CHLOE
Sono di spalle alla porta, gli occhi rivolti oltre la finestra a guardare il prato e a chiedermi quando arriverà il giorno in cui potrò di nuovo affondarci i piedi nudi sopra, sdraiarmi a guardare il cielo, rotolarmi nell'erba fresca.
D'un tratto sento un cigolio, faccio retromarcia e ruoto la sedia a rotelle in direzione dell'entrata. Mia madre è sul ciglio della stanza con un sorrisino soddisfatto stampato in faccia.
«Che vuoi?» le domando seccata.
«C'è una persona per te.» Si avvicina e mi sistema un ciuffo ribelle.
Tiro indietro la testa per sottrarmi dal suo tocco, pur sforzandomi non riuscirei a essere gentile con lei. Ho il terrore che la sua improvvisa affabilità sia solo una farsa, che io possa convincermi che c'è davvero del buono in questa donna, abbandonarmi al piacere di amare incondizionatamente una madre e poi scoprire che è tutto un bluff. Un modo per circuirmi.
«Chi è?»
«Lo vedrai.» Fa un giro intorno a me e spinge la carrozzella in direzione della porta, io blocco le ruote con la mano.
«Elizabeth, che c'è?» chiede lei sorpresa.
«Quando smetterai di chiamarmi Elizabeth?»
Emette un sospiro di resa, poi si inginocchia davanti a me. «Chloe, per favore, puoi evitare di essere così scontrosa?»
«Scontrosa? Da che pulpito viene la predica! E dimmi, cara mamma, tu per quanti anni lo sei stata con me, eh? Credi che bastino due moine per redimerti da tutto quello che ho visto, sentito e sopportato di te?»
«Per favore, abbassa la voce.»
Spalanco gli occhi piena di soddisfazione, eccola uscire fuori la vera Mary Anne, quella che si vergogna di apparire per ciò che realmente è.
«E perché dovrei, non mi sono mai vergognata di dire quello che penso.»
«Andiamo, forza.» Tenta di spronarmi tornando a spingere la carrozzella.
«No. Non andrò da nessuna parte! Non voglio vedere nessuno, non voglio parlare con nessuno, lasciami in pace» urlo.
Lady Mary Anne si blocca, ora è di nuovo davanti a me con gli occhi severi e il cipiglio di chi sta perdendo la pazienza. Io resto a guardarla fiera, non mi piegherò mai a lei. Mai.
Mi tira uno schiaffo. Uno schiocco di pelle contro pelle, un dolore mentale non fisico, un colpo assestato nell'anima che ha quasi il sapore della rivincita. La sua, però.
«Smettila di trattarmi come se fossi niente. Cresci, ragazzina. Cresci! Qui sono tutti preoccupati per te, ci stiamo prodigando per rendere più leggera la tua guarigione, io stessa sto cercando di migliorare ciò che di me ti ha fatto soffrire, tutti stanno facendo la loro parte. Tu cerca di fare la tua. Se non vuoi scendere, resta pure qui» pronuncia con una fermezza che mi raggela. Esce fuori, sbatte la porta con rabbia e in quel gesto noto un atteggiamento che mai avevo visto prima in lei: la perdita di controllo.
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Ridammi indietro il cuore
RomanceFlavio è un medico genetista di Milano in trasferta a Londra per un dottorato di ricerca finanziato dalla Kingstone University. Ha una fidanzata e un matrimonio alle porte. Chloe è una dottoressa fresca di laurea, scelta dall'università per entrare...