«Il termine... La fine della nostra amicizia è stata decretata da delle parole, Gregory» ha sussurrato, nella disperazione. Non sapeva come dire tutto quello che sentiva di non potere evitare di esplicitare.
Dal canto suo, Greg è completamente ammutolito: la parola «fine», prima che fargli venire in mente l'India dove Holmes tanto tempo prima era praticamente scappato, evocava in lui quella lettera... Quella lettera in cui tale vocabolo era stato scritto per ben due volte; quella lettera, cioè, della quale conservava una fotocopia nel taschino della camicia. Quella lettera che, tra l'altro, anche Mycroft aveva benissimo in mente.
«Joseph».
Nell'articolare quella che ormai entrambi percepivano come una parola fatale, il ministro ha fatto una smorfia ininterpretabile, mentre al solo atto di udirla Lestrade ha buttato indietro il capo.«Signori, ecco le ordinazioni, scusate per il ritardo... Ma... Disturbo?»
Okay, forse quel cameriere non era proprio "acuto". Senza fiatare, l'ispettore gli ha lanciato uno sguardo di odio puro e si è alzato per mettere un braccio sulle spalle del suo amico, evidentemente scosso.
Dopo qualche attimo di indecisione, il giovane inserviente è invece tornato da dove veniva, con quei piatti destinati a non essere consumati.
Sforzandosi di ignorare il battito del suo cuore e senza osare staccare il braccio dal collo di Mycroft, Greg gli ha suggerito all'orecchio, a mezza voce, di andare fuori dove nessun cameriere li avrebbe più potuti disturbare; e così si è fatto.
Passando davanti alla cassa, il poliziotto si è curato di lasciarci delle sterline, sebbene non avesse davvero toccato nulla; poi ha preso la giacca dall'appendiabiti, e ha preceduto l'amico di fuori.
Il tempo era buio e gelido. Piovigginava e tirava una brezza leggera e ghiacciata, che faceva pensare subito alla possibilità di una nevicata prossima; il cielo, nero, non lasciava neanche intravedere la luna, e per questo tutta la luce arrivava dal lampione che, poco avanti a loro, illuminava la strada davanti all'albero sotto il quale hanno cercato un po' di riparo.
Si sono guardati.
«Scusami, tu avrai avuto fame - e se non l'hai, scusami ancora di più».
L'ispettore ha scosso il capo.
«Non morirò certo per questo» ha risposto sorridendo, ma l'espressione seria in viso a Mycroft non è variata di un millimetro. Doveva terminare quella frase, sentiva che da essa dipendeva qualcosa che aleggiava sopra di loro, dentro e intorno.
«Come ti stavo cercando di dire, Joseph è stato uno dei tanti motivi che mi hanno spinto... Che mi hanno spinto sino in India». Non avrebbe voluto fermarsi, ma è risultato necessario farlo perché la gola gli si era seccata. «Il viaggio era in programma da tempo, ma io non trovavo mai l'occasione adatta per dirtelo. Ci vedevamo troppo poco, per la mia concezione di allora, e non credevo mai che sarebbe valsa la pena di rovinarti l'umore per un pomeriggio intero con una notizia del genere. Poi è arrivato il mio compleanno, il mio diciannovesimo, e tutto quello che tu hai fatto per renderlo unico. E sai, infine unico lo è stato: ma purtroppo non in quel senso in cui tu ti sei sforzato di spingerlo. Non credo che nessuno t'abbia mai raccontato cos'è successo quella sera, infatti».
Lo yarder ha scosso il capo.
«Basti sapere che sono venuto a conoscenza... Della vostra relazione. La quale, nascosta al pari del mio ormai imminente impegno, non poteva rimanere nel buio ancora a lungo. Se tu, comunque, eri ubriaco fradicio, io non credo che Joseph lo fosse; anzi sono più propenso a supporre che fosse pienamente consapevole di quanto stava facendo. Né si è risparmiato, alla prima occasione, di esprimermi anche a parole il concetto contenuto in quel gesto: "Sta' lontano da Greg, perché non puoi più provocare che sofferenza in lui. E credimi", ha aggiunto, me lo ricordo bene, "Credimi che se lui non sarà felice, il compito di rendere profondamente triste il suo aguzzino sarà - con molto piacere - preso dal sottoscritto". Temevo Hill. Ricorda che anch'io avevo già assaggiato un po' della sua forza, e quindi ero consapevole che non stava affatto scherzando. Senza contare che se lui mi avesse fatto qualcosa forse tu saresti intervenuto, e questo avrebbe potuto portare delle conseguenze spiacevoli nella vostra relazione».
Lestrade era rimasto completamente senza parole e senza alcuna cosa da realizzare.
Era quella la risposta alla lettera, la risposta che in fondo aveva sempre atteso?
«Non mi sarei mai messo con lui se avessi potuto immaginare...»
«Avresti potuto, Gregory. In verità io credo fermamente che tu l'abbia fatto. Solo che avevi... Avevi paura, proprio come me».
«Permettimi di obiettare, Mycroft»
«Non ci penso neppure! Ascoltami, prova a razionalizzare. Tu eri consapevole di avere un ascendente su di lui. Eri e sei conscio del tuo orientamento e quando lui ti ha rivelato definitivamente il suo, ci sei praticamente rimasto. Non eri innamorato di lui, quanto provavi non era amore nei confronti di quel violento, di quel gradasso, di quel malvagio-»
«Smettila, Myc» ha sibilato il più grande a testa bassa, bloccando istantaneamente la raffica di parole che non sembravano apparentemente destinate a smetterla di uscire dalle sue labbra. «Smettila. Ognuno ha dei difetti, ma vanno accettati al fine di valorizzare le virtù che ognuno possiede. Anche tu hai dei difetti, io credo, e anch'io ne ho; Jo non sarebbe nemmeno potuto essere umano, senza qualche vizio».
«Questo non mi ha fatto per nulla cambiare idea»
«Lui mi amava, Mycroft» ha detto quindi, sull'orlo di una crisi nervosa. Nel tempo di un battito di ciglia ha rivisto gli ultimi momenti passati con quello che era stato sia il primo che l'unico suo compagno: quelli in cui aveva avuto la conferma definitiva che il suo amore fosse reale, attraverso il dolore che aveva visto in lui ma che aveva anche provato in prima persona.
In quei minuti la loro passione era sublimata, tanto da non aver avuto bisogno di alcun contatto fisico oltre ad una sentita stretta di mano e un ininterrotto legame visivo. Non un abbraccio, non un bacio nemmeno sulla fronte, nulla. La carne che si sfiorava, bruciava, bruciava più della gola di entrambi.
A malapena si erano parlati.«Beh». Una sola, sicura, risoluta sillaba uscita dalle labbra di Mycroft ha spezzato un silenzio sospeso da trenta anni interi.
«Non era l'unico».
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Orfano e ateo || Mystrade ||
FanficIl passato non passa, non passa mai. Ritorna a stravolgere e a cambiare quello a cui esso stesso ha fornito le basi, e talvolta con conseguenze positive; talaltra, distruggendo e rovinando tutto. Chi può dire da cosa dipenda? «So cosa stai pensando...