Capitolo 13

3.1K 190 18
                                    

Lotta per le cose a cui credi, anche se ti tremano le gambe resta sempre in piedi.

Giornata del cavolo..
Sono arrivata tardi anche la seconda ora e quindi eccomi qua ad aspettare fuori..

Quella prof puttan..

Alexandra!

Va bene.. quella prof tro..

Alexandra!!!

Ok ok.. lasciamo stare..
La prof non mi ha fatto entrare in classe..

Sono seduta sulle scale che offrono la vista verso il parco scolastico. Aspetta.. vedo arrivare Mike..
Gli corro immediatamente incontro e vedo il suo sguardo diventare cupo quando mi vede.
Sa già tutto?
Devo assolutamente chiedergli se può ospitarmi.

"Senti, vengo da te per qualche giorno ok? Bene grazie, mi dispiace disturbare." Dico velocemente.
Non voglio più abitare con quella donna, ovvero mia madre, cioè.. almeno per un po' starò da lui, non posso approfittare degli zii di Mike...

Dopo aver finito il mio discorso, faccio per andarmene velocemente ma vengo trattenuta per il braccio dal moro.
Dannato braccio..
Adesso me lo stacco..

"Senti.."

"No senti niente ok? Sto bene, lasciami solo in pace." Affermo fermando il suo discorso e portando il mio sguardo verso il basso per poi rialzarlo e puntarlo nelle sue pozze verdi. Lui lascia la presa, quasi scottato.
Mi guarda con compassione, talmente tanta che mi porta a schiaffeggiare la sua guancia.
Mi guarda stralunato.

"Non mi guardare così" ringhio contro di lui.
"Ho detto di stare bene, sono uguale a tutte le altre. Non ho bisogno di compassione ok?" Continuo il mio discorso con rabbia crescente.

"Tu non sei uguale alle altre. Ti serve aiuto, non escludermi.. ti puoi davvero fidare di me.. Ti prego." La sua supplica arriva alle mie orecchie come un lamento.

"Ti ho già detto di stare bene? Oh mi sbaglio? Stai fuori dalle mie vicende personali" dico puntandogli un dito contro il petto.
Il suo sguardo è combattuto tra l'accettare la mia richiesta o rifiutarla.
Tuttavia io non aspetto una sua risposta ma vado dritta alla mia prossima lezione.

<<Sto bene>>
E non c'è illusione più bugiarda di questa.

Sto camminando velocemente per i corridoi. Stamani Jennifer non era in vena di chiacchiere e non posso che esserne felice.

"Ciao.." una voce flebile giunge alle mie orecchie e un Derek nervoso si para di fronte a me.
Sbuffo e cerco di raggirarlo ma mi riblocca.
"Senti.. Mike.. mi ha detto" inizia a parlare.

"Bene, se Mike ti ha già detto tutto meglio. Ora devo andare." Dico freddamente.

"No che non va bene Alexa! Tu questo l'hai deciso senza di me!" Inizia ad innervosirsi e ad alzare il tono di voce.

"Perché chi sei tu eh? E comunque mica vado a vivere sotto i ponti! Vado in casa di Mike!" Rispondo io più acidamente di prima.

"Sono tuo fratello razza di deficiente! Tu non puoi prendere decisioni senza di me, non vedi che sono preoccupato per te? Razza di bambina egoista!" Continua ad urlarmi contro sempre più rosso dalla rabbia.
Cerchi di studenti si stanno formando attorno a noi, attratti dal gran baccano.

"Ma Derek!" Grida Mike prima di raggiungerci.

"Bene, mi puoi dare della deficiente e della bambina egoista, ma fatti questa domanda, e datti anche una risposta.
In questi due anni sei stato presente nella mia vita?" Gli dico freddamente.
Lui sembra dispiaciuto dalle parole che gli sono appena uscite dalla bocca ma ormai è troppo tardi.
La bambina egoista si è stufata di subire.
Anche se un po' troppo tardi.

Ti odio, ma sei già mia ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora