Il ticchettio dell'orologio che scandiva il tempo, secondo per secondo, con una lentezza quasi estenuante.
Il vociare della gente all'esterno.
Il rumore debole e lento del proprio respiro.
I passi rapidi e leggeri di un ragazzo che, come un'anima in pena, non faceva che andare da una parte all'altra per il grande magazzino abbandonato, sistemando i letti, le provviste e qualsiasi altra cosa che avesse avuto bisogno di venire sistemata.
Silenzio opprimente.
Quelle due parole per Haisha erano sempre state come una sorta di leggenda metropolitana.
Il quindicenne non aveva infatti mai creduto possibile che il silenzio potesse venire considerato in maniera negativa, dato che per lui era stato sempre sinonimo di "pace" e "tranquillità".Quella mattina, però, a quanto pare fu costretto a ricredersi.
Eccome se fu costretto a ricredersi...~
- Io esco, ho dei giri da fare. - Aveva dichiarato Tenshi quel giorno subito dopo aver fatto colazione.
- Che tipo di giri? - Aveva chiesto Haisha.
- Avete bisogno di qualcosa? - Aveva chiesto però il corvino nel medesimo istante.
"L'ha fatto di nuovo." Aveva pensato il moro alzando gli occhi al cielo.
Akuma intanto, per rispondere alla domanda del fratello, aveva scosso il capo e, nel ritrovarsi gli occhietti azzurri del bambino puntati contro, anche l'altro ragazzo si era poi ritrovato a fare lo stesso.
- Bene, io allora vado, torno per il pranzo! - Aveva quindi annunciato il corvino.
E i due avevano annuito, per poi salutarlo uno con un cenno della mano e l'altro con un "a dopo".
Ci vollero loro dieci secondi esatti per capire finalmente cos'avesse comportato l'assenza del minore.
-
"Non ci credo che ci ha lasciati qui da soli!" Pensò Haisha, sprofondato in quel momento tra i cuscini del divano, mentre si lasciava andare contro lo schienale.
Silenzio opprimente.
Già, non potevano davvero esserci parole migliori per descrivere la situazione attuale.
Eppure per Haisha la cosa peggiore non fu quella, quanto il rendersi conto che tutto ciò non avesse proprio alcun senso!
In fondo Akuma non poteva parlare e lui non era capace di comunicarci come faceva Tenshi.
(Anzi, a dirla tutta, ora che ci pensava, non si erano praticamente quasi mai parlati).
Quindi era perfettamente normale che tutto fosse silenzioso, no?Eppure continuava a provare una strana sensazione, come di disagio, nel ritrovarsi improvvisamente immerso nel silenzio.
Da solo in compagnia di quello che, alla fine dei conti, era ancora uno sconosciuto per lui.
Uno sconosciuto che solo fino a poche ore prima si stava opponendo con tutto sé stesso alla decisione di farlo rimanere a vivere lì.Haisha era sempre stato solo, ma a dirla tutta quella fu la prima volta che si sentì davvero tale, con quel ragazzo che continuava a passargli davanti, intento a sbrigare le sue faccende, comportandosi come se lui non esistesse neanche.
"Chissà che aveva in mente quel piccoletto a lasciarci qui da soli..." Pensò sospirando leggermente, mentre poggiava i gomiti sulle gambe e posava il capo tra le mani.
Trascorse circa mezz'ora prima che accadesse qualcosa.
Fu quando l'albino passò davanti al divano, intento a pulire per terra con un vecchio e logoro straccio, che Haisha si rese conto di un particolare al quale prima non aveva fatto proprio caso: stava letteralmente per cascare a terra dal sonno.
E in effetti era comprensibile, in fondo molto probabilmente quella notte non aveva dormito affatto.
- Ehi Akuma. - Chiamò allora, sorprendendosi da solo di questa sua iniziativa. Aveva parlato praticamente senza pensarci.
All'udirsi chiamare, il ragazzo sollevò lentamente lo sguardo e al moro ci vollero alcuni istanti di riflessione per ricordarsi che quegli occhi non fossero rossi perché iniettati di sangue e quindi stanchi e irritati, ma semplicemente perché quello era il loro colore naturale.
(Anche se in un certo senso si può dire che iniettati di sangue lo fossero davvero...)Ad ogni modo, nel ritrovarsi quello sguardo puntato improvvisamente contro, Haisha ammutolì, mentre tutta l'audacia avuta fino a solo pochi secondi prima scompariva tutta in una volta.
Quasi si dimenticò cosa avesse avuto intenzione di dirgli.Fu quando l'albino sbadigliò, portandosi una mano davanti alla bocca, che il ragazzo si ricordò di quali fossero state le sue intenzioni.
- Se vuoi posso continuare io, mentre tu ti riposi un po'. Oggi non hai dormito, no? -
Dopo aver ricevuto quella proposta, Akuma rimase ad osservarlo per alcuni istanti, aggrottando leggermente la fronte, quasi si stesse chiedendo se avesse sentito bene o meno.
Quindi Haisha, in parte intuendo i suoi pensieri e in parte perché a forza di rimanere ferme le gambe gli stavano andando in cancrena, si alzò dal divano, facendogli posto.Così, solo pochi istanti dopo, si ritrovò con una scopa e uno straccio in mano, di fronte a un magazzino che, più o meno, doveva essere grande circa duemila metri quadri.
"Congratulazioni Haisha, davvero congratulazioni." Si prese in giro da solo, mentre, fatto un respiro profondo, iniziava con le pulizie.
Ci mise più di tre ore per finire e, a dire il vero, neanche fu proprio sicuro di aver pulito ovunque visto quanto fosse immenso quel magazzino.
Fatto sta che le braccia stavano gridando pietà e anche che gli fosse venuta un po' di fame, così alla fine decise di fermarsi.
"Dovrebbero prendersi un tavolo." Pensò quando, dopo essersi preso una mela, si sedette nuovamente sul vecchio divano tutto impolverato.
Akuma era ancora lì e stava dormendo, ma non sdraiato, bensì seduto, abbandonato contro lo schienale e con il capo piegato leggermente in avanti, le labbra dischiuse, dal quale usciva un respiro lento e a malapena udibile.
Haisha si sedette quindi dal lato opposto, facendo ben attenzione a non far cigolare troppo le molle, col timore di svegliare l'albino da un momento all'altro.
"Certo che sarebbe proprio un classico se..."
Non riuscì neanche a completare quel pensiero, però, che accadde proprio ciò a cui stava pensando...
Sentì infatti una leggera pressione sulla spalla, quindi un respiro iniziò ad alitargli leggermente sul collo, mentre improvvisamente iniziò ad udire anche i battiti del cuore di un'altra persona oltre ai propri.
Si irrigidì quando finalmente abbe realizzato cosa stesse accadendo. Eppure, un po' per l'imbarazzo e un po' per semplice dispiacere nei confronti di quel ragazzo, così stanco da essere crollato su quel divano nel giro di pochi istanti, alla fine decise che fosse meglio non provare neanche a svegliarlo per avvertirlo di come, perdendo l'equilibrio, fosse finito col poggiare il capo sulla sua spalla.
Angolo autrice quasi più lungo della storia stessa:
Haru: finalmente un po' di sano yaoi! Comunque non è giusto lasciarci così...
Ehm, nessun commento sul fatto che io stia pubblicando questo capitolo a mezzanotte?
Haru: no, tanto ormai si è capito che sei una disperata.
Purtroppo non posso darti torto...
Bye Bii!!!
STAI LEGGENDO
Loser //Yaoi//
RomanceEsiste il destino? Il corso della vita di una persona viene segnato già dalla sua nascita o è qualcosa che si forma con lo scorrere del tempo? Possono poche semplici lettere segnare a vita il destino di una persona? Perché sto facendo a voi tutte q...