«Ma dove diamine si è cacciato?!»
Il nervoso primino alto, non troppo snello, dai capelli rossicci tenuti in una pettinatura perfettamente ordinata continuava a dondolarsi avanti e indietro sul marciapiede, facendo leva sull'ombrello nero che aveva praticamente sempre con sé, mentre ripeteva quasi febbrilmente quelle parole in mente.Suo padre stava per arrivare a prenderlo, non aveva dubbi al riguardo. Sicuramente non era mai accaduto prima che fosse in ritardo, e dover attendere in mezzo alla folla di studenti che a tratti lo urtava spintonandolo con zaini e spalle possenti non era una bella sensazione. Ma ancora più certamente era terribile la sensazione che qualcheduno dei soliti bulli potesse presentarglisi innanzi d'improvviso: qualunque parola o azione che quel genere di persone decidessero di fargli era spregevole, e talvolta dolorosa - e a questo proposito lo preoccupavano principalmente gli studenti dell'accademia adiacente, quella di Polizia. Circolavano strane voci su quella scuola, ma più che altro era il fatto che gli studenti facessero così tanto esercizio fisico ad allarmarlo.
Ha abbassato lo sguardo sulle sue scarpe lucide, sui pantaloni blu, sulla borsa portadocumenti di pelle; ha fissato qualche attimo le sue mani curate, e si è reso conto per l'ennesima volta di quanto la sua apparenza portasse facilmente a immaginarlo come uno sfigato, un secchione, uno degli ultimi. Sapeva per esperienza di non saper tenere a bada la lingua in certe situazioni, e questo lo rendeva un soggetto particolarmente antipatico; in più, doveva cavarsela contro chiunque, nonostante non avesse davvero alcuna intenzione di farlo, senza aiuti perché era sempre solo in qualsiasi circostanza, solo con il suo portamento fiero e il suo passo elegante, senza alcun amico né dentro né fuori da scuola.
L'ennesima macchina gli è sfilata davanti agli occhi; non era neanche simile alla Citroën argentata di suo padre, quindi non l'ha degnata di particolare attenzione.La stava dedicando già tutta, in effetti, a un gruppo di ragazzi grandi - almeno due anni in più di lui - che si stavano avvicinando, e sembravano proprio diretti verso di lui.
«Cosa ci fai tutto solo soletto? Aspetti il papino?»
Una voce familiare si è alzata dal gruppo di almeno otto "simpatiche" anime, e mentre un tipo abbastanza spaventoso, reso ancor più alto di quanto non fosse già di suo da un paio di scarpacce nere con una suola esagerata, con un giubbino in pelle ridicolo e i capelli biondi, in testa, tutti in aria, si distaccava con fare minaccioso dalla massa, tutti gli altri caproni sono scoppiati a ridere con gusto.
«Eh, pivellino?» ha rincarato, dando una gomitata al primino che si era trovato innanzi e col quale se l'era presa senza alcun motivo preciso per cui farlo. Quello, dopo aver sospirato, ha alzato lo sguardo e puntato i suoi occhi di ghiaccio in quelli nocciola del bullo; essendo alto anche lui la distanza tra i loro volti non era eccessiva, e questa vicinanza quasi inaspettata lo ha fatto inorridire.
«Che vuoi da me, Hill?»
Gli occhi del ragazzino sono scattati verso il gruppo rumoroso che si era fermato alle spalle del suo imponente interlocutore.
«Ce l'hai stampato in faccia, guarda, proprio qui», ha risposto lentamente il capobanda tirando un leggero schiaffo alla fronte della sua vittima, «Che sei uno sfigato, e quelli come te meritano un premio da me e dai miei amici».°•°•°
This indecision's buggin' me
If you don't want me set me free
Exactly who I'm supposed to be?
[...]
Should I stay or should I go now?
Should I stay or should I go now?
If I go there will be trouble
And if I stay there will be double!Uhm, pedalare è terribilmente pesante se non si è abituati a farlo, nonostante la musica che dovrebbe dare una certa carica. Particolarmente lo è dopo tre ore di esercizio fisico e due di pesanti lezioni teoriche, per le quali sembra sempre necessario portarsi enormi volumi di testi dalla copertina rigida.
Il suo motorino si era guastato il giorno innanzi, e spingerlo fino all'officina era stato faticosissimo, per non parlare dello sforzo che ci era voluto per trovare i quattrini da utilizzare...
Arrancando sotto il peso dello zainone nero, l'allievo del terzo anno ha cercato di accelerare; ma la sua attenzione è stata catturata da un gruppo di ragazzi della sua stessa scuola. Non gli ci è voluto che uno sguardo per capire che stavano importunando qualche poveraccio. Quella, ha notato il giovane, era la banda di Hill, un grumo di personalità perlopiù deboli e noiose, ma con abbastanza soldi (e abbastanza poca materia grigia) per poter apparire "alla moda" e seguire quel bastardo, invece che andargli contro. Anche lui, talvolta, è vero, si accodava a quella gentaglia; ma più che per convenienza, lo faceva per sicurezza. Non aveva molti amici, e la maggior parte di loro aveva qualche legame con quella banda: entrarci in contatto era stato inevitabile, e quando Joseph Hill t'invita a prendere parte a qualcosa... Meglio non declinare.
In più, a certe azioni si rifiutava categoricamente di prender parte. Ad esempio, non poteva capire dove quelle persone avessero trovato il coraggio di affrontare un'accademia per diventare agenti di polizia per poi trattare male chi non aveva mai fatto nulla a loro.
Il suo sguardo è capitato sul volto della vittima di quel giorno: e ne è rimasto colpito, perché non era come tutti gli altri. Non era affatto livido, né tremava di paura; e soprattutto, aveva un coraggio immenso, per star riuscendo a parlare con gli occhi fissi in quelli del terribile Hill, che comunque, straordinariamente, non era tanto più alto di lui.
Si è tolto un auricolare per sentire almeno un pezzetto della conversazione.
«...Quanto vuoi, ma sulla tua faccia c'è scritto qualcosa di peggio: che sei il cocco di mamma, che odi tuo padre perché non ti vizia come lei, che loro due litigano continuamente a casa, ma anche che fai così "paura" che nessuna ragazza ha il coraggio di mettersi con te, e che quindi ti circondi di "amici" per riempire quel buco, e-»
Un pugno in pieno viso ha bloccato il fluire delle sue parole aspre, per far iniziare a fuoriuscire un rivolo abbastanza consistente di sangue scuro dalla sua figura.
Il futuro poliziotto si è riscosso. Non poteva non intervenire; a che sarebbe servito stare a guardare? Come avrebbe potuto vivere senza curarsi di quel poveretto, dato che - ne era certo - da lì a qualche secondo, per lui sarebbe iniziato il vero inferno?
Per l'agitazione che gli è nata in cuore, è praticamente caduto dalla bicicletta; e lasciato lo zaino sopra quell'ammasso di ferro quasi arrugginito ha corso quanto veloce poteva essere verso il cuore del putiferio.
«Hill!»
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Orfano e ateo || Mystrade ||
FanfictionIl passato non passa, non passa mai. Ritorna a stravolgere e a cambiare quello a cui esso stesso ha fornito le basi, e talvolta con conseguenze positive; talaltra, distruggendo e rovinando tutto. Chi può dire da cosa dipenda? «So cosa stai pensando...