13. Orfano e ateo.

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«... Orfano...»
Sono sbiancati entrambi nello stesso identico istante.
Santissimo cielo! Con tutto quel che poteva inventarsi, proprio questo, proprio questo doveva dire?!
Ha imprecato mille volte nei pensieri, e cinto l'amico sconvolto in un abbraccio silenzioso.
«C-come hai..?»
«Scusami, Gregory... Scusami, io... Non ho idea del perché io...»
Il corpo atletico del ragazzo ha avuto un sussulto; e dopo un attimo, la sua guancia già rigata di lacrime si è appoggiata a quella liscia del più giovane. Le gocce d'acqua salata hanno iniziato a scendere anche lungo il suo collo, e la sensazione di gelo che questo gli ha provocato non ha che aumentato il batticuore che lo stava facendo tremare. L'ha stretto più forte; era sul punto di scoppiare a piangere anche lui, ma come sempre, si è faticosamente trattenuto. A loro volta, anche le braccia del suo amico si sono strette attorno a lui, provocandogli un brivido. Un brivido forte, che l'ha scosso così tanto da fargli provare la strana sensazione di star cadendo; ha chiuso gli occhi per qualche attimo, e si è sentito trasportato altrove. Attorno a sé non percepiva più nulla, e se provava a guardarsi attorno non gli riusciva di scorgere alcunché; fino a che non ha avuto un singhiozzo, e con uno scatto si è alzato, mettendosi a sedere.

Mycroft si è passato una mano tra i capelli, completamente spettinati in quanto pareva aver passato tutta la notte a girarsi tra le lenzuola.
Si era addormentato pensando a Gregory e alla loro adolescenza, a seguito dell'ennesimo colloquio con Sherlock, e a quanto pareva aveva continuato a farlo anche in sogno.
Quell'episodio che lo aveva risvegliato doveva essere riuscito a farlo soprattutto, se non soltanto, in quanto da secoli non sentiva il suo cuore battere a quella maniera - nonostante tutte quelle emozioni le avesse provate trent'anni prima, era come se le avesse appena rivissute in prima persona. Che assurdità, la mente umana.

Dopo un sorso d'acqua dal bicchiere sul comò, il ministro è tornato a stendersi con testa e spalle sull'alto cuscino, ma non è più riuscito a smettere di pensare al pomeriggio che una folata di vento aveva ridestato nel suo mind palace - e che ora poteva vedere come in una dettagliata pellicola, proiettata direttamente sull'interno delle sue palpebre.

«Io non trovavo la forza di dirtelo».
Le parole di Gregory, appena mormorate, avevano mosso più aria che onde sonore; e così il giovane si era accorto quasi di più del soffio che gli aveva accarezzato la guancia, che di quanto stava cercando di spiegargli. «Myc, avresti dovuto saperlo dalle mie labbra e non... Non da dovunque tu l'abbia sentito. Ma non devi volermene... Io-io non l'ho fatto con cattiveria...»
Incredulo di quanto aveva appena sentito, il giovane dai capelli chiari si era staccato quasi sgarbatamente dall'amico. Lo aveva guardato negli occhi, in quegli occhi di cioccolato umidi di un pianto del quale lui non sembrava voler spiegare l'origine; gli aveva afferrato le spalle, e cercando di ignorare la tachicardia che pareva aumentare ogni secondo di più, aveva aggrottato le sopracciglia. Ma non riusciva a trovare nessuna parola.
Se Gregory non voleva parlare del suo problema, qualunque fosse, un motivo doveva pur esserci.

Appena il più grande era riuscito a calmarsi, la proposta di fare una passeggiata era risultata perfetta a entrambi; e così si sono diretti a un parco là vicino, chiacchierando tranquillamente e camminando senza fretta.
Solo ad un tratto il loro interminabile dialogo aveva toccato un punto interessante.
«I tuoi genitori sono alcune tra le migliori persone che io abbia mai incontrato, Mycroft, se non le più amabili in assoluto. Soltanto che... A volte mi danno l'impressione, sì, che non garbi loro più di tanto che ci frequentiamo».
Prima di lasciarsi sfuggire qualcosa di offensivo nei suoi confronti, il ragazzo aveva dovuto soppesare bene quali parole usare. Infatti, solo qualche sera prima, mentre passava silenziosamente davanti alla porta della stanza da letto dei suoi (che dovevano teoricamente star dormendo a quell'ora), li aveva sentiti parlare a bassa voce, con quel tono che fa intendere inequivocabilmente che si tratta di argomenti che nessuno dovrebbe sentire al di fuori degli interlocutori; e ovviamente si era fermato ad origliare. Non gli era riuscito di capire molto, ma un sibilo della madre gli era arrivato chiaro e netto: "Quel ragazzo è orfano e ateo. Non ha assolutamente nulla da insegnare a Myke".
Quelle parole lo avevano mandato così in bestia che si era dovuto affrettare a tornare in stanza silenziosamente, prima che gli partisse definitivamente l'embolo e decidesse senza riuscire a fermarsi di entrare ed insultare entrambi. Se era vero che Gregory stava rapidamente cambiando per l'influenza che aveva su di lui - tanto che, a insaputa totale di quei due vecchi, il primo a non credere era stato lui e ad un livello tale che il merito di averlo definitivamente "convertito" era completamente suo - altrettanto gli stava inequivocabilmente accadendo; e il fatto che riuscisse ad accettare i soprannomi che chiunque si ostinava a dargli limitandosi a fare una sola smorfia ne era un esempio molto chiaro.
Ovviamente poi, secondo la sua concezione - anzi, per quella di entrambi - lo stava facendo in positivo. Ad esempio, più il tempo passava e più la palestra dava risultati; e ormai le ragazze che ci avevano provato con lui non si contavano più sulle dita di una mano.
«Anche se fosse, amico mio, credo che sia solo perché non ti conoscono bene».

Parlare, talvolta, può rivelarsi una delle azioni più impegnative in assoluto; e spesso ci si trova in questa situazione quando capita di dovere tranquillizzare una persona non esattamente indifferente al proprio cuore, che tuttavia non deve sapere di essere così cara a chi ha la parola. E precisamente per questa difficoltà, Mycroft dopo aver pronunciato quella frase era completamente ammutolito. C'erano troppe cose da non dire, e lui non era ancora così bravo a nascondere la realtà delle cose agli altri.

Il quasi cinquantenne si è voltato per l'ennesima volta tra le morbide lenzuola, profumate di bucato. A quei tempi nulla era facile, ma in seguito la difficoltà non avrebbero fatto che aumentare - al tempo corrente gli ostacoli che doveva superare ogni giorno erano completamente diversi da quelli di allora, ma sicuramente erano maggiori, in quanto ne andava della vita di migliaia di persone alla volta, e non più solo della vicinanza di una persona che comunque, alla fine aveva dovuto allontanare. Di una persona importante, che aveva fatto una grande differenza e che ancora gli bruciava di aver perso, di una persona speciale, fondamentale, che non avrebbe mai creduto di poter continuare senza, di una persona... Unica, al contrario di tutta quella gente che salvava ogni giorno. Che era stata capace di conquistare persino sua madre, che all'inizio lo sopportava a malapena; già, tanto che in un'occasione si erano organizzati alle sue spalle, per fargli una sorpresa che in realtà aveva profondamente gradito...

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