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- E-ehi, che stai facendo? - Balbettò Haisha mentre l'ombrello gli scivolava dalle mani, rotolando via di un paio di metri. - Ci prenderemo il raffreddore... -

Akuma però, forse intenzionalmente o forse semplicemente a causa del rumore sempre più forte e assordante della pioggia, non diede segno di aver sentito quelle parole e, anzi, strinse ulteriormente l'altro a sé.

- Dico sul serio, il vento sta già iniziando a trascinare via l'ombrello... -

Allora protese leggermente la mano in avanti, nel vano tentativo di riafferrarlo, ma essendo già fuori dalla sua portata, alla fine si ritrovò costretto a desistere e a riappoggiare con fare leggermente sconsolato il capo sulla spalla dell'altro.

- Ti ricordo che non godi esattamente di ottima salute... Se adesso ti prendi la febbre, poi chi lo sente Tenshi? - Borbottò con un filo di voce.

Quindi finalmente rilassò le spalle, sospirando sconsolato e arrendendosi alla prospettiva di dover passare come minimo i cinque giorni seguenti a letto sotto le coperte... Bé, non che fosse poi così male come prospettiva...

E così, per un tempo che parve loro infinito, rimasero fermi lì, abbracciati sotto la pioggia senza dire una sola parola.

Poi alcuni istanti dopo, Haisha sentì un martellare incessante provenire dal suo petto che si faceva sempre più forte man mano che il tempo passava e si ritrovò così a chiedersi perché mai il suo cuore stesse battendo tanto rapidamente. A dirla tutta gli venne anche il dubbio che forse il cuore che stava sentendo fosse quello di Akuma, non il suo, ma alla fine, dopo esserci rimasto a riflettere per alcuni istanti, giunse alla conclusione che molto probabilmente dovevano essere entrambi.

Quando diverso tempo dopo il moro si rese conto di quanto stessero facendo tardi, si limitò semplicemente a battere un paio di volte la mano sulla schiena dell'altro, senza ancora rompere quel silenzio.

A quel punto sentì il capo di Akuma sfregarsi leggermente sulla sua spalla, come se stesse annuendo. Quindi lentamente le braccia dell'albino allentarono la presa sulla sua vita.

- Ehi, perché stai piangendo? - Chiese allora Haisha, strabuzzando gli occhi sorpreso nel vedere il viso dell'altro.

All'udire quella domanda, l'altro assottigliò lo sguardo e sbuffò leggermente, alzando poi una mano al cielo, come a ricordargli del fatto che in quel momento stesse praticamente diluviando.

- Ah sì. - Rise il moro. - È solo che con il fatto che sta piovendo e in più hai anche gli occhi rossi é davvero difficile capire se tu stia piangendo o meno. -

A quelle parole Akuma roteò gli occhi e sbuffò nuovamente, ma senza tuttavia riuscire a reprimere un sorriso divertito.

- Dai, andiamo adesso. - Propose il moro mentre si voltava alle sue spalle. - Non ricordo bene la strada a dire il vero, ma non dovremmo essere lontani... Comunque tu la sai, no? -

A quel punto, giusto un istante dopo aver posto la domanda, si sentì afferrare nuovamente per le spalle. Sussultò leggermente a quel contatto improvviso, chiedendosi cosa avesse ancora l'albino. Si era quindi voltato verso di lui per chiederglielo, però, quando si ritrovò a sobbalzare nuovamente nel rendersi conto di quanto tutto d'un tratto le distanze tra loro due si fossero accorciate.

Un piccolo brivido gli attraversò la spina dorsale nel ritrovarsi improvvisamente quelle due iridi color cremisi davanti e stava quindi per dare voce alla domanda che solo un istante prima aveva avuto intenzione di fargli, quando le parole gli morirono in gola, o meglio, sulle labbra, nel momento in cui sentì quelle di Akuma premervisi delicatamente contro.

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