Capitolo 17

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La bellezza non è nel viso. La bellezza è nella luce del cuore.

"I'm so tired of being here
Suppressed by all my childish fears
And if you have to leave
I wish that you would just leave
'Cause your presence still lingers here"

"Ale! Ale!" Sento gridare il mio nome e con un sottofondo di imprecazioni stoppo "My immortal" degli Evanescence per sentire cos'hanno da dire le persone che stanno di sotto.

"Si?" Chiedo stanca ed assonnata una volta arrivata in salotto.
Di fronte a me si para mia madre che vestita elegantemente inizia a blaterare cose insensate.

"Ti avevamo detto che avremmo avuto ospiti a cena!" Inizia a gracchiare.
Io alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
Sai, sono appena tornata da un ospedale e non è stato il mio principale problema.
Cioè in realtà sono tornata da una settimana e avrei avuto tutto il tempo per prepararmi ma... particolari.

Noto affranta che i presenti sono tutti elegantemente vestiti mentre io sono in pigiama (circa il doppio di me), struccata, con un nido di rondini in testa -posso sentire anche gli uccellini che cantano- e con un paio di occhiaie che farebbero invidia ad uno che soffre d'insonnia.

"Ehm... beh perché non vedo che male ci sia." tossisco cercando di non ridere data la situazione particolarmente buffa.
Tuttavia Derek non mi aiuta molto dato che si sta sganasciando dalle risate in un angolino.

"Alexandra" ringhia mia madre.

"Non capite il significato della parola 'stile'" ribatto stizzita.
I quattro personaggi che mi stanno squadrando dalla testa ai piedi hanno un'aria abbastanza scettica.

"Certo che la famiglia reale dalla TV sembrava diversa..."
Esatto anche a me... ma chi si credono di essere?

"Vado e torno" vedo il mio patrigno sbattersi una mano sul viso.
Ma cosa vuole?
Cioè... ammetto che la situazione non è delle migliori ma...
Vabbeh lasciamo stare...

Entro in stanza prendo l'unico abito che permette ai miei ultimi ematomi, che non sono ancora scomparsi del tutto, di non vedersi e in cinque secondi l'ho già indosso, dopo due minuti sono già truccata con mascara e un lucida labbra color carne. Due minuti di spazzola ed eccomi pronta, non sarò uno schianto ma mi ci vogliono cinque minuti per essere presentabile.
Presentabile coff coff che parolona.
Scendo e vedo tutti sorpresi data la mia velocità.

"Salve! Alexandra, piacere." Porgo la mano presentandogli il mio sorriso più falso.

"Gray Liesten, piacere." Il padre si fa avanti scansando la moglie.
Mi sfida con gli occhi e io reggo il suo sguardo.
Celeste contro celeste.
Ghiaccio contro ghiaccio.
Che problemi ha? No ti prego...

"Non so, io continuerei a guardare i suoi splendidi occhi, ma il mio stomaco inizia a farsi sentire..." sorrido sfacciatamente e l'ombra di un sorriso si fa spazio anche sul volto.

"Loro sono Margaret, mia moglie, Amanda, mia figlia di sedici anni e Harry, mio figlio di diciannove." Guardo attentamente tutti e tre per poi riposare lo sguardo sul padre aggrottando le sopracciglia.

"Eppure mi sembra di averti già vista." Dice dubbioso guardando in modo maggiore il mio viso.
Ah! Cavolini! Ora ricordo! Era venuto a casa nostra a Londra per dei contratti di affari e mi aveva vista di sfuggita!
Porco procione assassino...

"Si sbaglia" abbasso il tono di voce e cerco di essere convincente.

"La cena è pronta" afferma mia madre smorzando l'atmosfera.
Prendiamo posto intorno al tavolo e capito vicino al mio fratellastro e Amanda con davanti Gray.

Ti odio, ma sei già mia ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora