16. Back to this awful place.

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Poi quella fantastica macchina gliel'avevano fregata, e non riusciva a dimenticare quanto ne aveva sofferto; esattamente nello stesso modo in cui non poteva scordarsi quanto si era agitato vedendola la prima volta nella semioscurità di quel garage, o appena dopo, mentre abbracciava Lestrade con la scusa di ringraziarlo.
Ha atteso il verde del semaforo, e come questo è scattato ha pigiato sull'acceleratore della Bentley che era stata pulita per lui il giorno precedente da Anthea. In un momento di pausa, al lavoro, gli era venuto in mente un particolare che aveva messo da parte sia fisicamente che mentalmente per tutti quegli anni; ed ora intendeva proprio vedere se era ancora laddove l'aveva lasciato.
Dopo aver riposto l'auto nel largo garage sotto casa, Mycroft ha salito le scale con una calma troppo ostentata per essere reale, e senza appoggiare la valigetta di pelle, tenendola in mano per distrazione, si è diretto alla sua enorme camera da letto.
Dopo aver scagliato la borsa e il giaccone sul materasso, ha preso la sedia sulla quale non si sedeva assolutamente mai ma che era in stanza da sempre, e salendoci sopra ha raggiunto il ripiano più alto e "nascosto" dell'armadio riuscendo a recuperarne senza troppa fatica una minuscola cassaforte. Con una delle mille chiavi che si curava sempre di avere appresso l'ha aperta, e ne ha estratto con cura suprema il contenuto che consisteva solo in due buste bianche, sottili e immacolate, familiari eppure... Nuove.
La prima era quadrata, al contrario dell'altra più leggera, che era rettangolare proprio come tutte le buste del mondo. Sedendosi sul letto ha aperto quest'ultima, che conteneva una lettera - la lunga lettera di auguri che Gregory gli aveva scritto per quel compleanno, e che ai tempi aveva lasciato nel portacenere della Golf, arrotolata per non essere subito notata.
Mentre era intento a riaprirla senza rovinarla, dopo così tanto, si è trovato impedito dal fatto che le sue mani avessero iniziato a tremare; e per questo ha finito di lisciarla e iniziato pure a rileggerla tenendola poggiata sopra il copriletto beige, ben tirato, usandolo come una specie di tavolino.

Caro Mycroft,
Non penso davvero che tu possa capire quanto mi rende felice poter apporre quell'aggettivo di fianco al tuo nome. Gli amici che, nel corso della mia tutto sommato breve vita, ho potuto e posso ora chiamare così, stanno davvero tutti sulle dita della mano con cui sto stringendo la penna in questo preciso momento; e penso che il semplice fatto che tu sia parte di loro mi abbia reso, in gran parte, quello che sono. I regali che ti ho fatto non sono davvero nulla a confronto di quanto mi hai dato tu, e non potranno mai esserlo, quindi eccomi qui a dirti la parola che non posso evitare di rivolgerti - grazie. Sto prendendo il vizio di scrivere forse fin troppo, ma credo di aver ragione a pensare che non ti darà fastidio che la mia lettera sia così lunga. Ho deciso di "nasconderla" nel portacenere proprio perché non avremo il tempo di leggerla, il giorno del tuo diciannovesimo compleanno - sempre ammesso che io sia capace di portare a termine tutto quel che ho in mente di fare.
Quando ci siamo incontrati non avrei mai creduto che tra noi sarebbe potuto nascere alcunché; ed è stata forse la scarsa attenzione che ho riservato a quanto stava accadendo a lasciare lo spazio necessario ad un'amicizia come questa di crescere.
Vorrei dirti che ci assomigliamo più di quanto appaia; ma nel nostro caso, la regola è quella che dice che "gli opposti si attraggono". Infatti non sono assolutamente intelligente come te, che probabilmente hai notato cosa saremmo potuti essere da subito... E un po' me ne vergogno. Ma dall'altra parte, sai, ti ammiro e sono felice di sapere che non ti raggiungerò mai. In questo modo, infatti, potrò seguirti, senza stancarmi, per sempre - perché sì, nonostante tutto non sono io la guida: tra noi, sei tu.
Grazie ancora, Mycroft Holmes. Pure il giorno del tuo compleanno io sono sicuro che il regalo più grande di tutti sarai tu a farlo a me: e sarà quello di essermi vicino.
Tanti auguri!
G.L.

Sollevando gli occhi da quelle parole vergate a mano, il politico ha avvertito il bisogno di stropicciarseli, scoprendoli umidi. Ha ripiegato il foglio per rimetterlo a posto, e appoggiata la busta sopra la cassaforte ha preso in mano quella che non aveva ancora aperto.
Come sapeva benissimo, in fondo, che era, non si trattava di nulla fuorché del CD di musica mixata dal DJ amico di Hill, la preferita di Lestrade, che in una occasione si era fatto masterizzare e pure autografare, e che poi gli aveva regalato. Direttamente sul disco erano state scritte le tracce - versioni normali e dance dei The Clash, mix quasi assurdi di autori come gli allora emergenti Pet Shop Boys e persino i celeberrimi Talk Talk -, ma mica poteva ricordarle tutte solo leggendone il titolo; e credendo di non fare nulla di male, Mycroft si è alzato ed è andato ad inserire il disco nello stereo che stava in salotto.

Cassetto aperto. Inserire il disco.
Chiusura in corso.
Attendere, prego.
Trick, trick... Fzz!
Sssz...
Traccia 1. Artista sconosciuto.

Mentre la canzone iniziava, il ministro è andato a sedersi sulla sua poltrona preferita; e non potendo fare a meno di farsi trasportare dal ritmo vivace della canzone, ha chiuso gli occhi. Stava sforzandosi di non soffocare quella musica con i suoi stessi pensieri, rumorosi, irrequieti.

... The Magnificent Seven!
Ring, ring, it's seven A.M.
Move yourself to go again;
Cold water in the face
Brings you back to this awful place...

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