Capitolo 19

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Fai della vita un sogno e di un sogno una realtà.


Arrivo a casa senza fretta, non ho voglia di immettermi nella corrente dei problemi che mi trasporta verso il fondo.
Attraverso il cancello ma non voglio entrare subito in casa, vado verso l'amaca appesa e tiro fuori una sigaretta dal pacchetto.
Butto fuori i problemi, le sensazioni stressanti, mio padre, Cameron, il ragazzo egocentrico, stronzo, con un punto interrogativo sulla sua vera personalità.

"Ah ciao sei qui.. non pensavo fumassi." Vengo interrotta dai miei pensieri. Mentre lui mi schiocca un'occhiataccia, ed io sghignazzo.

"Mica sei mio fratello no?" Gli lancio la frecciatina.

"Brutta cosa... non fare queste battutone con me ok?" risponde Brayan ammiccando ad un sorriso.
"Comunque... cioè... ceh... ti volevo dire..." tentenna e mi fa fremere.

"Cosa? Arriva il punto" sono tesa. Mi vuole parlare di quello che è successo con Cameron? Avrà detto qualcosa?

"Beh.. ecco.. tu hai litigato con Cameron giusto?" Chiede a voce bassa ed io ammutolisco.
Faccio finta che non me ne importi nulla ma in realtà sto morendo dentro.

"Stasera ho invitato Cameron e Thomas a dormire da noi" dice tutto ad un fiato. Ed io respiro rumorosamente.
Dovrò condividere la casa con quel maniaco bipolare?
Assolutamente sexi? Sì!
Ma fanculo.

"Stai bene?" Tentenna un po'

"Senti coso dei miei stivali..." lo guardo negli occhi e vedo che mi sta pregando.
"Argh! Digli però che se viene a rompermi il cazzo, in camera mia lo uccido!" Entro in casa e mi fiondo in camera, dopodiché la chiudo a chiave e mi appoggio al muro di fianco.
Apro di scatto gli occhi perché sento un rumore.

"Porca puttana!" Sbalzo indietro per lo spavento.
Il mio patrigno è seduto sul letto e mi sta fissando.
Sembra una scena già ripetuta mille volte.
Adesso sorride.
Si alza.
Si avvicina.
"Iniziamo puttanella"

"No!" Urlo con quando fiato ho in corpo. Mi piego sulle gambe e mi copro il viso con le mani. Il respiro è accelerato.

"Alexandra." Mi sento toccare le spalle.
Ed io emetto un altro urlo. Mi tappa la bocca e mi agito ancora di più. Mi solleva e mi appoggia sul letto.
Sgrano gli occhi.
No! No! No! Non di nuovo ti prego. Lacrime furiose scendono dai miei occhi mentre continuo ad agitarmi ed a scalciare. La mano si toglie dalla mia bocca.
"Basta basta basta, ti prego." La voce si fa flebile, io ho sempre odiato pregare le persone, le rende felici e appagate.

"Ale Ale sono io, Derek, Ale"
Derek?
Non può essere lui.
Non c'e mai quando succede.
Giro la testa di lato e lo vedo. Sta piangendo anche lui.
Allora ritorno alla realtà.
Los Angeles. Mia madre. Cameron.
Lentamente sposto il braccio e gli asciugo le lacrime poi gli sorrido flebilmente.
Mi sposto sulla metà del letto per far sì che salga anche lui.

Solo dopo noto che sono tutti presenti, mamma, Brayan, il mio patrigno.
È proprio quest'ultimo a parlare.
"Alexandra cos'era quello?" C'è dello spavento nella sua voce.
"Giuro io non ti ho fatto niente."
Nascondo la testa nel petto di mio fratello e subito mi stringe a se sospirando. Mi raggomitolo cercando di nascondermi sempre di più.
Come riuscirò a spiegare tutto?

"A-Alexandra" Questa volta è Brayan che spaventato si avvicina e mi accarezza una guancia.

"No! Smettila!" Mi stringo ancora di più a Derek. Subito si allontana di scatto. Tutte le volte che mio padre finiva di picchiarmi mi accarezzava la guancia come per compassione, sembrava gli piacesse guardare la mia sofferenza.

Ti odio, ma sei già mia ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora