Il "Centro di Recupero Minorile Yatsu" (di solito abbreviato semplicemente in "Centro Yatsu") era operativo lì in periferia da ormai quasi cinquant'anni.
Consisteva in un vecchio e spoglio edificio di due piani, fornito di una decina di dormitori, due bagni comuni, una mensa, un grande cortile interno e poi, ovviamente, un grande atrio nel quale si tenevano le cosidette "lezioni di recupero" o, come erano soliti chiamarle i residenti della struttura, le "lezioni per gli irrecuperabili" o "torture con interrogazione".
Anche se il soprannome che andava per la maggiore, per quanto banale e scontato, era sicuramente il "lavaggio del cervello".Il centro Yatsu non era esattamente un riformatorio, né un centro psichiatrico, bensì una sorta di incrocio tra questi due tipi di strutture.
Solitamente finivano lì gli orfani che erano stati scoperti mentre commettevano un crimine, ma ovviamente potevano capitarci anche bambini che avevano una famiglia.
A dirla tutta c'era solo una cosa che differenziava gli orfani dagli altri bambini all'interno del centro Yatsu: ovvero il fatto che se anche il recupero avesse funzionato con loro, sarebbero comunque dovuti rimanere lì fino al compimento dei vent'anni, dato che, non avendo dei genitori, nessuno sarebbe potuto venire a riprenderli.
Certo, sarebbero anche potuti venire mandati in un orfanotrofio, ma d'altronde chi avrebbe mai voluto adottare qualcuno che, pur essendo solo un bambino, aveva già la fedina penale sporca?A dirla tutta, però, c'era anche una terza categoria nella quale venivano divisi i bambini.
Questa però non era una categoria considerata dai supervisori o dagli psicologi, bensì solo dai residenti stessi della struttura. Inoltre non aveva nulla a che vedere con il fatto che avessero o meno una famiglia.
Poteva finirci praticamente chiunque, nonostante i favoriti fossero quelli che avevano commesso i reati più gravi.
Si trattava della categoria degli esclusi.
Categoria nella quale erano finiti nel giro di a malapena un paio di minuti sia Akuma che Tenshi.~
Era stata una passante qualsiasi a dare l'allarme.
Quel giorno, come sempre, i due fratelli stavano aiutando in pasticceria, facendo vari lavori: dallo stare alla cassa allo spazzare in giro.
Poi era entrata quella donna.
Non si trattava di una cliente abituale dato che né Akuma, né Tenshi ricordavano di averla mai vista prima.
A quanto pareva, però, lei aveva avuto ben chiaro chi fossero loro due dato che, non appena aveva incrociato il loro sguardo, subito aveva sussultato, sgranando gli occhi a dir poco incredula.
Poi era corsa via, sotto lo sguardo confuso e leggermente preoccupato dei due.I proprietari della pasticceria ovviamente avevano provato ad opporsi quando erano arrivati da loro quegli uomini in divisa bianca, ma non avendo avuto alcun legame di parentela con loro, alla fine erano stati costretti ad arrendersi.
Neanche due giorni dopo, Akuma e Tenshi erano stati spediti al Centro Yatsu.
~
- Perché mi guardi così? - Aveva chiesto il corvino inclinando leggermente il capo verso destra.
L'albino aveva assottigliato leggermente lo sguardo, stringendo le mani a pugno.
- Che c'è? Per caso sei ancora arrabbiato per quello che è successo due mesi fa? - Aveva domandato allora il bambino aggrottando la fronte. - Tu sì che sai come tenere rancore, eh? -
Quindi Tenshi era scoppiato a ridere, mentre Akuma aveva alzato lo sguardo al cielo, sospirando sconsolato.
- Anche io sono colpevole. -
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Loser //Yaoi//
RomanceEsiste il destino? Il corso della vita di una persona viene segnato già dalla sua nascita o è qualcosa che si forma con lo scorrere del tempo? Possono poche semplici lettere segnare a vita il destino di una persona? Perché sto facendo a voi tutte q...