le mani che quasi gli tremavano, la ripoggiò sul tavolo, per poi correre verso l'albino, il quale invece, come se nulla fosse, si stava richiudendo la porta alle spalle e togliendo il cappotto di dosso.

- Akuma! -

Il ragazzo volse lo sguardo verso di lui nel sentirsi chiamare, osservandolo con aria confusa,  quasi si stesse chiedendo il perché di tanta agitazione.

- Che ti è successo!? -

All'udire poi quella domanda, e per di più posta con un tale carico di ansia, incredulità e terrore, l'albino inclinò leggermente il capo verso sinistra, aggrottando la fronte.

Intanto Haisha, la cui agitazione stava ormai raggiungendo livelli a dir poco spropositati, era corso dall'altra parte del magazzino, dove erano state ammucchiate tutte insieme coperte, lenzuola e asciugamani vari.

Quando tornò indietro con un asciugamano tra le mani, si ritrovò ancora una volta di fronte allo sguardo perplesso dell'altro.
Alla fine però, anziché chiedergli il motivo di quella reazione, decise di fare finta di niente e basta, pensando che avrebbe avuto tempo più tardi per fargli delle domande.

- Dov'è la ferita? - Si limitò a chiedere.

Akuma strabuzzò gli occhi, quasi interdetto.

A quel punto, però, parve capire cosa stesse accadendo, dato che alzò gli occhi al cielo sospirando, per poi tirare la manica della sua felpa, anch'essa incrostata di quel liquido rossastro, e portarla di fronte al viso dell'altro, giusto un istante prima che quello gli si avvicinasse ulteriormente per controllare da sé da dove provenisse tutto quel sangue.
O almeno, tutto quello che lui era convinto fosse sangue...

- Che c'è? - Chiese Haisha, indietreggiando leggermente nel vedersi mettere davanti al viso la manica, completamente grondante di quel liquido.

Akuma quindi ritirò la mano, portando il lembo della felpa davanti al proprio viso per poi annusarlo leggermente.
Quindi la porse una seconda volta al moro.

L'altro, sempre più confuso, allungò leggermente il collo, annusando la manica a sua volta, con fare leggermente esitante.

Quando sentì quell'odore quasi non ci credette in un primo momento e dovette riannusare una seconda volta.

- Ma è... Vernice? -

Akuma annuì, sorridendo divertito nel vedere l'espressione confusa e incredula dell'altro.

Solo allora Haisha si rese conto del fatto che il ragazzo fosse sporco di rosso solo sui vestiti e non in viso o sulle mani. Come se, dopo essersi sporcato, qualcuno gli avesse fatto fare una doccia.

- Cos'è successo? -

A quella domanda Akuma sospirò e alzò le spalle, come a dirgli che per lui fosse impossibile riuscire a rispondere a quella domanda usando solo i gesti.

- È stato un incidente? -

L'albino alzò la mano, inclinandola prima verso destra e poi verso sinistra, come a dire "più o meno".

- Magari è successo a causa di un lavoro part time? -

A quel punto il ragazzo sgranò gli occhi, sorpreso di sentirsi porgere una domanda del genere, quindi annuì leggermente con il capo.

"Beccati questa Koharu!" Pensò il moro, non riuscendo a reprimere un piccolo sorriso soddisfatto.

- Che succede? - Chiese a quel punto una voce alle spalle dei due.

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