Capitolo 8

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CHLOE

«Un altro giro?» propone John.

Ah, se mi chiedessero in quale modo preferirei morire risponderei: «Dopo essermi sfondata di birra!»

«Ci sto!» rispondo senza la minima esitazione.

«Cristo, se non avessi le tette ti scambierei per un uomo, Chloe!» continua lui, è decisamente ubriaco. «Anche se dovresti prendere in considerazione una pompatina, tesoro.» E mima la forma di due enormi palloncini all'altezza del suo petto. Sì, è decisamente ubriaco e io troppo rilassata per potergli tirare un pugno dritto in mezzo al naso. Poi lo sguardo di John vira su Emily e il suo prosperoso davanzale. Vorrei sparare uno dei miei commenti ad hoc, ma non credo che il Doc approverebbe. Per carità, è fin troppo socievole, estremamente sorridente e inaspettatamente rilassato per essere alla sua prima ufficiale uscita di gruppo. Con un gruppo conosciuto da quattro giorni, peraltro.

Il Saloon è ingolfato di ragazzi e sulla consolle sfilano pinte una dopo l'altra. A quanto pare non sono l'unica del team di ricerca a conoscere questo locale.

«Doc, sei stato in Inghilterra altre volte?» gli domando, colta da una frenesia improvvisa. Il terzo boccale della Porter che mi hanno appena servito sta mostrando i suoi straordinari effetti libidinosi.

Alza lo sguardo verso di me, si passa una mano tra la folta capigliatura corvina e risponde: «Sì, una sola volta.»

«Dopo aver visto l'Inghilterra una volta è impossibile non volerci tornare una seconda» pronuncio.

«Ehi, donna, dovresti vedere l'Irlanda, allora» mi corregge John con una gomitata.

«Ah, sì, carina...»

«Carina?!»

«Non scaldarti troppo, uomo, so essere molto patriottica quando voglio. Anche se al primo posto metterei sempre San Francisco.»

Flavio apre lo sguardo sorpreso. «San Francisco?» chiede.

«Elizabeth è una fan della Beat Generation» si intrufola nel discorso la gattina che gli siede accanto, attirando l'attenzione del Doc su di sé.

«Sul serio?» domanda lui.

Annuisco accennando un sorrisino ostile verso Emily.

«È davvero strano che una ragazza borghese come te possa amare un contesto sociale così pieno di trasgressioni...» commenta lei con quella sua vocina fastidiosa. In un secondo comprendo quanto sia sottile il doppio senso della sua affermazione. Senza dubbio godrebbe in maniera plateale a screditarmi in qualche modo, dato che le mie origini borghesi possono apparire, agli occhi di chi non mi conosce, come un'agevolazione per il raggiungimento di posizioni sociali ambite.

«Sono anticonvenzionale, Emily, non mi piace l'etichetta borghese, dovresti saperlo» sputo io sprezzante.

«Sento aria di polemica, ragazze...» interviene John alzandosi e tirando il braccio della vipera travestita da ragazza perbene.

«Che fai, John?» si lamenta.

«Vieni a vedere lo spettacolo. Andiamo, ragazzi!» E si dirigono verso il centro del locale, trascinandosi dietro anche il povero, pacifico e silenzioso Brody.

Il bancone del Saloon è stato sgombrato, un gruppo di aitanti ragazze vestite da cow girl stanno per arrampicarsi sopra la consolle e iniziare quello che rappresenta lo spettacolo più acclamato del quartiere.

«Che succede?» Flavio dirotta l'attenzione dall'altra parte del locale, mentre le cow girl cominciano a dimenarsi in mezzo alla folla.

«Le ragazze del Coyote Ugly, lo hai mai visto?» rispondo io distrattamente.

Ridammi indietro il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora