Capitolo 22

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CHLOE

Non si sentono rumori, solo suoni smorzati, sembrano arrivare da un'altra dimensione. I sensi sono intorpiditi, l'olfatto non percepisce odori, e gli occhi guardano uno spazio che non ha limiti né confini. Vedo del nero intorno a me ma più lo sguardo va lontano più l'oscurità sbiadisce; i toni grigi si smorzano lasciando che il chiarore invada tutto. Un bianco brillante, acceso, evanescente.

La mia coscienza sembra essersi elevata a uno stato diverso, non ho percezione del mio corpo, né del dolore. Solo pace...

C'è una forza che mi spinge verso la luce, non saprei spiegarla, è come una spinta gravitazionale che qui, però, non spinge in verticale, verso il basso, ma in orizzontale, verso la luce.

Mi volto, attratta da una voce.

«Chloe, vieni qui.»

Vedo mia madre.

Mi ha chiamata Chloe, non Elizabeth.

Provo a parlarle, ma dalla mia gola non esce alcun suono. Non possiamo comunicare io e lei, neppure in questo posto fatto di indistinta nebbia, di luce e oscurità.

Decido di assecondare il richiamo del riverbero,muovo un passo avanti, poi un altro e la voce di Lady Mary Anne diventa piùdebole.    

Ridammi indietro il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora